Venzone, il Duomo entro le mura (foto W. Sambo)

Dedicato a S. Andrea Apostolo, il Duomo fu edificato a partire dal 1251 ad opera del feudatario Glizoio di Mels, probabilmente su un primitivo luogo di culto del VI sec.: si sono trovate tracce di una chiesa carolingia-ottoniana, che sovrastava, a sua volta, strati di pavimentazioni precedenti. Monumento tra i più importanti della cittadella medievale, rimasto quasi completamente distrutto dal terremoto del 1976, è stato ricostruito con una splendida e complessa operazione per anastilosi.

Consacrato dal Patriarca d’Aquileia Bertrando di Saint Geniès nel 1338, presenta una pianta a croce latina con unica navata ed ampio e luminoso transetto sul quale si prospettano gli archi dei tre presbiteri absidali, affiancati da due torri.

L’esterno si presenta articolato da absidi poligonali rinforzate negli spigoli da contrafforti terminanti con cuspidi piramidali e statue.

 

Venzone, Duomo, ingresso (foto W. Sambo).

venzone

San Pietro nel portale settentrionale (imm. Tomass T. Vadi)

Dei tre portali il più interessante è quello settentrionale, del 1308, cui ha lavorato come scultore il  “maestro Giovanni“, lo stesso che lavorò al vicino Duomo di Gemona. Suo il Cristo benedicente della lunetta del portale settentrionale e l’Incoronazione della Vergine della lunetta del portale meridionale. La lunetta del portale principale, raffigurante a bassorilievo la Crocifissione, è un’importante opera plastica della scultura friulana del ‘300; costruito nel solito schema a leggero strombo, presenta l’archivolto ornato da un intreccio a corda e da una serie di rosette entro riquadri. Il portale reca una epigrafe in cui si legge “Schaco me fecit“, lo stesso nome appare in un quaderno dei Camerari di Gemona, acefalo ma probabilmente relativo all’anno 134-35 o 1335-56.
Nella lunetta è scolpita la Crocefissione secondo lo schema tradizionale col Cristo in croce al centroe due gruppi di astanti ai lati: le pie domme e la Maddalena sulla sinistra; S. Giovanni, un gruppo di soldati e alcune comparse sulla destra; alle estremità Pietro e Paolo chiudono la composizione.
Le figure, quasi sbalzate sul fondo liscio per morbidezza e turgore di forme, malgrado l’evidente desunzione dalla pittura e dalla miniatura giottesco-vitalesca quanto a composizione, rientrano nella congiuntura lombardo-veneta documentata nel comprensorio regionale dalla bottega deiDe Santi. E’ probabile che il portale sia stato definitivamente sistemato dopo il terremoto del 1348…

           Crocefissione nel portale principale

Interessante di poter identificare lo Scaco operante a Gemona e a Venzone con lo Scaco collaboratore di Andriolo de Santi nel portale del S. Lorenzo di Vicenza, a sua volta forse identificabile con quel “Nicoleto Scacho Talapetra sncti Vitalis” che nel 1345 operò in S. Zeno a Verona.
(da Scultura in Friuli. Il gotico, di Carlo Gaberschek, Udine 1981, p. 60)

L’esterno del Duomo è decorato anche da altre statue (1) e rilievi trecenteschi, nonché da sei patere veneto-bizantine incastonate nell’avancorpo del portale settentrionale.
Cinque di esse mostrano scene di lotta tra animali, attinte al repertorio delle più diverse tradizioni artistiche orientali, particolarmente diffuse nel mondo artistico bizantino, rimodellate con un vigoroso segno plastico, arricchito da un rinnovato interesse per l’antichità classica, come è dimostrato da questa patera con Ercole in lotta con il leone nemero, che era stato uno dei soggetti preferito dell’arte greca e romana. In particolare, però, la scena di lotta di questa patera, resa con senso più umoristico che drammatico, ricorda le gustose scenette con figurine nude entro tondi, della miniatura bolognese del Duecento (da Scultura in Friuli. Il Romanico, di Carlo Gaberschek, p. 54).
Particolari motivi di interesse presenta anche la patera che mostra due leoni che sbranano figure mostruose con corpo di uccello e testa di donna. Si tratta di un richiamo all’antichità classica. Già nell’antichità greca mostri con corpo di uccello e testa di donna rappresentavano le arpie o.anche, le sirene. L’iconografia della sirena con busto di donna e corpo di pesce è rilativamente tarda (appare solo nel VI sec. d.C.), mentre già nell’antica arte greca la sirena era raffigurata con testa di donna e corpo di uccello.
Data la notorietà del mito delle sirene nel mondo antico, anche gli scrittori cristiani lo utilizzarono per trarne insegnamenti morali; nella letteratura cristiana infatti le sirene simboleggiano i piaceri sensuali, che traggono in perdizione l’anima, ma assumono anche altri significati allegorici: rappresentano, ad esempio, le dottrine ereticali o la superstizione (da Scultura in Friuli. Il Romanico, di Carlo Gaberschek, p. 54).

 

Il portale meridionale presenta dei pseudo-capitellini decorati a motivi geometrici e vegetali e un archivolto su cui si snodano due rami di vite intrecciatiattorno a grappoli d’uva.
Nella lunetta è scolpita ad altorilievo l’Incoronazione della Vergine; forse il più antico esempio di tale tema nel contesto regionale. Il Cristo e la Vergine siedono su due troni affiancati e sorretti da due angeli in volo. Il Cristo stringe al petto nella mano sinistra il linro della Verità, con la mano destra pone sul capo della Vergine la corona di regina. Anche per l’Incoronazione la vicenda critica si presenta tormentata. Il Marchetti (1965) ad esempio, la ricollega a schemi barbarici, ma vi avverte un lontano sapore francese. “Di un artista … ben diverso da Maestro Giovanni, alle dipendenze del quale lavorò e da cui desunse non pochi particolari ornamentali” per i Bergamini, i quali nella formazione di questo anonimo lapicida rilevano suggestioni oltremontane: Francia, Sassonia o Inghilterra (1971, p. 77). E ancora per il Rizzi (1975, p. 58), l’Incoronazione sarebbe esemplata su schemi bizantini, “ma le tipologie ricalcano il Cristo benedicente di maestro Giovanni e l’andamento degli spessori plastici è il medesimo” (da Scultura in Friuli. Il Gotico, di Carlo Gaberschek, p. 48).

All’interno si conservano importanti affreschi trecenteschi, quale il grande affresco della Consacrazione del Duomo (2), un San Martino ed il povero, entrambi della scuola di Vitale da Bologna (1350 c.) ed uno splendido San Giorgio ed il drago, di chiara impronta nordica. Sopra l’altare del presbiterio centrale è collocato un grande Crocifisso ligneo di scuola friulana della prima metà del XV sec. Nel presbiterio di destra si conserva uno stupendo “Vesperbild“ in pietra, del primo ‘400, pregevolissima raffigurazione definita “una delle più nobili opere tedesche sul suolo italiano“. Sopra il portale laterale di destra è collocato un Compianto sul Cristo morto, in legno dipinto e dorato, composto da otto statue di pregevolissima fattura, datato al 1530 c. Arricchiscono l’interno altre opere d’arte, come gli affreschi quattrocenteschi opera di maestranze friulane, assieme ad opere scultoree, a sculture lignee rinascimentali e ad alcune pregevoli pale d’altare.

Info:
Piazza Duomo, 2; orario estivo, 8,00-20,00; orario invernale, 8,00-17,00; tel. 0432 985 032.

(1) Le statue della Vergine annunciata e dell’Angelo annunciante sono collocate alle estremità degli spioventi del portale nord ed è firmato da Magister Iohannes e si inseriscono “nell’organico frontale nella maniera più opportuna, in armonia con l’andamento ascendente voluto dall’architetto, tanto che difficilmente saremmo indotti ad immaginare opere diverse in questa sede” (A. e G. Bergamini 1971, p. 77). La Vergine e l’Angelo sembrerebbero appartenere a Magister Johannes e, strettamente apparentate nel rigore formale con le figure della galleria gemonese, dimostrerebbero la ricchezza e la varietà di fermenti artistici presenti fin dagli esordi in questa grossa officina regionale (da Scultura in Friuli. Il Gotico, di Carlo Gaberschek, p. 58).

(2) Vedi: https://arteattiva2c.wixsite.com/arteviva-fvg/affreschi-dell-abside-venzone

Bibliografia:
– AA.VV. Il Duomo di Venzone, Arti Grafiche Friulane, Tavagnacco (Ud), 1999, p. 61

 

 

 

Venzone, Duomo, San Giorgio e il drago (foto W. Sambo).

Periodo Storico: Basso Medioevo
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza