La prima domenica di luglio del 1266 il patriarca Gregorio di Montelongo procedeva alla consacrazione della chiesa di San Francesco a Udine, la cui massa all’epoca dominava la città. La costruzione della chiesa rispose certamente alla volontà della città di Udine di assumere un ruolo politico più importante. L’edificio originario era un esempio tipico delle chiese arcaiche dei francescani con navata e transetto con soffitto ligneo a vista, cappelle ai lati di quella maggiore con volte a crociera, costoloni in pietra e grandi bifore.
Dopo l’inaugurazione della chiesa, i francescani passarono alla costruzione del convento che doveva poi ospitarli e, più o meno nello stesso periodo, venne costruito in forme tardo romaniche anche il campanile. Nei decenni successivi la chiesa venne totalmente affrescata e la decorazione doveva essere pressoché ultimata nel primo quarto del trecento.
Non molto più tardi, la chiesa cominciò a subire la prima di una serie di trasformazioni con la costruzione a ridosso dell’angolo nord del transetto di una prima cappella dedicata al beato Odorico da Pordenone, deceduto nel 1321. Questa era a pianta rettangolare, con volta a botte e decorata. Probabilmente era troppo piccola dato che venne in seguito demolita, ricostruita e nuovamente affrescata tra il 1406 e il 1440.
A questa prima cappella ne seguirono altre e venne modificata anche la facciata. Agli inizi del Cinquecento la chiesa venne nuovamente ristrutturata a seguito dei danni del terremoto del 1511. Nel 1650 venne modificato l’altare maggiore e nel corso del secolo successivo vennero realizzate ulteriori cappelle laterali finanziate dalle confraternite locali.
Nel 1833, l’interno venne totalmente rimaneggiato con la costruzione di un muro trasversale che accorciò la navata di dodici metri, includendo la parete della facciata principale nel corpo di fabbrica dell’Ospedale, completato nel 1847. A questo punto la chiesa aveva assunto un aspetto barocco.
Nel periodo 1934-37 ebbe inizio un primo ciclo di restauri interrotti dalla seconda guerra mondiale. Il bombardamento del 1945 ed i conseguenti incendi ebbero effetti devastanti per le sovrastrutture sei-settecentesche della chiesa, riducendo in rovina altari, balaustre e soffitti. Sotto le murature e gli intonaci fatiscenti, ricomparvero però le murature e le decorazioni medievali e rinascimentali salvate dagli strati successivi che ebbero un effetto protettivo.
A guerra finita vennero ripresi i restauri e fu scelto di non ripristinare la decorazione barocca perduta, preferendo riportare la chiesa all’aspetto ed alle forme medievali, recuperando le grandi bifore e l’occhio della facciata che l’incendio aveva riportato in evidenza. L’edificio venne così restituito alle forme e all’aspetto originari.
udineGli affreschi ricomparsi nei primi decenni del ‘900 furono conservati, rimandando ad un momento successivo la decisione se rimettere in luce eventuali strati sottostanti più antichi. Un primo restauro ebbe luogo dopo la guerra e recentemente parte degli affreschi è stata sottoposta a moderni trattamenti conservativi. Sono stati restaurati gli affreschi della cappella maggiore e della cappella detta “dei riminesi” e si è concluso nel 2003 il recupero dei lacerti che ancora decorano l’esterno del portale sud del transetto.
Dallo sfacelo della distruzione e delle successive trasformazioni si è salvata in parte la decorazione della zona absidale. Nell’arco trionfale si vedono i resti di un’Annunciazione e in basso a destra un San Cristoforo attribuiti ad un anonimo scolaro di Pietro da Rimini (prima metà del XIV secolo).
Nella cappella centrale dell’abside si trova una gigantesca raffigurazione del c.d. Lignum vitae, nuovo tema iconografico nato nei primi anni del Trecento, molto amato dai francescani e probabilmente concepito da Giotto a Padova. L’esempio in San Francesco è monumentale. Datato al secondo quarto del XIV secolo, occupa l’intera parete destra del coro ed assume un rilievo del tutto particolare per la ricchezza delle iscrizioni presenti sui rami. Queste vennero puntualmente tratte dall’opuscolo di meditazioni del Lignum Vitae di Bonaventura da Bagnoregio, nel quale l’antichissimo tema dell’Albero della vita si fondeva con la storia della passione di Cristo.
Sulla volta del coro compaiono i quattro evangelisti e nella parete di fondo tre figure di santi: San Ludovico da Tolosa, San Francesco e Sant’Antonio da Padova, opera di pittore riminese o educato sulle opere di scuola riminese, di data sicuramente posteriore al 1317 (canonizzazione di san Ludovico). Queste pitture appartengono all’epoca del patriarca Bertrando, francese e guelfo come S. Ludovico, fratello del re Roberto d’Angiò.
udineNella parete sinistra (lato nord) della cappella meridionale un secondo gruppo di affreschi presenta Santa Chiara, S. Ludovico da Tolosa e San Paolo, le cui figure sono caratterizzate da una mescolanza di elementi arcaici tardo-romanici e di influssi del gotico internazionale.
Tra le testimonianze pittoriche conservate nella chiesa di San Francesco di particolare rilievo è il ciclo di affreschi già appartenenti a due pareti della distrutta cappella dedicata al Beato Odorico da Pordenone. Nell’ambito dei lavori di ristrutturazione dell’edificio iniziati prima della Seconda Guerra Mondiale gli affreschi vennero staccati ed i bombardamenti del 1945 li danneggiarono ulteriormente. Nel 1949 venne eseguito un primo restauro conservativo.
Gli affreschi sono stati oggetto, nei primi anni di questo secolo, ad un nuovo restauro e sono stati presentati al pubblico nella mostra “Splendori del Gotico nel patriarcato di Aquileia”, tenutasi nella stessa chiesa di San Francesco dal dicembre 2008 all’aprile 2009. Oggi sono visibili sulla parete sinistra della navata della chiesa. I due grandi arconi superstiti su cui sono collocati gli affreschi, sono incorniciati da motivi geometrici e da un’elegante decorazione a racemi e divisi in tre registri lungo i quali scorre la narrazione. Un’ultima e quarta fascia, di dimensioni minori, presenta motivi ornamentali di vario tipo.
La critica, sulla scorta di elementi stilistici, concorda nel datare il ciclo ai primi decenni del ‘400. Non vi è condivisione sull’autore, definito genericamente come un maestro locale che risente ancora dell’influsso di Vitale da Bologna (chiamato a realizzare affreschi nella Cattedrale di Udine), ma che risente anche di influssi lombardi e del gotico internazionale (segnatamente Altichiero e Guariento). La differenza nel livello di realizzazione dei diversi quadri fa pensare alla collaborazione tra un maestro e uno o più aiuti.
I quadri che compongono gli affreschi seguono il racconto dei viaggi in oriente del Beato registrato su sua dettatura da frate Guglielmo di Sologna. Di alcune scene, oggi perdute, rimangono solo alcune descrizioni o immagini anteriori allo stacco, che consentono tuttavia di ricostruire il ciclo quanto meno nelle linee generali.
udineArcone di destra: registro superiore: 1 Arrivo dei confratelli di Odorico a Thana (sx) 2 I confratelli sono condotti dinanzi al cadì (dx)
 – Arcone di sinistra: registro superiore: 3 Jacopo da Padova invoca la Vergine ed esce illeso dal rogo (sx) 4 Giudizio davanti al melic ed uccisione dei frati i cui corpi rimangono incorrotti (dx)
 – Arcone di destra: registro intermedio: 5 un compagno e il famiglio di Odorico raccolgono le ossa dei confratelli (sx) 6 Odorico circondato dalle fiamme (dx) Al centro (collegato al riquadro inferiore) 10 Un’elaborata architettura gotica a guglie incornicia una Madonna con Bambino e in basso un gruppo di devoti
 – Arcone di sinistra: registro intermedio: 7 il famiglio di Odorico getta un osso dei confratelli in mare (sx) 8 I confratelli in una nave tornano in Europa (dx)
 – Arcone di destra: registro inferiore: 9 corteo di cavalieri si reca ad omaggiare il corpo del beato e Odorico assiso in trono (sx) 11 la sepoltura di Odorico(dx)
 – Arcone di sinistra: registro inferiore: 12 miracolo nei confronti di un mugnaio (sx) la scena di dx è perduta
La decorazione alla base presenta un motivo a pietre rosse e verdi tra le quali compaiono un leone e un orso.
Nella chiesa era collocata l’arca, realizzata nel 1332 dall’artista veneto Filippo de Sanctis, che conteneva le spoglie del Beato Odorico. Quando nel 1771 i frati francescani si spostarono nel convento dei carmelitani, vi spostarono anche l’arca che ancora oggi è visibile nella Chiesa del Carmine a Udine.
Oggi la chiesa di San Francesco è sconsacrata e viene utilizzata per manifestazioni e mostre temporanee.

Autore: Marina Celegon

Vedi anche la scheda Archeocarta “UDINE, Chiesa di San Francesco” https://www.archeocartafvg.it/portfolio-articoli/udine-chiesa-di-san-francesco/
Per l’ARCA del Beato Odorico vedi la scheda Archeocarta “UDINE (UD) L’arca del Beato Odorico nella Chiesa del Carmine” https://www.archeocartafvg.it/portfolio-articoli/udine-chiesa-del-carmine-larca-del-beato-odorico/

Bibliografia:
– Brusamonti Raffaella – Casadio Paolo – Il restauro degli affreschi con Storie del Beato Odorico da Pordenone in Splendori del Gotico nel patriarcato di Aquileia. Civici Musei di Udine 2008
– Buora Maurizio. Guida di Udine. Arte e storia tra vie e piazze. Edizioni Lint Trieste 1986
– Casadio Paolo – Il contributo dell’attività di tutela alla conoscenza della pittura murale di età gotica a Udine in Splendori del Gotico nel patriarcato di Aquileia. Civici Musei di Udine 2008
– Cozzi Elena – Pittura in epoca gotica e tardogotica nel patriarcato di Aquileia in Splendori del Gotico nel patriarcato di Aquileia. Civici Musei di Udine 2008
– Moretti Claudio – Note sull’iconografia delle storie del Beato Odorico in Splendori del Gotico nel patriarcato di Aquileia. Civici Musei di Udine 2008
– Moretti Claudio. Scheda Pittura 12 Il ciclo del Beato Odorico in Splendori del Gotico nel patriarcato di Aquileia. Civici Musei di Udine 2008
– Pastres Paolo. Dal Romanico al Gotico, l’arte nell’età dello stato patriarcale in Pastres Paolo (a cura di) Arte in Friuli. Dalle origini all’età patriarcale. Società Filologica Friulana 2009
– Piazzo U. Il restauro della chiesa di San Francesco in Udine, in: Bollettino d’Arte, 36, 1951, pp. 183-188

Vedi galleria immagini a cura di Marina Celegon:

 

Periodo Storico: Basso Medioevo
Localizzazione Geografica
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