turriaci

In una vasta area, posta a nord-ovest di Turriaco presso la riva sinistra dell’Isonzo, si collocano diversi rinvenimenti a carattere funerario, avvenuti a più riprese tra gli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso; essi vengono ricostruiti nel 1983 da G. Brumat Dellasorte sulla base di notizie orali.
Nel fondo Cosolo, attraversato successivamente dalla SP 1 Grado-Gorizia (Via XXV Aprile), furono scoperte in occasione dell’impianto di un vigneto tre urne in calcare cilindriche con coperchio; all’interno di un’urna si conservava, oltre alle ossa, un balsamario in vetro.
Inoltre vennero alla luce una lapide iscritta (cippo funerario?) ed uno strato di terra carboniosa contenente resti osteologici combusti e molti frammenti fittili e laterizi.
Qualche centinaio di metri a ovest, nel fondo Fonda, una decina di anni prima era stata rinvenuto casualmente, durante lavori di risistemazione agricola, un frammento di probabile ara con epigrafe.
Nello stesso periodo, a oriente del vigneto nel fondo Cosolo, era stata notata la presenza di “numerose tombe antiche”(in località detta Casate).
Tutti i dati, noti esclusivamente da fonte bibliografica, suggeriscono l’esistenza nella zona di una o più necropoli. Il ritrovamento delle tre urne e dell’ara testimoniano che almeno due di queste are sepolcrali erano ad incinerazione, in uso quindi tra la tarda età repubblicana e la prima età imperiale.
La dispersione dei reperti, a parte due urne, non consente di giungere a una puntualizzazione cronologica delle evidenze.

Bibliografia:
Gorizia e la valle dell’Isonzo: dalla preistoria al Medioevo (Monografie goriziane, Libro primo: archeologia), Gorizia 2001
– Brumat Della Sorte G., Tracce della presenza romana a Turriaco, in Bisiacaria, 1988

Fonte:
https://patrimonioculturale.regione.fvg.it

Recenti rinvenimenti:
Un nuovo sepolcreto.
Durante lavori per la nuova condotta idrica sono venute alla luce quattro sepolture ad inumazione, che sono state oggetto di recupero sotto la direzione scientifica della Soprintendenza. Le tombe, interamente scavate, presentavano il corpo dell’inumato disposto direttamente sulla terra o su un piano di mattoni, protetto da tegoloni disposti a doppio spiovente, secondo una modalità ampiamente attestata in età imperiale romana. Le inumazioni hanno restituito non solo i resti delle ossa appartenenti a individui adulti, ma anche alcuni oggetti di corredo, ad esempio lucerne, che consentono di fissare la cronologia fra il II e III secolo d.C.
La scoperta del sepolcreto ha notevole interesse scientifico, dal momento che, fino a questa scoperta, la zona di Turriaco risultava estremamente povera di rinvenimenti archeologici, forse per la prossimità al corso del fiume Isonzo e per le numerose alluvioni che hanno probabilmente interessato l’area. I ritrovamenti sono, dunque, rilevanti non solo per il Comune, ma anche per lo studio degli insediamenti minori posti lungo le vie di collegamento con Aquileia.
I resti delle tombe sono stati rinvenuti poco al di sotto del piano stradale e risultavano già profondamente danneggiati da precedenti lavori per la posa di condutture fognarie. Da quanto emerso dagli scavi è possibile ipotizzare che l’area sepolcrale continui sia verso Sud, sotto il marciapiede e in prossimità di un’abitazione rimasta inalterata dall’Ottocento, sia verso Nord, in direzione di un campo adibito a uso agricolo, ipotesi che solo nuove indagini potrebbero confermare.
Fonte: www.ilfriuli.it, 20 nov 2019

Periodo Storico: Età Romana
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza