ELa visita alla Grotta Nera è un viaggio nel tempo, sospeso tra natura e storia; trattasi di una cavità del Carso triestino situata a sud dell’abitato di Basovizza nei pressi del ciglione che sovrasta la Val Rosandra, immersa nella ricca vegetazione del Bosco Bazzoni, compresa nella particella sperimentale 252 di proprietà della RegioneFVG.
basovizzaIn questo sito infatti, oltre ad ammirare gli esperimenti di piantumazione fatti nella metà del 1800 ed i tipici fenomeni carsici epigei di un certo rilievo, è possibile vivere un’esperienza unica grazie ad un innovativo allestimento museale che ha ricreato nella cavità scene di vita ed abitudini delle donne e degli uomini che nella Preistoria abitarono questi luoghi.
La musealizzazione della Grotta Nera nasce da un progetto didattico centrato su due criteri guida ben delineati. Da un lato si è voluta creare un’esposizione di vita e cultura preistoriche, dall’altro si è scelto di realizzare i nuovi manufatti adottando il criterio della massima reversibilità che consenta, nel caso, il ripristino totale della cavità al suo assetto originario.
La Grotta Nera, pertanto, si propone come luogo nel quale si fa didattica della preistoria, concentrandosi in particolare sulla vita quotidiana dell’uomo dell’antichità. Ma soprattutto si fa didattica coinvolgendo tutti i sensi del visitatore, immergendolo nel buio ed in un ambiente freddo e umido, com’è quello ipogeo.
L’illuminazione selettiva dei siti lo costringe a soffermarsi su una sola delle ricostruzioni archeologiche per volta, lasciando alla voce narrante della guida il compito di traghettarlo da un’epoca a quella successiva.

basovizzaGli studi archeologici compiuti in quest’area a partire dal 1893 hanno dimostrato come la Grotta sia stata frequentata da cacciatori neolitici. I reperti rinvenuti, attraverso una serie di scavi che hanno raggiunto i due metri di profondità, sono schegge di selce, punteruoli e varie suppellettili, oggetti che sono stati inseriti e contestualizzati nel percorso sperienziale proposto dal museo, proprio per favorire la percezione degli spazi antichi e della loro organizzazione. Sono quattro le stazioni che è possibile visitare e che riproducono le ere di frequentazione del nostro Carso: il Paleolitico inferiore e medio, il Mesolitico e il Neolitico.
Nel 1913,  si constatò la consistenza del livello archeologico della cavità: dopo aver rinvenuto in superficie, sul fondo della dolina, cinque pezzi di coltellini prismatici di selce e numerose schegge dello stesso materiale, si eseguì uno scavo all’interno della grotta e a 70 cm di profondità vennero raccolti frammiste a cenere e carboni una scheggia di selce ed alcune ossa, ma non si rinvenne nessun frammento ceramico. La cavità quindi venne denominata “Caverna delle Selci”. Con questo nome è conosciuta ancora oggi nel campo dell’archeologia.
basovizzaNel 1943 nella cavità venne intrapreso uno scavo a cura della Società Triestina Speleologica. L’indagine archeologica, in una relazione manoscritta conservata presso la locale Soprintendenza, evidenziò il rinvenimento di un coltellino di selce ed un punteruolo in osso. Non si riscontrò presenza di ceramiche. Il materiale ritrovato si ritenne fosse stato dilavato dall’esterno della cavità, dove probabilmente si trovava lo stanziamento umano.
Da sempre legata alla storia dell’uomo, questa caverna carsica fu anche nominata nel Medioevo “Grotta dei Lebbrosi”, perché secondo una mai dimostrata antica credenza si racconta che qui venissero rinchiuse le persone contagiate dalla lebbra, alle quali veniva calato il cibo attraverso una piccola fessura che fora il soffitto della calotta superiore.
Gravemente danneggiata dal materiale bellico risalente alla Seconda Guerra Mondiale che venne fatto esplodere durante le operazioni di raccolta e di bonifica, prese il nome di Grotta Nera proprio perché le deflagrazioni causarono annerimenti delle pareti, la distruzione delle incrostazioni calcitiche, oltre al crollo del diaframma roccioso terminale, mettendo in luce un’altra ampia cavità fino ad allora ignota.

basovizzaInfo:
La Grotta Nera, gestita dal Gruppo Speleologico San Giusto APS, è visitabile, con l’accompagnamento di una guida, dalle scuole ed ogni prima domenica del mese su prenotazione: telefonare ai numeri 333-8389164 o 338-6416973 oppure inviare una mail a grottanera@gssg.it o a info@gssg.it.

Foto di Emilio Zangiacomi Pompanin.

Vedi depliant allegato: Grotta Nera depliant

Fonte: www.facebook.com, 22 dic 2021, Gruppo Pubblico “Sei del FVG” e www.eliconie.info

Periodo Storico: Preistoria
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza