Dalle numerose sigle e date scritte in alcuni tratti della grotta si rileva che le prime ricognizioni risalgono agli inizi del secolo scorso, ma si ignora quando venne raggiunto il fondo della cavità, che fu forse toccato da Lindner o Svetina attorno al 1839.
Risalgono senz’altro a quell’epoca i manufatti tuttora visibili in vari punti, in particolare i gradini scavati nella concrezione per agevolare il superamento di scivoli e piccole risalite; anche il cunicolo disagevole e fangoso al fondo della grotta appare in molti tratti ampliato o addirittura vuotato dall’argilla che l’ostruiva.
La grotta è attualmente chiusa da una cancellata in quanto la Società Alpina delle Giulie (chiavi), che ha ottenuto l’affittanza del terreno, vi ha installato numerosi strumenti atti a rilevare alcune caratteristiche del clima sotterraneo.
Nel 2003 varie prove con fumogeni nella parte finale della cavità hanno permesso di individuare un nuovo cunicolo, aperto con lavoro di scavo, che conduce sotto una frana. In prossimità di quest’ultima si sente in lontananza un vago rumore di scorrimento.
La cavità è articolata, a più vani, ma solo l’ampia galleria iniziale è usufruibile.
Monete, forse di età romana, sarebbero state raccolte in superficie da ignoti.

Bibliografia:
– Gherlizza, Halupca 1988; Durigon 1999
– Mario Galli (1991), La Grotta di Padriciano. in Atti del Simposio Int. sulla Protostoria della Speleologia, Città di Castello, sett. 1991: 105-111
– Caverne e grotte della Regione Friuli-Venezia-Giulia, Carlo Finocchiaro (1971), in Enciclopedia Monografica della Regione F.V.G., 1: 173-190

Fonte: https://catastogrotte.regione.fvg.it/criga

 

Periodo Storico: Età Romana
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza