L’estremità occidentale del colle di Montebello si sviluppa in una modesta altura (267,7 m slm) che domina il rione di Santa Maria Maddalena alla periferia meridionale di Trieste.
Ai piedi del colle si snoda la grande viabilità suburbana di Trieste e lungo i suoi versanti sud e sud-ovest si notano evidenti i segni causati da interventi della seconda guerra mondiale; la sommità, raggiungibile tramite strada bianca dalla frazione di Cattinara, è occupata da un serbatoio dell’acquedotto comunale, posto all’interno di una recinzione metallica.
Già agli inizi del Novecento non sussisteva alcuna evidenza della cinta perimetrale dell’abitato protostorico: il pietrame era stato impiegato nella costruzione della vicina linea ferroviaria.
Questo è lo scenario che Carlo Marchesetti, protagonista delle prime esplorazioni, riportò nel suo lavoro di censimento dei castellieri del Carso: “Le gravi alterazioni subite non permettono una misurazione precisa dell’area occupata da questo castelliere, che pare esser stato d mediocre estensione ed abitato pe lungo periodo di tempo, come lo indica la quantità e varietà di stoviglie e di altri prodotti dell’industria umana”. Come riferito, nel corso delle indagini vennero recuperati numerosi materiali ceramici, oggetti in bronzo e utensili in corno e ulteriori manufatti, databili tra il X e il V secolo a.C., provengono da interventi di scavo operati nel 1985.
Il castelliere sorse in posizione elevata, rilevante dal punto di vista strategico in quanto dominante un’ampia fascia di territorio fino alla linea di costa, oggi profondamente trasformata rispetto a quella antica. La dislocazione topografico-ambientale del colle ha indirizzato la scelta insediativa di età protostorica: sebbene la percezione del bene sia alterata dagli interventi antropici sulla sommità, il luogo mantiene inalterato il suo valore di punto panoramico e la sua valenza identitaria.
Bibliografia:
Marchesetti 1903, pp. 25-26; Moretti 1979, pp. 60-62; Flego, Rupel 1993, pp. 167-170 (con bibliografia).
Fonte: www.simfvg.it
Il materiale rinvenuto si trova al Civico Museo d’Antichità “J.J.Winckelmann” di Trieste.
Immagini: Antoniazzi Gigliola – gigliola.antonazzi@gmail.com