sartorio

Largo Papa Giovanni XXIII, 1 – Trieste.
Custodisce arredi ed oggetti d’epoca, ceramiche, biblioteca, raccolte di quadri, disegni di Giambattista Tiepolo ed una gipsoteca-gliptoteca. Venne aperto parzialmente la prima volta nel 1949, ed inaugurato nella sua totalità nel 1954. Recentemente è stato restaurato e riaperto al pubblico alla fine del 2006.
La famiglia Sartorio è originaria di Sanremo (Im), e nel 1775 aprì una filiale di commercio a Trieste, affidandone la conduzione a Pietro Sartorio, il quale, trasferitosi a Trieste con la moglie, iniziò così il ramo triestino della famiglia. Nel 1832 la proprietà fu acquistata dalla famiglia Fontana e nel 1836 Giuseppina Fontana, moglie di Pietro Sartorio, ne risulta l’unica proprietaria. Nel 1838 Giuseppina Fontana ed il marito decisero di utilizzare il palazzo come propria residenza.
L’ultima erede, la baronessa Anna Segrè Sartorio lasciò la villa in eredità al comune affinché venisse trasformata in museo, con tutto il suo arredamento. Il 18 marzo 1954 l’intero edificio fu aperto al pubblico.
L’area ove si trovano il Civico Museo Sartorio e le sue pertinenze era detta “dei Santi Martiri” e sin dal medioevo vi si trovavano terreni e complessi appartenuti agli ordini religiosi.
Dal 2003 al 2006 è stato compiuto un intervento di restauro del palazzo e del parco con il finanziamento del Comune di Trieste e della famiglia Costantinides (già mecenati di altri interventi presso il Museo Sartorio in memoria di Giorgio Costantinides e fautori di donazioni di opere d’arte).
Nel corso dei lavori, sotto il pavimento del sotterraneo, sono stati scoperti resti di pavimenti musivi di una domus romana risalente al I secolo d.C.

Fonte: www.ipac.regione.fvg.it

Inoltre, indagini archeologiche condotte dalla SAFVG, durante gli scavi effettuati nel 2004, hanno permesso la scoperta di un significativo gruppo di 39 monete in bronzo. In ben 21 casi (pari a 53,8%), il loro pessimo stato di conservazione, ha reso impossibile una puntuale identificazione dell’autorità emittente, della zecca e della relativa cronologia. Tuttavia, a partire dalla forma, dal diametro e dal peso del tondello, si è proposta una datazione di massima, compresa tra i secoli IV-V, mentre tre piccoli tondelli, con diametro inferiore a 8 millimetri e un peso di 0,4-0,2 grammi, si collocano in pieno secolo V.

Fonte: Bruno Callegher, 2006, Trieste. Palazzo Sartorio (2004): ritrovamenti monetali, “Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici del FVG, 1, pp 103-108.

Periodo Storico: Età Romana
Localizzazione Geografica
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