Tricesimo è situato ai piedi delle prime colline moreniche, formate dall’antico ghiacciaio del Tagliamento, ed è posto a 12 km a nord di Udine.
Il nome di Tricesimo testimonia la sua origine romana: ad tricesimum lapidem significa alla trentesima pietra miliare dal porto di Aquileia. Infatti il paese si trova sulla via che da Aquileia portava a Julium Carnicum, oggi Zuglio, e al Norico, via consolare, chiamata via Julia Augusta, sulla quale due località ricordano le antiche stazioni (mansiones), segnate dai miliari: Terzo, a tre miglia romane da Aquileia, e Tricesimo, a trenta.  Secondo alcuni studiosi il primo centro venne fornito di mura per contrastare l’invasione giapidica del 52 a.C.; ne farebbe fede un’epigrafe, ora al museo di Aquileia, qui rinvenuta nel secolo scorso. Dell’importanza che ebbe Tricesimo in epoca romana resta solamente la porzione centrale di una lastra in marmo con iscrizione, inserita in una parete esterna della Pieve (l’attuale costruzione è della seconda metà del Settecento), ma non più leggibile perché murata lasciando a vista l’iscrizione del 1517 incisa sul retro.  Si data tra il II e il III sec. d.C.
Sebbene vi siano tracce di presenza umana già in epoca preistorica (come confermato da vari ritrovamenti di oggetti lavorati in selce e ceramica) si può presumere che il primo nucleo abitativo stabile risalga alla conquista romana del II secolo a.C. La prima testimonianza documentaria risale però all’Itinerarium Antonini, databile al III secolo d.C., dove compare la dicitura Ad Tricensimum indicata come la prima mansio appunto a trenta miglia da Aquileia. Alcuni reperti archeologici di epoca romana trovati sul territorio del comune lasciano ancora aperta la questione su dove si trovasse la primitiva stazione di cambio cavalli.
Una lapide rinvenuta vicino al colle di Adorgnano testimonia la costruzione delle mura della mansio (probabilmente nel I secolo d.C.), le tracce di una centuriazione e le innumerevoli tombe ritrovate in San Pelagio confermano il passaggio di un’importante strada antica e infine i nomi di località di origine prediale (Laipacco, Luseriacco, Fraelacco…) dimostrano una notevole radicazione dei coloni romani nel territorio. La presenza di nuclei di origine celtica prima e durante la dominazione romana sono indicati dal toponimo Borgobello (in friulano Borgobel o Marcubel), colle che sovrasta il centro di Tricesimo e che poteva essere anticamente sede di un luogo di culto dedicato al dio Beleno.
In epoca longobarda il territorio di Tricesimo si trovava al centro di una vasta area fortificata i cui capisaldi erano Nimis, Ragogna, Artegna e Osoppo. A questo sistema difensivo appartenevano sicuramente gli abitati di Fraelacco e di Monasteto, citati in documenti di epoca posteriore come arimannie. Ad epoca longobarda risalgono pure le tombe ritrovate in località Casanova (presso il ponte del Cormor) e nelle pertinenze di San Pelagio, con reperti databili ai secc. VI e VII.
Questi (e altri) ritrovamenti archeologici fanno supporre che il pagus di Tricesimo sia stato abitato con continuità dopo la caduta dell’impero romano e per tutto l’alto medioevo, quando poi finì sotto il dominio del patriarcato di Aquileia. La posizione strategica, all’incrocio tra la strada che da Aquileia porta al Norico e la strada bariglaria (proveniente da Gradisca d’Isonzo) ha favorito nei secoli l’afflusso di popolazione, gli scambi e i commerci facendo di Tricesimo uno dei più importanti centri amministrativi e religiosi del Friuli collinare. La gastaldia di cui era capoluogo estendeva la sua giurisdizione su 33 paesi (detti “ville”) ed era sottoposta al diretto controllo di un ufficiale patriarcale (il gastaldo) che amministrava la giustizia sotto la “loggia del comune” e riscuoteva i tributi. Parte dello stesso territorio rientrava nella pieve (documentata a partire da XII secolo) il cui pievano veniva eletto da un’assemblea di rappresentanti di ogni villa. L’amministrazione del paese era invece affidata alla vicinia (assemblea dei capifamiglia proprietari) che, sebbene sotto il controllo del gastaldo, rappresentava una pallida forma di autonomia comunale. A dimostrazione di ciò ci rimangono gli Statuti di Tricesimo (noti a noi nella versione quattrocentesca, ma di probabile origine duecentesca), un insieme di regole riguardanti il mercato, il transito dei “forestieri”, le attività commerciali artigianali e agricole, che ci forniscono un interessante spaccato della realtà economica del tempo. Nonostante ciò Tricesimo rimane fra i comuni “minori” (a differenza di Cividale, San Daniele, Gemona…) e non ha voce in parlamento.
In quest’epoca il paese si presentava come un nutrito gruppo di case cinto da un muro di difesa munito di torri all’esterno del quale sorgeva il duomo. Questo apprestamento difensivo non impedì comunque alle truppe del conte di Gorizia di devastare il paese nel marzo del 1289.
Poco più a nord dell’abitato si trova il castello, documentato a partire dal 1251 ma sicuramente più antico (forse sorto attorno ad una specola di epoca romana) con compiti di sorveglianza sulla strada che porta a Gemona.
Nel 1420 Tricesimo seguì la sorte del resto del Friuli finendo sotto la dominazione veneta durante la quale vennero mantenute le strutture amministrative della gastaldia dove, al posto dell’ufficiale patriarcale, venne posto un capitano che risiedeva in castello e che rispondeva direttamente al luogotenente generale della Patria del Friuli. In questo periodo si verificarono le due grosse invasioni turche del 1477 (ricordata da una lapide conservata nella sagrestia della Parrocchiale) e del 1499, incursioni che arrecarono notevoli danni agli edifici situati all’esterno della cinta muraria del paese (il duomo venne incendiato) ed agli edifici sparsi nelle campagne (incendio della chiesa di San Pelagio). Nel 1511 il centro abitato fu parzialmente coinvolto nella rivolta contadina friulana, e successivamente colpito dal terremoto del 26 marzo.

Periodo Storico: Età Romana
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza