La chiesetta dedicata a S. Antonio abate si trova ai piedi dei resti del nucleo fortificato principale del castello, a ridosso di quello che rimane della cosiddetta “seconda cinta muraria”.
L’aula liturgica nasce molto probabilmente con il complesso castellano anche se Marchetti la colloca nel più tardo XIII secolo. L’edificio presenta evidenti interventi, che si sono succeduti nel corso del tempo, e si trova ora in stato di abbandono, completamente spoglia degli arredi interni. Era probabilmente funzionante al tempo del lascito Francesco di Toppo (1876)… Alla fine degli anni Sessanta, come testimonia Andrea Benedetti in un articolo riguardante il complesso castellano, la chiesa era dotata di un altare con una piccola statua di S. Antonio. L’aula, in quegli anni, era ancora utilizzata per le funzioni religiose con la celebrazione della messa nella giornata delle rogazioni, che si facevano prima dell’Ascensione.
La chiesa, nella configurazione attuale, è a navata unica con una pianta piuttosto irregolare. Non è dotata di un portico nè di sacrestia.
La facciata, dall’impianto semplice e lineare, presenta le tracce di una sopraelevazione dell’aula. A tale fase appartiene anche la monofora campanaria a oggi piuttosto compromessa. La porta d’ingresso presenta un arco a tutto sesto ed è caratterizzata da conci in pietra…
L’interno dell’aula si caratterizza per un impianto lineare e per l’assenza di arredi. La piccola acquasantiera lapidea collocata all’interno a destra della porta d’ingresso è stata da poco asportata. La zona presbiteriale presenta una minuscola abside semicircolare con volta a catino molto bassa, all’interno i resti dell’altare, in gran parte demolito, e una piccola nicchia, di recente costruzione, che forse conteneva la statua di S. Antonio abate…
La scoperta dei lacerti di affreschi, il 18 aprile 2009 in occasione della Settimana della Cultura del 2009, grazie al dott. Paolo Casadio, e i lavori di messa in luce e restauro che sono ora previsti per giungere al recupero dell’edificio, in grave stato di degrado, forniranno certamente maggiori conoscenze della storia della chiesetta… Allo stato attuale si può solo cautamente avanzare per la decorazione dell’abside, una proposta di datazione alla fine del XIV secolo ipotizzando l’attività di uno o due pittori di formazione veneta.
Gli affreschi si estendevano anche sulle pareti dell’aula del primitivo sacello. I sondaggi hanno messo in luce, all’innesto della parete sud con l’abside parte di una figura di santo vescovo in gran parte mutilata dall’apertura della finestra rettangolare. Il santo non presenta specifici attributi: regge il pastorale con la sinistra e con la destra guantata benedice. Anche il volto è in gran parte perduto e questo rende arduo il riconoscimento del personaggio. Non si può escludere che sia raffigurato Sant’Antonio abate che, viene a volte rappresentato, in quanto abate, in abiti vescovili… Il santo vescovo è raffigurato in piedi, coperto da piviale e con la mitria sul capo… Tali caratteristiche evidenziano la cultura arcaizzante del pittore e inducono a proporre una datazione del frammento tra la fine del Trecento e l’inizio del secolo successivo…

Fonte:
Dalla Chiesa di S. Antonio abate presso il castello di Toppo di Bruno Repezza e Cristina Vescul, in Il castello di Toppo, a cura di Luca Villa, NordAdriatica, Studi e ricerche di archeologia della Sopr. FVG, Travesio 2010.
Nota sugli affreschi della chiesetta di S. Antonio abate in castello a Toppo di Travesio, di Paolo Casadio, in Il castello di Toppo, a cura di Luca Villa, NordAdriatica, Studi e ricerche di archeologia della Sopr. FVG, Travesio 2010.

Periodo Storico: Basso Medioevo
Localizzazione Geografica
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