Una chiesetta dedicata a Sant’Eufemia risulta esistente prima del 1000, mentre l’attuale costruzione risale al secolo XIV (risulta consacrata nel 1356, ed una pietra collocata sopra una finestra del lato sud porta incisa la data 1347). Fin dalle origini era dedicata alla Santa, una delle prime martiri aquileiesi, battezzata da Sant’Ermacora assieme a Tecla, Erasma e Dorotea. Anticamente era la chiesa parrocchiale di Segnacco.
segnaccoNei secoli l’edificio subì modifiche e ampliamenti (1510, data nell’iscrizione sull’architrave del portale d’ingresso scolpito in pietra in stile rinascimentale “Ente Chameraro Antonio Georgi de Sinaco Opus Fecit Fieri 1510”. Su un capitello di una colonna all’interno è riportata la data 1536).
La sagrestia venne aggiunta sul fianco sinistro del presbiterio. Durante una visita pastorale di Mons. Agostino Bruno, Canonico di Cividale e Luogotenente del patriarca Francesco Barbaro, del 6 ottobre 1601 viene descritta la chiesa, che sostanzialmente presentava già la struttura attuale.
I muri furono costruiti con i sassi recuperati dal vicino torrente Torre, con pietre squadrate per le testate d’angolo e scolpite per i riquadri di porte e finestre, con mattoni e coppi fabbricati a mano utilizzando l’argilla delle vicine colline.
Attualmente l’esterno ha un’impronta rustica, con i sassi “faccia a vista”. In origine la chiesa era intonacata e dipinta e sotto la linea dei coppi del presbiterio vi sono minimi resti dell’originaria decorazione ad affresco. La copertura è in coppi.
Sull’architrave del portale della facciata laterale sud all’interno di un sole radioso è scolpito il monogramma “IHS”. Sugli stipiti, dentro clipei tondi, sono scolpite le immagini antropomorfe del sole e della luna. Alla base degli stipiti sono scolpite le immagini di una lepre e di un cane.
Alla facciata dell’edificio è addossato un portico a capanna, eccentrico rispetto all’asse dell’aula, chiuso sul lato sinistro ed aperto, con archi a sesto acuto, sulla fronte e sul lato destro. Sul colmo della facciata è posta una bifora campanaria con tre cuspidi piramidali, forse rifatta nel XVII secolo.
segnaccoLa porta d’ingresso è rettangolare con architrave iscritto, affiancata ai lati da finestrelle rettangolari. Sulla fronte dell’atrio e sul fianco destro dell’aula e del presbiterio vi sono strette finestrelle rettangolari (non originali). All’interno l’aula è rettangolare con travatura scoperta, affiancata da una piccola navata laterale a sinistra. Il presbiterio è quadrato con volta a crociera. Il presbiterio e la navata laterale sono stati probabilmente aggiunti nel 1500.
All’interno conserva degli affreschi non firmati ma attribuiti al pittore Gian Paolo Thanner che operò nel Friuli collinare realizzando alcune pale d’altare e numerosi affreschi in una ventina di chiesette, disseminate per lo più lungo il Torre. Fu probabilmente la prima opera a fresco eseguita dal Thanner dopo il suo trasferimento a Tarcento e la prima di una lunga serie di immagini devozionali dipinte per conto di una committenza essenzialmente popolare. L’esecuzione si rivela infatti spesso frettolosa e povera di dettaglio, quasi di tipo seriale, probabilmente a causa dell’esiguità del compenso pattuito e quindi dell’esigenza di abbreviare i tempi di esecuzione.
segnaccoL’affresco principale si trova sul lato sinistro dell’arco trionfale e rappresenta la Madonna seduta in trono che tiene sulle ginocchia il Bambino Gesù, tra i santi Silvestro papa e Rocco. Alla base del trono si legge “1512 ADI 17 ZUGNO GREGOR / CURAT FECE FAR PER SUA DEVOCION”. La Vergine indossa un abito giallo oro damascato con il motivo della melagrana e un manto rosso con risvolti verdi le copre le spalle e le ginocchia. Il Bambino Gesù è in piedi, con la mano destra sollevata in atto benedicente. In basso c’è una tenda dipinta che correva probabilmente lungo tutto il perimetro della chiesa, a imitazione dei drappi utilizzati per riparare dal freddo e dall’umidità le stanze degli antichi palazzi. Quando avvenne la visita pastorale del 1601 mons. Agostino Bruno riporta che “… la cappella maggiore … è dipinta con affreschi antichi ma consunti dall’umidità …”. L’affresco con la Madonna, allora non visibile perché coperto da un altare dedicato a San Valentino, fu riportato alla luce nel 1897. Rimangono resti di affresco anche sulla parete dell’arco santo (scena dell’Annunciazione e Padre Eterno al centro) sull’intradosso (motivi a girali fitomorfi) e sul soffitto del piccolo presbiterio i cui costoloni si concludono con un peduccio figurato in pietra.
Nella chiesa era custodita la famosa statua lignea della santa titolare, una delle più importanti opere di intaglio del Trecento in Friuli considerata «il più squisito prodotto degli intagliatori friulani del secolo». Nel 1974 venne realizzata una copia, oggi collocata sull’altare principale della chiesa, mentre l’originale è visibile al Museo Diocesano di Arte Sacra di Udine (le foto in galleria si riferiscono all’originale). La figura frontale della santa è compatta, longilinea, dalla capigliatura “simile ad un panno” (Marchetti-Nicoletti) che le incornicia il volto, di un ovale pienotto. Le braccia, aderenti al corpo, reggono un modellino di città fortificata. L’abito e la corona della Santa sono finemente decorati. Il Marchetti (1955) formula l’ipotesi che, ai primi del Trecento, fosse attiva una bottega d’intaglio, il cui prodotto più alto è costituito da questa Santa. Per altri è invece opera di una bottega aquileiese. La statua venne restaurata negli anni sessanta.
All’interno della chiesa vi sono due pale d’altare: l’una raffigurante i Santi Valentino, Sebastiano e Biagio di Giovanni Battista Grassi (1555), l’altra con i Santi Silvestro, Stefano e Margherita attribuita a un pittore friulano del XVII-XVIII secolo
Nel prato antistante l’ingresso ovest della chiesa è collocata una stele di origine romana, proveniente da Aquileia, dedicata alla memoria di Chino Ermacora (1894-1957), scrittore e giornalista tarcentino, fondatore dell’Ente Friuli nel Mondo, della rivista “La Panarie” e promotore del Premio Epifania (prima edizione nel 1956). A lui è dedicato il gruppo folkloristico di Tarcento.
Tra la chiesa e il prospicente cimitero si estende il parco della rimembranza.

Fonti:
– Omelia Arcivescovo mons. Alfredo Battisti: A.D. 1974 Per la consegna della statua di S. Eufemia Udine (Arcivescovado): 25/11/1974 (http://www.alfredobattistiarcivescovo.it/wp-content/uploads/2016/04/19741125_consegna_statua_s_eufemia.pdf )
– Bincoletto Federico (a cura di). Sulle vie del Thanner. Itinerari alla scoperta di tesori d’arte nelle chiese del Friuli centro-orientale. Pro loco “Gio Batta Gallerio” di Vendoglio (Treppo Qrande) 2009
– Marchetti Giuseppe (a cura di Gian Carlo Menis). Le chiesette votive del Friuli. Società filologica friulana. Arti Grafiche Friulane 1990
– Marchetti Giuseppe e Nicoletti Guido. La scultura lignea nel Friuli. Silvana Editoriale d’Arte Milano. 1956
– Rizzi Aldo (a cura di) Mostra della scultura lignea in Friuli Catalogo. Udine, Villa Manin di Passariano, 1983. Con scritti di – Gino Pavan, Rossella Fabiani, Luciana Bros. Istituto per l’Enciclopedia del Friuli Venezia-Giulia, Udine (1983)
– Schede Ente Regionale Patrimonio Culturale della Regione Friuli Venezia Giulia
– Poster fuori della chiesa realizzati nell’ambito del Progetto per la conoscenza, diffusione e valorizzazione sul territorio del patrimonio culturale con gli Alunni delle classi quarte A, B e C a.s. 2011-2012 della Scuola Primaria O.Marinelli di Tarcento.

Info: http://edvara2.uniud.it/marchetti/document/19878/
Riferimenti per la visita: Parrocchia 0432785303; Pro Loco Tarcento 0432785392

Autore: Marina Celegon

Galleria immagini: Marina Celegon

Periodo Storico: Basso Medioevo
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza