Ad accogliere il visitatore del borgo medievale di Villafredda c’è un’antica osteria con la sua torre, che a sua volta è parte della proprietà dei vecchi nobili Liruti, signori di Villafredda. Il borgo è situato sopra ad un colle di origine morenica posto a nord di Udine, nei pressi di Tarcento. Esso rappresenta magnificamente l’unico esempio conservato nel Friuli Centrale di borgo di origine feudale, costituito com’è da una cinta murata con torri che racchiude un complesso di edifici di varia natura. I castelli, come le dimore fortificate in genere, i monasteri e le pievi furono gli elementi salienti della storia e del paesaggio medievale. Essi rappresentarono dei piccoli universi chiusi e protetti, architettonicamente definiti. Al punto da emergere in mezzo alla campagna in qualità di simbolo della presenza umana, strettamente collegati al proprio territorio e da esso determinati nelle sue molteplici funzioni economiche nel corso dei secoli.
E Villafredda, dunque, oggi si presenta ai nostri occhi come un raro esempio di borgo rurale e dalla continuità sorprendente, la cui impronta urbanistica, economica e sociale prende avvio sostanzialmente in epoca medievale – sui resti di antichi insediamenti romani – con l’arrivo in loco della famiglia Liruti nel XIV secolo.
Sull’origine del toponimo di Villafredda vi sono più versioni e tutte ci riportano molto indietro nel tempo. La più accreditata lo fa derivare dal termine longobardo o tedesco antico “Burgfried” (borgo vecchio), poi modificato in epoca medievale in “Villa Frigida”. Secondo altri, invece, deriverebbe dai termini “Villa” e “Fridu”, col significato di “difesa” o “protezione”. In ogni caso, l’esistenza di Villafredda è attestata fin dal XIV secolo: in un atto stipulato a Faedis nel 1319, infatti, una ragazza del paese andava sposa a un suo conterraneo, tale “Antonio filio quondam Binoty de Villa Frigida”.
Originario della città di Mantova – dalla quale si era allontanato per le lotte tra i Visconti ed i Torriani – Bartolomeo Mantuanus nella seconda metà del XIV secolo si stabilì in Friuli, insediandosi dapprima a Cividale, poi a Gemona ed infine a Villafredda. Suo figlio, Marquardo, fu il primo ad essere appellato “da Villafredda”.
Documenti risalenti ai secoli XV e XVI ci permettono di comprendere la volontà della famiglia di stabilire i propri possedimenti fondiari nella zona di Tarcento e di Tricesimo e ci mostrano il figlio di Marquardo, Iacobo, nonché il figlio di lui, Liruto, ed il nipote Nicolò, affaccendati ad acquistare diversi terreni e possedimenti. Fino al 1450 la famiglia portò il cognome di Mantovani poi, da Liruto da Villafredda, la discendenza, acquisito il titolo nobiliare, prese da quel momento in poi il cognome di “Liruti”.
Originariamente, quella dei Liruti era una famiglia dedita alle attività agricole, fondamento dei loro profitti nella proprietà. Appare però evidente che essi compresero i limiti di tale assetto economico, orientando così ben presto i loro interessi – con spirito ed intraprendenza borghesi – verso forme preindustriali di produzione del reddito. Si può pertanto affermare che, all’interno di un contesto ambientale, culturale ed economico di per sé immobile, a Villafredda si insediò una famiglia alquanto vivace, capace di far emergere dall’anonimato il borgo.
E ciò soprattutto in virtù della presenza di personaggi quali, fra gli altri, l’insigne storico Gian Giuseppe Liruti, autore, fra l’altro, del celebre libro in cinque volumi “Notizie delle cose del Friuli scritte secondo i tempi” (1776-1777) e che a Villafredda ebbe tranquilla dimora e sede operosa di studi. E senza dimenticare Innocenzo Maria Liruti, il nipote prediletto di Gian Giuseppe, che, legato a Napoleone, nel 1807 divenne vescovo di Verona. Nonché Antonio Natale Liruti (1773-1812), avvocato e poeta, membro della Colonia Giulia dell’Arcadia Romana, procuratore presso la Corte di Giustizia di Udine e sostituto procuratore generale e giudice presso la Corte d’Appello di Ancona. Arrivando così fino all’attuale discendenza, rappresentata dalla famiglia Puicher Biasutti, tutt’ora proprietaria ed amorevole custode della parte più cospicua ed affascinante di Villafredda.
Il visitatore che raggiunge Villa Liruti-Biasutti viene accolto dalla suggestiva torre d’accesso (la “Torresella”) dal caratteristico colore rosso e dotata di un imponente arco d’ingresso a 26 bugne. Oltrepassata la torre ed entrati nel magnifico parco che la circonda, la casa della famiglia Puicher Biasutti si presenta come un complesso articolato in sei edifici. Cinque di questi, per contiguità, danno origine ad una struttura a ferro di cavallo che racchiude  un’ampia e caratteristica corte.
La costruzione del complesso fu iniziata sul finire del ‘300, con le caratteristiche architettoniche tipiche del luogoforte a caratterizzarlo. Fu poi progressivamente ampliata e  modificata nel corso dei secoli, fino al ‘700, al mutare dei tempi e delle esigenze, produttive e di residenza.
Nell’ ‘800 Giuseppe Biasutti commissionò un importante lavoro di ristrutturazione e riadeguamento. Tale intervento comportò l’arricchimento delle sale interne con affreschi e decorazioni e la trasformazione del giardino, il quale divenne un vero e proprio parco, così come ancora oggi suggestivamente si presenta. Nello stesso periodo, su progetto del celebre architetto Raimondo D’Aronco, furono apportate delle modifiche e delle migliorie alla facciata principale, che ne risultò così impreziosita ed ulteriorme ed ulteriormente ingentilita.

Fonte:
https://www.mondimedievali.net
http://www.villafredda.com

Info:
Via Luigi Liruti, 7, 33017 Tarcento UD – 0432 792153

 

Periodo Storico: Basso Medioevo
Localizzazione Geografica
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