Nell’area immediatamente retrostante all’edificio cultuale, le cui origini paiono risalire ad epoca piuttosto antica, è possibile osservare la sporadica presenza di frammenti laterizi, portati in superficie dalle arature. L’affioramento di materiale di età romana era già stata rilevato nel 1984 da A. Tagliaferri, il quale aveva supposto che si trattasse dei resti di una struttura abitativa 238. In realtà, secondo quanto noto da fonti orali, le testimonianze vanno attribuite ad un’area funeraria, dal momento che all’inizio degli anni ’60 nella zona ad ovest della chiesetta vennero alla luce tre tombe alla cappuccina con copertura in tegoloni.
In tale occasione si individuarono anche delle tracce presumibilmente riferibili ad altre sepolture, sulla base dell’osservazione che nei periodi di siccità in alcune zone a profilo regolare l’erba si manteneva verde, evidentemente a causa di un più alto grado di umidità del terreno interessato dalle presenze archeologiche rispetto a quello circostante.
L’unico reperto significativo documentato consiste in un puntale di anfora di produzione africana, verosimilmente ascrivibile per dimensioni e caratteri morfogici al cd. “contenitore cilindrico di grandi dimensioni della tarda età imperiale”, che fu utilizzato per il trasporto delle merci tunisine (olio e salse di pesce) dal V agli inizi del VII sec. d.C.. La sua presenza nel contesto in esame può essere forse considerata come indizio dell’esistenza nel sepolcreto, oltre che di tombe alla cappuccina, anche di deposizioni entro anfora, secondo un uso attestato piuttosto di frequente nelle necropoli romane, specialmente nel periodo tardo-antico.
Vedi anche la scheda “Talmassons, Chiesa di S. Silvestro”.

Bibliografia:
– T. Cividini, Paola Maggi, Presenze romane nel territorio del Medio Friuli 6. Mortegliano Talmassons, 1999, p. 138.

Periodo Storico: Età Romana
Localizzazione Geografica
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