È uno dei simboli di Spilimbergo, sorge sulla sommità di un rilievo che fa da argine naturale alle acque del vicino Tagliamento.
Sicuramente l’area fu già utilizzata in epoca romana per scopi difensivi ed è quindi naturale che tale funzione fu continuata e potenziata nei secoli successivi.
Sulla sua origine in passato sono state avanzate molte ipotesi (castrum romano, fortilizio di età longobarda o franca), ma nessuna suffragata da prove;  sondaggi archeologici effettuati negli anni Novanta hanno riportato alla luce tracce riferibili all’XI secolo (resti di una palizzata di legno). La fondazione potrebbe risalire proprio a questo periodo. Intorno al castello si sviluppò molto presto il borgo più antico.
Il primo documento noto parla del testamento (1122) con cui il duca Enrico II di Carinzia disponeva dei suoi beni a favore di Ottocaro di Stiria. La famiglia (Spengenberg) che fu infeudata del castello era, come molte altre nel Friuli, di origine tedesca.
Il problema del toponimo, dopo lunghe e spesso contraddittorie interpretazioni, ha trovato recentemente soluzione: deriverebbe dai temi germanici spenge- nel significato di falco, e –berg nel senso di castello o di collina (pur trovandosi sul piano, infatti, il castello sorge su un promontorio in riva al Tagliamento). Pertanto corrisponderebbe a “castello del falco” o “collina del falco”, similmente alla cittadina di Monfalcone. Quanto alla forma moderna Spilimbergo, essa non sarebbe altro che la deformazione popolare del nome germanico.
La costruzione occupò lo spazio disponibile con una forma circolare e con uno spazioso cortile interno, protetta da un fossato che si poteva oltrepassare solo con un ponte levatoio. L’insieme delle costruzioni castellane giunte sino a noi è il risultato di varie fasi costruttive, fra le quali spicca la facciata dipinta del palazzo quattrocentesco con belle trifore gotiche e rinascimentali e con affreschi attribuiti al Bellunello, databili tra il 1480 e il 1490.
Non è possibile ricostruire come il castello apparisse all’epoca, poiché questo venne distrutto, demolito e ampliato più volte. Nel 1313 è noto che il castello fu ampliato e restaurato per mano di Giovanni da Spilimbergo, in seguito a diversi assedi susseguitisi durante il XIII secolo. Ciò che oggi è visibile del castello di Spilimbergo, dunque, non risale a un originario edificio, ma a una serie di modifiche che si sono venute a sommare durante i secoli. Infatti nel 1411 venne distrutto, nel 1511 per mano dei popolani subì un incendio, in seguito al quale l’ala sud non venne più ricostruita, fu ancora modificato nel 1566; nel 1865 venne demolita la torricella sul ponte e ampliato l’ingresso, vennero inoltre effettuati altri cambiamenti (scomparsa del ponte levatoio, delle torri, delle merlature, di terrazze e giardini) che portarono all’attuale configurazione.

Superato il fossato, di circa 15 metri di profondità, e la torre di guardia, un tempo separata dagli altri edifici, il castello si presenta come un complesso di edifici disposti ad anello attorno l’ampia corte centrale.
Sul lato nord (a sinistra) il primo palazzo che si incontra è il Palazzo Tadea, distrutto dall’incendio del 1511 e ricostruito nel 1566 per opera di Tadea, moglie di Bernardino di Spilimbergo, assecondando il volere del marito, prematuramente scomparso. Di nobile architettura, ricostruito in stile rinascimentale, presenta al suo interno un ampio salone decorato con stucchi seicenteschi; oggi il palazzo appartiene al Comune, ospita a piano terra la Fondazione Furlan e, all’ultimo piano, la sede del Centro Ricerca e Archiviazione Fotografica.
Proseguendo si vede il Palazzo ex Ciriani, oggi Furlan. Al suo interno si trova un fregio di 11 metri di lunghezza e tre medaglioni in stucco, realizzati da Giovanni da Udine, e un affresco del Pordenone: La Minerva alata; l’edificio, severo nell’insieme, con muro faccia a vista, presenta finestre di pietra in stile rinascimentale. Oggi il palazzo è di proprietà privata.
Quindi, si vede il Palazzo Troilo (ala est), edificato da messer Troilo in seguito all’incendio del 1511. Nel 1544 fu affrescato da Marco Tiussi con pitture che ben presto si rovinarono; nel 1864, quando il Friuli era sotto l’autorità austriaca, il palazzo venne affidato al Comune e fino al 1968 fu utilizzato come carcere. Oggi si possono ancora vedere due celle al pianterreno.
Il Palazzo più importante e di maggior effetto scenico è sicuramente il Palazzo Dipinto, ricostruito alla fine del Trecento sulle rovine di un edificio distrutto in seguito ad un incendio; questo palazzo fu l’unico che scampò alla distruzione provocata dall’incendio del 1511. Fu abitato da Irene di Spilimbergo e ospitò Carlo V nel 1532, Bona Sforza la regina di Polonia nel 1556 e anche Enrico III di Francia nel 1574. Ciò che subito colpisce è l’estensione dell’affresco, è affascinante osservare come una superficie così ampia viene risolta mescolando motivi tradizionali con motivi innovativi come cavalli impennati, dame e paggi; l’opera artistica, realizzata pare dal Bellunello, esprime ancora la bellezza originale e i colori utilizzati conferiscono tutt’oggi grazia e armonia. Inserite nella facciata, vi sono due trifore, una in stile gotico e l’altra in stile rinascimentale (1582); ad abbellire ulteriormente la facciata non mancano elementi in pietra realizzati dal Pilacorte: due balconi traforati e il poggiolo. All’interno si conservano il fregio d’armi dipinto dal Pordenone e i vecchi stemmi marmorei degli Spilimbergo, degli Zuccola, dei Solimbergo e dei Trusso. Attualmente al piano terra il palazzo ospita il ristorante “La Torre”.
Il prolungamento del Palazzo Dipinto è testimone della precedente presenza di un’altra ala del castello, che raccordava l’ala est con quella ovest; questa parte, però, in seguito all’incendio del 1511 non venne più ricostruita e oggi permette quindi un’ampia e suggestiva vista sul Tagliamento.
A ovest, infine, si incontra una serie di edifici, di proprietà privata, che chiudono l’anello, permettendo di giungere nuovamente alla torre.

Fonte: www.prospilimbergo.orginfo@prospilimbergo.org

                                        Dipinto di Raffaello De Gottardo (https://www.ilfotomatico.com/pordenone-castelli-libro/)

Spilimbergo: Palazzo di Troilo, all’interno del Castello.

Periodo Storico: Basso Medioevo
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza