La località viene ricordata fra le pievi della Diocesi di Concordia nella bolla pontificia del 1184 di Urbano III (Plebem de Lestans). Il suo toponimo deriva da un prediale romano “Estius” (territorio di Estius, quindi “estianus”) e, a conferma delle sue origini romane, sono i numerosi reperti provenienti da ville rustiche e necropoli.
In epoca medioevale, la villa de Lestano è sotto la giurisdizione dei Conti di Castelnovo, dei Conti di Gorizia, mentre dal 1511 sino al periodo napoleonico, sotto i Conti Savorgnan.
La Villa Savorgnan, costruita nella II metà del 1500, fu loro residenza estiva e sede giurisdizionale del feudo. L’elegante villa con i suoi molteplici corpi di fabbrica ospita una raccolta archeologica che comprende principalmente i resti di una piccola necropoli in uso fino ai primi decenni del II sec. d. C. insieme con altro materiale del periodo altomedievale.

Materiali preistorici a Villa Savorgnan, di Denis Anastasia, Dino Candon, P. Dalla Bona, Paola Visentini, in Il Barbacian, Anno XXXIV n. 1 – Ag. 1997.
La Villa Savorgnan, degli omonimi Conti del rano del Monte e discendenti di Gerolamo Savorgnan, è ubicata nel cuore dell’abitato di Lestans. Il suo impianto originale risale al XVI sec. e fu rimaneggiato nel corso del XVIII sec. (1)
Dopo il terremoto del 1976, la villa fu restaurata ed è ora adibita a centro culturale polivalente e, dal 1991, è anche la sede espositiva permanente di materiale archeologico di varie epoche (preistoria, protostoria, età romana, medievale e rinascimentale).
I reperti esposti nella Villa Savorgnan provengono dall’alto spilimberghese: area geograficamente distinta dai confini naturali del fiume Meduna ad ovest, del torrente Cosa ad est, dei primi contrafforti delle Prealpi Carniche a nord e della linea Gaio-Istrago a sud.
La raccolta di materiale archeologico iniziò nel 1973 quando, a seguito della costruzione delle case popolari di via dei Tigli a Lestans, venne alla luce una necropoli del periodo romano-imperiale (I-II sec. d.C.). In occasione dello scavo di tale necropoli, condotto dalla dott.ssa Luisa Bertacchi, direttore archeologo della Soprintendenza dei B.A.A.A.A.S. del Friuli Venezia Giulia, molti volontari del Circolo Culturale G. Ciani ebbero l’occasione di avvicinarsi all’archeologia. Nacque così l’idea di costituire un gruppo archeologico (il gruppo Archeo 2000) per il recupero del materiale disperso e per la promozione di ricerche e di studi condotti in accordo con la Soprintendenza Regionale.
In quest’ottica vennero svolti alcuni sondaggi al castello di Pinzano al Tagliamento, presso il presunto tumulo di Costa Beorchia e ad Ampriano di Pinzano al Tagliamento, dove alcune scoline avevano messo in luce delle strutture archeologiche.
Negli ultimi anni le ricerche hanno condotto all’individuazione di numerose località archeologiche che sembrano poter suggerire come questo territorio sia stato intensamente popolato in epoca preistorica.
Le più antiche testimonianze di frequentazione umana risalgono al Paleolitico medio (200.000-35.000 anni fa) e sono rappresentate da tre concentrazioni di manufatti litici rinvenuti sporadicamente in comune di Sepuals. Questi rinvenimenti sono estremamente importanti poichè il Paleolitico medio della nostra provincia è conosciuto per ora solo grazie ai risultati dello scavo condotto nel 1972 dall’Università di Ferrara alle grotte Verdi di Pradis (2) e al ritrovamento di un manufatto presso la località Campanon di Aviano (3).
Alcuni strumenti in selce riferibili con buona approssimazione al Paleolitico superiore (35.000-10.000 anni fa) ed esposti alla Villa Savorgnan sono il frutto, invece, delle esplorazioni eseguite dal Gruppo Speleologico Pordenonese in una grotta posta in comune di Campone. Tale rinvenimento si inserisce in un quadro di frequentazione dell’area montana e pedemontana della nostra provincia che vede tra i siti più ricchi: Piancavallo (4), le Grotte Verdi di Pradis, Palù di Livenza (5), Aviano-Pian delle More (6) e due località a ridosso delle Prealpi Carniche nel comune di Aviano (7).
Per quanto concerne il Mesolitico, che nell’alto spilimberghese è rappresentato solo nel suo momento finale (Mesolitico recente), sono state individuate le seguenti località: Ampiano in comune di Pinzano al Tagliamento, dove sono stati raccolti numerosi manufatti litici: nuclei, microbulini, grattatoi e trapezi (8), e alcune stazioni individuate in montagna (comune di Travesio), ad una modesta altitudine.
I complessi litici, riferibili ai cacciatori raccoglitori mesolitici, raccolti nell’intera provincia, ad esempio a Giais (9), a Palù di Livenza e a Castel d’Aviano (10) sono accumunati dalla mancanza di qualsiasi contesto stratigrafico di riferimento, essendo il frutto di raccolte di superficie che, per quanto ricche da punto di vista tipologico e quindi ben caratterizzate, non possono restituirci un quadro chiaro del popolamento. Vengono pertanto a mancare i dati necessari per l’interpretazione del processo di neolitizzazione, che ha condotto le popolazioni di cacciatori raccoglitori ad una economia di produzione basata sull’agricoltura e sull’allevamento.
Le prime fasi di questo processo sono note in provincia nei siti di Fagnigola e Valer di Azzano Decimo, entrambi ubicati nella bassa pianura friulana. La scelta di tale territorio doveva essere legata alla necessità di sfruttare terreni adatti all’agricoltura e di praticare ancora quelle attività di caccia e raccolta tipiche del periodo precedente.
Riferibile a questo momento estremamente importante della storia dell’uomo sembra essere il ritrovamento di alcuni manufatti litici a sud del centro abitato di Spilimbergo rinvenuti dal sig. Riccardo Santarossa di Sedrano. Questo rinvenimento è chiaramente importante poichè si configura come l’unica stazione preistorica riferibile a questo momento cronologico sinora nota per l’alta pianura (11).
Le successive fasi neolitiche, la cui definizione è attualmente in corso di studio, sembrano essere molto ben rappresentate nel territorio tra i comuni di Pinzano al Tagliamento, Spilimbergo e Sequals. Purtroppo, la preliminarità delle ricerche stratigrafiche sinora condotte in provinvia limitatamente ai siti di Palù di Livenza e Palazzine di Sopra di Bannia non permette di meglio chiarire ed inquadrare cronologicamente i rinvenimenti sinora effettuati nell’alto spilimberghese.
Per quanto riguarda le prime fasi dell’età dei metalli le tracce sono estremamente labili, si tratta di singoli strumenti rinvenuti sporadicamente come la punta di freccia a peduncolo ed alette trovata a Pontaiba e donata alla collezione dalla signora Chieu.
Attualmente, il territorio compreso tra i fiumi Meduna e Tagliamento sembra essere in grado di restituire un quadro abbastanza completo del popolamento preistorico, che potrà essere meglio definito solo se, accanto all’indispensabile ricerca di superficie, si procederà ad interventi in profondità programmati e mirati alla soluzione dei problemi tuttora aperti.

Inoltre, di epoca romana si possono ammirare vari corredi tombali provenienti dalle necropoli di epoca imperiale di Lestans e da Borgo Ampiano, costituiti da fibule del tipo Kraftigprofilierte fibeln, Aucissa, Gurina, con assi in bronzo di Claudio, Nerone, Traiano, Adriano; alcuni anelli con corniole (una raffigurante Minerva), balsamari in vetro e ollette.
Sono esporte lucerne firmalampen a canale aperto con marchio APRIO, FORTIS, FRONTO, LUCIUS.
Provenienti da un saggio di scavo del castello di Pinzano al Tagliamento sono esposti frammenti di anfore del tipo Dressel 6A, delle quali, una con cartiglio “A.Q.G.”.
Da Meduno, loc. Ciago sono esposti i reperti rinvenuti dallo scavo di una villa romana (III-IV sec. d.C.) tra i quali spicca un’interessante fibula di un guerriero a cavallo, una lucerna ed alcune campanelle in bronzo.

Testimonianze del medioevo del Friuli Occidentale sono per eccellenza i numerosi castelli pedemontani, e le antiche chiese ed oratori.
I castelli pedemontani, sono una miniera importante di informazioni e la loro collocazione in altura offre oltre ai resti monumentali spunti interessanti per passeggiate naturalistiche.
Recenti scavi e saggi hanno fornito testimonianze di frequentazioni precedenti di epoca romana ed altomedievale. Ciò dimostra l’importanza assunta da alcuni siti strategici posti in altura a controllo di guadi e strade (un esempio è il castello di Pinzano interessato da un insediamento di epoca romana).
Da Col Monaco di Castelnovo, proviene un elemento di cintura con decorazione ageminata di epoca longobarda (durante lo scavo delle fondazioni per la ricostruzione della chiesa, post-terremoto, erano emersi parecchi embrici di epoca romana).
Dai presso dell’Oratorio di San Zenone di Lestans, provengono una placchetta carolingia raffigurante “i Re Magi da Erode” ed un crocefisso in bronzo.
Sono inoltre esposti numerosi reperti provenienti dai castelli di Toppo, Pinzano e Solimbergo, nonchè reperti ceramici rinascimentali da uno scavo archeologico di una discarica di una fornace rinascimentale di Castelnovo del Friuli, loc. Cruz.

Note:
1. TRAME U. (a cura di) 1988 – Il Friuli Occidentale e Venezia nel ‘700. La Cultura della Villa, Edizioni Biblioteca dell’Immagine, Pordenone.
2. CORAL P. 1980 – Le più antiche culture preistoriche della “Ladinia” (Paleolitico e Mesolitico), Ladinia, IV, pp. 183-218, pp. 178-181.
3. GHERARDINGER, M.E. e TONON, M. 1882 – Aviano Campanon (PN). In Tonon, M. (a cura di) Mammut 89, p. 190. GEAP Pordenone.
4. GUERRESCHI, A. 1975 – L’Epigravettiano di Piancavallo (Pordenone). Preistoria Alpina, XI, pp. 255-293.
5. MONTAGNARI KOKELJ, E. 1992 – Caneva Palù di Livenza (Pn). In Tonon, M. (a cura di) Mammut 89, pp. 190-194, GEAT Pordenone.
6. GHERARDINGER, M. E. 1992 Aviano Pian delle More (Pn) 1992. In Tonon M. (a cura di) Mammut 89, GEAP Pordenone, pp. 186-188.
7. VISENTINI P. 1997 – I materiali della raccolta “Santarossa” nel quadro della Preistoria del Friuli occidentale. In Pettarin, S. e Visentini P. I segni della storia. Ciclo di conferenze. San Quirino – aprile 1997. Edizioni Comune di San Quirino.
8. ANASTASIA, D., CANDON, D., TASCA, G., VISENTINI, P. – Borgo Ampiano: recenti rinvenimenti preistorici e protostorici. Bollettino della Società Naturalisti “Silvia Zenari”, vol. 19, pp. 91-100.
9. GRILLO A., TASCA G., VISENTINI P., ZAMBON N., ZIN L. – 1992 recenti rinvenimenti preistorici e protostorici nella Destra Tagliamento (prov. di Pordenone), Atti della Società per la Preistoria e Protostoria della Regione Friuli Venezia Giulia. VII, pp. 209-225.
10. GASPARDO D. (a cura di) 1997 – Siti preistorici del Friuli Occidentale. GEAP Pordenone.
11. VISENTINI P. 1997 – Il Neolitico nel Friuli occidentale. In Gaspardo D. (a cura di) Siti preistorici del Friuli Occidentale. GEAP Pordenone.

Info:
33090 Lestans, Piazza I Maggio, 1 – Villa Savorgnan, sabato, ore 15 – 17; domenica, ore 15 – 17; in altro orario e giornate, telefonare al 3394427806, tel.: 0427 91279
Url: http://www.archeo2000.it/

Periodo Storico: Età Romana
Localizzazione Geografica
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