La Chiesa Parrocchiale di Sant’Andrea Apostolo, posta in zona elevata, domina il Paese di Sequals e la sottostante piana. All’attuale edificio si accede attraverso una maestosa gradinata in pietra di 83 gradini. All’interno esso conserva opere risalenti al XVI secolo di Giovanni Antonio Pilacorte (1455 ca. – dopo il 1531), numerose pale ed opere in mosaico di epoca diversa.
La tradizione vuole che sul colle dove ora sorge la chiesa sorgesse una struttura fortificata. Della struttura difensiva rimane un’antica torre, in conci di pietra squadrati e non, trasformata in campanile nel XVII secolo e tracce dell’antica cortina sono ancora visibili nell’area (vedi scheda archeocarta https://www.archeocartafvg.it/portfolio-articoli/sequals-pn-centa/).
Si hanno notizie certe di un piccolo edificio sacro esistente prima del 1449, anno in cui la comunità fu eretta in parrocchia, svincolandola dalla dipendenza dalla pieve titolare di San Pietro in Travesio dalla quale si staccò ulteriormente nel 1500 quando il parroco si rifiutò definitivamente di andare a Travesio per la benedizione dell’acqua per la veglia pasquale.
In tale periodo la chiesa, che già conteneva il fonte battesimale datato 1497 prova evidente dell’autonomia parrocchiale, venne ampliata per rispondere all’aumento della popolazione.
Il 27 luglio del 1679 un fulmine danneggiò gravemente sia il campanile che la chiesa. Dopo molti anni venne deciso di costruire una nuova e più ampia chiesa nel luogo della vecchia. Ultimata entro il 1770, la chiesa divenne consacrata il 23 settembre 1810. Oggi si presenta a navata unica, con facciata con timpano sporgente ed oculo, scandita da quattro lesene con al centro il portale. L’ampia e luminosa navata è scandita dal ritmo delle lesene e da un cornicione su cui si imposta la volta, con lunette in corrispondenza delle aperture e delle sottostanti coppie di altari marmorei.
Della chiesa quattrocentesca si conserva il fonte battesimale di Giovanni Antonio Pilacorte, lo scultore proveniente da Carona che fu il principale protagonista della scultura in pietra in Friuli tra Quattrocento e primo Cinquecento e che operò ampiamente in zona. Alto 110 cm, esclusa la copertura lignea settecentesca, il fonte è collocato alla sinistra dell’ingresso ed è delimitato da una doppia balaustra chiusa da un cancelletto in ferro battuto.
Sul bordo la coppa reca la data del 1497 e la scritta “QVICUMQUE VULT SALVUS FIERI 0PORTET UT TENEAT CATHOLICAM FIDEM MCCCCLXXXXVII”, ovvero “chiunque voglia essere salvo è necessario mantenga la fede cattolica”, parole con cui inizia il “Credo di Fede Atanasiano”, attribuito a sant’Atanasio, arcivescovo di Alessandria d’Egitto.
Un esplicito richiamo ai Vangeli si ritrova nei quattro putti addossati al fusto a palma del fonte, dall’espressione sorridente e giocosa, che reggono con una mano la coppa del fonte e con l’altra i quattro Vangeli. Essi sono affiancati lungo la base dai simboli dei quattro evangelisti con figure a mezzo busto, accucciate o in piedi, con i nomi scritti ai piedi dei putti. La coppa è decorata da una fascia con sette testine di cherubini in bassorilievo, ognuno caratterizzato da una diversa espressione.
L’area battesimale è delimitata dalla doppia balaustra con l’Annunciazione (datata 1504), proveniente dalla chiesa di san Nicolò e qui ricomposta nel 1932, alle cui estremità vi sono due mezze figure a tutto tondo con l’Angelo annunciante, dalla lunga capigliatura e dalle vesti percorse da un ritmico panneggio, e la Madonna, dallo sguardo abbassato, le mani incrociate sul petto ed avvolta da un mantello che le copre il capo. Sulle due parti della balaustra corrono due iscrizioni, a sinistra «L(a) ETATVS • SV(m) • IN • 0(mn)ÌBVS •OPERIBus . TVIS/… TVARVM…» [Sono allietato in tutte le tue opere… delle tue… (dal salmo di Davide 142,5)] e, a destra, «…A OB SOLLICITVDINÉ(m) • M(agistri) • lO(hannis) • ANT(onii) • PILA(cohortae) (c)OMPOSVlT . ANN(o) M° • D° • IIII° » [Per la premura del Maestro Giovanni Antonio compose nell’anno 1504 ].
I pilastrini sono percorsi e animati da raffinate decorazioni a candelabra e le colonne terminano con capitelli a foglia sormontati da motivi a palmette alternati da teste di cherubini in rilievo, fiori a quattro petali e girali fitomorfi.
L’edificio di culto prima del 1740 era a navata unica con tre altari. Sopra l’altare del coro vi era un’effigie di Maria Vergine, forse opera di Giovanni Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone o dell’Amalteo (suo genero), che nel XVI secolo decorarono diverse chiese nella zona. Documenti citano anche la realizzazione da parte del Pordenone di un gonfalone per la chiesa. I due altari laterali erano dotati di due pale attribuite a Gasparo Narvesa, raffiguranti i santi Valentino e Floriano.
Nel 1740 quando venne iniziata la costruzione dell’attuale chiesa la precedente venne demolita. Anche la nuova chiesa è a navata unica, venne dotata di cinque altari in marmo di Carrara, provenienti da una chiesa di Venezia mentre il vecchio altare maggiore in “marmo moro” fu venduto e le tele del Narvesa vennero trasferite nella chiesa di San Nicolò.
Il primo altare marmoreo a sinistra conserva una pala raffigurante la Madonna col Bambino accanto a sant’Antonio abate e a un santo vescovo seduto in cattedra, di autore ignoto. La pala si propone come un dipinto settecentesco anche se, dopo il restauro seguito ai danni arrecati dal terremoto del 1976, per le caratteristiche tecniche è stato datato agli inizi del XIX secolo. L’ignoto artista manifesta buone capacità imitative ed una sapiente abilità nel costruire un’opera “antica” con originalità e freschezza inventiva, raggiungendo il fine di convincere e sedurre con la piacevolezza di una “grazia” settecentesca, con echi seicenteschi nelle figura della Madonna e del manierismo veneto nelle figure dei santi.
L’altare maggiore con tabernacolo a tempietto tra colonne corinzie è fiancheggiato dalle statue dei santi Pietro e Andrea che hanno sostituito quelle settecentesche oggi collocate all’inizio della scalinata. Tra le altre opere, sopra il fonte battesimale è collocata una pala con la Madonna e Santi di Carlo Gaspari (1785), sopra la porta laterale un Ecce homo di autore ignoto del XVII secolo, una Santa Apollonia con i santi Sebastiano e Rocco di Giuseppe De Gobbis (1787), mentre il soffitto della navata è affrescato con storie di Sant’Andrea di Antonio Boatto (1977).
Sequals ha una lunga tradizione nel mosaico e la chiesa è arricchita da una serie di decorazioni musive. ll presbiterio, con stalli lignei tardo tardo-settecenteschi, è decorato con un tappeto musivo a girali in marmi (Gian Domenico Facchina 1901). In mosaico sono le 14 stazioni della via Crucis su fondo oro (Gino Avon 1931), l’Annunciazione del catino absidale (Sergio Pastorutti e Elisabetta Carubia 2004) e quattro ovali in mosaico (Addolorata e il Cristo incoronato di Pietro Pellarin 1914; san Pietro di Giobatta e Vincenzo Tossut 1964 e Sant’Andrea di Piergiorgio Patrizio 2007). L’organo è del 1899.
Il campanile, realizzato sopra l’antica torre della cortina, venne colpito nel 1641 da un fulmine e restaurato nel 1775 raggiungendo l’altezza di 35 metri. Prima del 1800 venne dotato di uno dei primi orologi per torre con carica a mano della ditta Solari di Pesariis, sostituito da uno elettrico nel 1954.
La chiesa subì in seguito danni considerevoli in occasione del terremoto del 1812, per la caduta di un fulmine nel 1828 e, da ultimo per il terremoto del 1976. Nel 1982 venne riaperta al culto dopo i restauri.

Fonti:
– Bergamini Giuseppe. Giovanni Antonio Pilacorte lapicida in: Pordenon: 47n Congres, 20 setembar 1970
– Bergamini Giuseppe (a cura di) Guida Artistica del Friuli Venezia Giulia. Associazione tra le Pro Loco del Friuli Venezia Giulia. 1999
– Bergamini Giuseppe, Dei Rossi Vieri, Reale Isabella. Pilacorte in Friuli: guida alle opere Clauzetto: Associazione Antica pieve d’Asio; Udine: Società filologica friulana, 2021
– Dalla Pozza Giuseppe. Sequals: testimonianze di fede e di opere. La Tipografica 1982
– Reale Isabella Le chiese di Sequals e di Solimbergo Deputazione di Storia Patria per il Friuli 2020
– Zecchinon Leonardo La chiesa di Sant’Andrea In: Sot la Nape, a. 68, n. 2 (avrîl-jugn 2016)
– Sito Chiese Italiane http://chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedaca.jsp?sercd=65762

Info:
Indirizzo: Via Odorico, 11, 33090 Sequals PN
Data ultima verifica: giugno 2022
La chiesa è aperta in occasione delle funzioni

Autore: Marina Celegon

Galleria immagini: Marina Celegon

 

Periodo Storico: Basso Medioevo
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza