L’antica Chiesetta dei Santi Pietro e Paolo si trova al centro dell’antica cortina di Sedegliano, costruita a terrapieni e con valli concentrici in parte ancora visibili. Pur ridotta nelle dimensioni conserva importanti opere lapidee di Giovanni Antonio Pilacorte (1455 ca. – dopo il 1531) ed affreschi attribuiti a Gianpietro da Spilimbergo della fine del XV secolo o inizio XVI.
Sembra che la cortina sia sorta tra il VII e l’XI secolo, forse su di un castelliere preistorico, e che una chiesa all’interno della cortina fosse già presente prima dell’anno mille. Cortina e villa, il gruppo di case poco distanti dalla cortina (vedi scheda dedicata), appartenevano da tempo immemorabile alla Chiesa di Aquileia e risentirono delle lotte che travagliarono il Friuli nel XIII secolo tanto che nel 1256 le opere di difesa della cortina vennero rinforzate e l’area venne cinta di mura con torre d’ingresso. Nella relazione di una visita pastorale compiuta nel 1603 è riportato che la chiesa era situata in luogo, distante dalle abitazioni della villa, in cui vi erano i resti “di un antico castello cinto di mura e fortificato, raggiungibile attraverso la porta di una torre”.
La chiesa, risalente al tardo ‘400 (come attesta la data 1497 sull’architrave del portale), fu a lungo l’antica Parrocchiale di Sedegliano. Divenne ad un certo punto inadeguata ad ospitare il crescente numero dei fedeli e nel 1753 la Parrocchia venne trasferita nella nuova chiesa di Sant’Antonio Abate (vedi scheda dedicata) costruita non più all’interno della cortina bensì nell’abitato. Da questo momento ebbe inizio il decadimento dell’antica chiesa dei Santi Pietro e Paolo. Nel 1772 crollò il piccolo campanile rovinando sull’angolo meridionale dell’edificio e poco prima era stata demolita anche l’unica torre della cortina che era fino ad allora sopravvissuta. Ad inizio del ‘900 il parroco e i capifamiglia di Sedegliano, non avendo i mezzi per restaurare la chiesa, decisero di demolire gran parte dell’edificio in rovina, conservando solo il coro con funzione di cappella cimiteriale.
L’attuale chiesetta non è altro quindi che il presbiterio poligonale (semiottagonale) dell’antica chiesa attorno alla quale si trova il cimitero che occupa parte dello spazio interno dell’antica cortina. Nei lavori di primo novecento, oltre ad essere sostanzialmente demolita l’aula, è stato chiuso l’arco trionfale, che è divenuto di fatto la facciata della chiesetta, collocandovi l’antico portale davanti al quale, nel 1938, è stato aggiunto un atrio rettangolare trasverso coperto a padiglione al quale si accede attraverso un cancelletto in ferro battuto. Sopra il portale si apre un piccolo oculo decentrato. Sul colmo della facciata è collocata un’armatura in ferro che sostiene una piccola campana. Un motivo di archetti intrecciati in cotto corre sotto la gronda.
Il portale della chiesetta, proveniente dall’antico edificio parzialmente demolito, venne commissionato dalla comunità di Sedegliano a Giovanni Antonio Pilacorte, uno dei più importanti lapicidi della sua epoca. All’epoca i lapicidi lombardi erano di moda e Pilacorte, nato a Carona sul lago di Lugano probabilmente nel 1455, si trasferì in Friuli ed aprì bottega a Spilimbergo dove risulta abitare nel 1490. Le iscrizioni, che riportano la firma e, a volte, il luogo di nascita, la data di esecuzione dell’opera, il nome del camerario della chiesa e altro ancora, sono uno dei due segni di riconoscimento del Pilacorte mentre l’altro è costituito dai suoi celebri cherubini alati, scolpiti un po’dappertutto.
Il portale della chiesa dei Santi Pietro e Paolo è uno dei più belli realizzati dal lapicida, strombato e contornato da un motivo a catena e da volute vegetali, è decorato con una teoria di ben 19 testine di cherubini, dalle più svariate espressioni e capigliature e con i volti orientati in varie direzioni, intervallati, rispettivamente a sinistra e a destra.
Negli stipiti sono collocati due bassorilievi con i santi titolari Pietro e Paolo, scolpiti a mezzobusto ed appoggiati su due coppe a foggia di acquasantiera. San Pietro tiene in mano la chiave ed un libro ed è rappresentato con la barba arricciata e le rughe sulla fronte mentre San Paolo dalla lunga barba fluente tiene in mano la spada ed un libro.
Le basi degli stipiti riportano i nomi dei committenti e la firma del Pilacorte “Opera di Giovanni Antonio Pilacorte. Fece con i buoni auspici di Dio”, con la data del 1497. Nell’architrave, sotto l’iscrizione dedicatoria ai santi Pietro e Paolo protettori del luogo, un’altra scritta, parzialmente perduta ma visibile in foto d’epoca, recitava originariamente il monito, che si ritiene derivi da un passo del De legibus di Cicerone [II,19 “Divos adeunto caste, pietate adhibento” (Dovranno avvicinarsi a questo luogo con devozione)], monito che il Pilacorte riportò anche nel disegno da lui firmato e datato 1501, per il progetto della facciata di un edificio sacro, probabilmente per il duomo di Pordenone.
In passato è stata segnalata la presenza di una figura in pietra del Padre Eterno sul colmo del tetto, in origine probabilmente posta al di sopra del portale nella sua collocazione originaria, statua che per ragioni di conservazione è oggi collocata all’interno della Parrocchiale di Sant’Antonio Abate.
Recentemente è stata attribuita al Pilacorte anche la mensa d’altare della chiesetta, che si presenta come un semplice piano rettangolare sul cui bordo scorre l’iscrizione “(v)ESTIMĒ(n)TA MEA SIBI ET SVPER VESTEM MEAM MISE-RVNT SORTEM 1497” ” (divisero le mie vesti tra loro e tirarono a sorte la mia tunica), riferita al salmo 21,19. Lo stile, i segni grafici e i numeri sono quelli tipicamente utilizzati da Pilacorte e la data è la stessa del portale della chiesa firmato dal lapicida.
Grazie agli inserimenti di vetrate in facciata ed alla finestra laterale è possibile vedere, almeno in parte, gli affreschi presenti all’interno.
L’originaria abside a pianta poligonale è impreziosito da affreschi d’inizio Cinquecento che si dispiegano sulle pareti e nelle vele fra i costoloni della volta. L’opera è stata attribuita a Gianpietro da Spilimbergo (operante in zona tra le fine del XV secolo e il secondo decennio del Cinquecento). Un’ipotesi alternativa attribuisce gli affreschi a Pietro da San Vito (1460 – 1535).
sedeglianoGli affreschi sulla volta contengono un Cristo risorto, figure di Santi, cherubini e dei Padri della chiesa. Sulle pareti la scena in migliore stato di conservazione, all’interno di un ciclo per lo più guasto o perduto, è la Conversione di San Paolo che cade da cavallo. Particolare è il fatto che il santo non è rappresentato folgorato sulla via di Damasco, secondo la consueta iconografia, bensì sulla via dell’antica Sedegliano, essendo stata identificata nel paesaggio sullo sfondo l’antica fortezza esistente nella Cortina.

Fonti:
– Bergamini Giuseppe. Giovanni Antonio Pilacorte lapicida. In: Pordenon : 47n Congres, 20 setembar 1970
– Bergamini Giuseppe, Dei Rossi Vieri, Reale Isabella. Pilacorte in Friuli: guida alle opere Clauzetto: Associazione Antica pieve d’Asio; Udine: Società filologica friulana, 2021
– Cescutti Maristella Piccoli tesori nascosti nel Sedeglianese In: Sot la Nape, a. 69, n. 2 (avrîl-jugn 2017)
– Cescutti Maristella. Scoperte_due_opere_inedite_attribuite_al Pilacorte – Messaggero Veneto cultura, 27 maggio 2022, p. 44
– Dei Rossi Vieri e Reale Isabella Pilacorte, indagine sul campo. Novità biografiche, epigrafiche e iconografiche in Pilacorte 500 anni dopo visto da vicino. Atti del convegno di studi 2021
– Marchetti Giuseppe (a cura di Gian Carlo Menis). Le chiesette votive del Friuli. Società Filologica Friulana. Arti Grafiche Friulane, Udine riedizione 1990
– Miotti Tito. Castelli del Friuli. Gastaldie e Giurisdizioni del Friuli Centrale. Del Bianco post 1976 (edizione numerata)
– Ottogalli Antonella (a cura di). Glesiutis: chiesette campestri del Medio Friuli [Codroipo]: Progetto integrato cultura del Medio Friuli, 2016
– Rinaldi Carlo Sedegliano Storia Arte Ambiente nel Comune di Sedegliano. Editrice Le nuova Base-Udine 1978
www.ilpopolopordenone.it/Friuli-Occidentale/San-Vito-Pilacorte-protagonista-le-nuove-scoperte-rilanciano-l-attenzione-per-l-artista

Indirizzo: Via Santi Pietro e Paolo, 38, 33039 Gradisca di Sedegliano UD
Data ultima verifica: aprile 2023

Info: la chiesetta, circondata dal cimitero, è normalmente chiusa ma l’interno è visibile dalle superfici vetrate.

Autore: Marina Celegon

Galleria immagini: Marina Celegon.

Periodo Storico: Basso Medioevo
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza