La cavità si può trovare risalendo per circa 150m il torrente che passa sotto la strada, a 1400m da Savogna (circa un centinaio di metri prima del ponte di Racli), quindi girando a destra per 15m sino a raggiungere un costone roccioso lungo 25m alla cui fine si trova l’ampio imbocco.
Trattasi di un’ampia caverna che si addentra nella montagna in direzione WNW e presenta il suolo pianeggiante, terminando poi con uno stretto cunicolo ghiaioso. La larghezza si mantiene abbastanza costantemente sui 5m e l’altezza, all’inizio di 6m, dopo un po’ si riduce alla metà, mantenendosi costante sino al fondo.
Dopo alcune esplorazioni preliminari (tra il 1902 e il 1903) ed interventi di scavo non autorizzati condotti nella cavità forse dalle genti del paese vicino, nell’ottobre del 1903 il Circolo Speleologico e Idrologico Friulano organizzò una campagna di scavi. Questi vennero eseguiti, per la per la prima volta nella storia delle ricerche archeologiche in Friuli, sotto la supervisione della Regia Sopraintendenza ai musei e scavi del Veneto. Le indagini, della durata di 15 giorni, vennero dirette da L. Antonini e A. Lazzarini e portarono all’esplorazione di quasi tutta la superficie calpestabile con l’asportazione di circa 90 mq di terreno. Vennero individuati in punti spazialmente distinti “tre depositi di ceneri con avanzi di legno in parte carbonizzati” in associazione a frammenti ceramici e resti faunistici (rinvenuti anche in altri punti della cavità seppur in minor frequenza) e, sotto al terriccio, “un manufatto pavimento, di sabbia commista ad argilla, compresso e battuto, dello spessore di 3-5 cm” (Musoni 1905).
Le nuove indagini, condotte in settori della cavità già in precedenza investigati (Musoni 1904, 1905), portarono al rinvenimento, al di sotto di uno spesso crostone stalagmitico, di numerosi resti faunistici pleistocenici. In relazione al livello stratigrafico superiore, insieme al recupero di materiali diversi (“frammenti di stoviglie, alcuni utensili e numerose ossa animali”), venne intercettato un focolare, localizzato quasi a ridosso della parete di sinistra a circa 5 metri dall’ingresso. Il focolare si presentava strutturato “da due lastre di pietra poste verticalmente, fra le quali stava un battuto di argilla cotta e arrossata” (dimensioni: 0.50 m per lato e spessore 0.10 m) recante sulla superficie un deposito composto da ceneri e carboni stratificati e resti faunistici talora combusti, mentre materiali ceramici descritti come “minutamente frammentati” risultavano sparsi sulla superficie prossima al focolare.
In anni successivi agli scavi estensivi dei primi del Novecento, i soci del Circolo Speleologico e Idrologico Friulano effettuarono a più riprese ulteriori indagini nella cavità nel corso del Novecento. In base ai dati documentari, che in modo non sistematico accompagnano i materiali attualmente depositati presso il Museo Friulano di Storia Naturale, si ha ad oggi riscontro dei recuperi occasionali effettuati negli anni 1920, 1958-1959 e nel corso degli anni Settanta del Novecento.

Fonte:
https://catastogrotte.regione.fvg.it

Periodo Storico: Preistoria
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza