Tra il 2014 e il 2016 furono consegnate al Museo Civico di San Vito al Tagliamento tre piccole asce a cannone in bronzo, recuperate in momenti diversi in altrettanti siti posti a non grande distanza l’uno dall’altro in prossimità del limitare tra i comuni di Sesto al Reghena e San Vito al Tagliamento. I recuperi e le consegne al Museo di San Vito dei tre reperti si devono al sig. Luigi Rossi di Sesto al Reghena.

Fig. 1 – piccola ascia a cannone rinvenuta in superficie presso la località Casa Campatti in comune di Sesto al Reghena, a breve distanza (circa 20 m) dal margine dello spargimento di frammenti ceramici del Bronzo recente iniziale rinvenuto intorno al 2000 dal medesimo rinvenitore. Consegnata nel 2014 al Museo di San Vito.
Imboccatura subcircolare con occhiello laterale, rinforzata da robusta costolatura esterna a sezione triangolare e sottostante doppia scanalatura orizzontale, fusto rettilineo a sezione ovale con facce laterali nettamente distinte formanti un marcato spigolo longitudinale, lama nettamente distinta a taglio espanso appena arcuato ed asimmetrico e lati concavi.
Il fusto è decorato su entrambe le facce da coppie contrapposte di solcature larghe semicircolari concentriche, desinenti presso lo spigolo iniziale delle faccette laterali.
Patina bruna omogenea, all’interno del cannone ossidazioni verde azzurro; alla base dello scalino che marca il passaggio tra il fusto e la lama restano i segni di un immorsamento.
Inv. FVG 199.872. Lungh. 7,8 cm, largh. al taglio 4,6 cm, largh. all’imboccatura 3,9 cm, profondità cannone 5,2 cm. Peso: 118 g (fig. 2, 1; 3, 1).

Fig. 2 – piccola ascia a cannone rinvenuta in superficie in comune di Sesto al Reghena nella località Mondine, nel terreno corrispondente al mappale 51, presso il limite con il mappale 45. Consegnata nel 2015 al Museo di San Vito.
Imboccatura subcircolare con occhiello laterale, rinforzata da robusta costolatura esterna a sezione triangolare e sottostante doppia scanalatura orizzontale, fusto rettilineo a sezione ovale con facce laterali appena distinte formanti uno spigolo longitudinale molto smussato, lama nettamente distinta a taglio espanso appena arcuato e lati concavi. Patina irregolare nerastra e verde scuro.
Inv. FVG 199.889. Lungh. 7,8 cm, largh. al taglio 4,6 cm, largh. all’imboccatura 3,8 cm, profondità cannone 4,3 cm. Peso: 108 g (fig. 2, 2; 3, 2).

Fig. 3 – piccola ascia a cannone rinvenuta in superficie in comune di San Vito al Tagliamento, in località Santa Petronilla.
Consegnata nel 2016 al Museo di San Vito.
Imboccatura ellissoidale con occhiello laterale, deformata, rinforzata rinforzata da robusta costolatura esterna a sezione semicircolare con sottostante doppia scanalatura orizzontale, fusto appena troncoconico rettilineo a sezione ovale con lati smussati, lama nettamente distinta a taglio espanso appena arcuato e lati concavi. Patina verde molto scuro – nerastro. Fusto gravemente deformato per schiacciamento di morsa; taglio lacunoso ad una estremità.
Inv. FVG 199.961. Lungh. 7,3 cm, largh. al taglio 3,4 cm, largh. all’imboccatura 4,1 cm, profondità cannone 3,6 cm. Peso: 90 g).

Le tre piccole asce presentate rientrano in un unico tipo caratterizzato da una netta distinzione tra corpo a sezione ellissoidale, nella parte superiore, e lama trapezoidale a lati concavi distinta da un marcato scalino; il margine dell’ imboccatura è irrobustito da un ispessimento con immediatamente al di sotto due scanalature sottili; lateralmente all’ imboccatura si conserva un piccolo anello. La decorazione a solcature semicircolari contrapposte differenzia uno degli esemplari dagli altri due.
La diffusione delle asce a cannone rappresenta una innovazione tecnica che affianca in una vasta zona d’Europa a partire dal Tardo Bronzo la produzione di asce ad alette, rispetto alle quali le asce a cannone presentano alcuni aspetti di maggiore economicità produttiva ed efficienza funzionale.
Il fenomeno ha origine già alla fine del Bronzo medio con alcuni precoci esemplari distribuiti in un vasto areale comprendente il bacino mediodanubiano e la Transilvania18, verosimilmente derivanti da una tradizione tecnologica e metallurgica diffusa in area euroasiatica tra BA e BM19. L’uso delle asce a cannone si diffonde quindi rapidamente sia verso l’Europa centro-occidentale che verso i Balcani meridionali, nell’ambito dei gruppi culturali dei Campi d’Urne, dando luogo nell’arco di alcuni secoli, tra il Tardo Bronzo e la prima età del ferro, a diverse tradizioni formali e decorative macroregionali.
Nell’ambito delle produzioni del Tardo Bronzo, la penisola italiana è interessata dal fenomeno soprattutto nell’estremo nord-est (Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia), in cui ricorrono esemplari in genere riconducibili in modo più o meno netto alla tradizione carpatico- danubiana, e nell’Italia centro-meridionale, con particolare concentrazione nel sudest, con una tradizione più direttamente connessa con gli aspetti dei Balcani meridionali.
In area regionale sono ben attestate le asce a cannone di grandi dimensioni a lati diritti e taglio arcuato appena espanso, con imboccatura ellissoidale rinforzata da ispessimento a sezione semicircolare o subtriangolare, con spesso – ma non in tutti gli esemplari – fascia sottostante delimitata da sottile nervatura da cui si diparte la decorazione a nervature o solcature disposte a V al centro delle facce, e talvolta anche ad andamento curvilineo simmetrico lungo i fianchi.
Il sistema di fissaggio può essere costituito da un anello posto a lato dell’imboccatura per legare l’ascia al manico o da fori sui lati per l’ inserimento di perni. Queste asce sono prevalentemente databili tra le fasi iniziale e antica dei Campi d’Urne, in corrispondenza dunque con il BR e il passaggio al BF1 italiani (XIII-XII sec. a.C.), e risalgono a tipi molto diffusi in Europa centrale e nell’area mediodanubiana. Uno di questi esemplari, rinvenuto all’ inizio del XX secolo al margine meridionale del comune di Sesto al Reghena, attesta la circolazione anche nel Sanvitese di asce a cannone di tipi orientali. Allo stesso arco cronologico sempre in ambito regionale va riferita un’ascia a cannone da San Pietro al Natisone, conservata nella Collezione Battaglia dell’Università di Padova e caratterizzata da un rilievo trapezoidale su entrambe le facce, elemento particolarmente diffuso in area transilvana ed in Europa centrale.
Leggermente più recente, con massima diffusione nell’HaA2 – sostanzialmente corrispondente al BF2 italiano – e prosecuzione nella fase successiva (HaB1), va inquadrata, ad esempio secondo la sequenza dei Campi d’Urne della Croazia nordoccidentale, la diffusione del motivo decorativo a Y formato da nervature parallele sulla faccia delle asce a cannone; il motivo compare su un altro esemplare da San Pietro al Natisone, anch’esso della collezione Battaglia dell’Università di Padova. A partire da questo momento e nella fase successiva (HaB) diviene più frequente la distinzione tra il fusto a sezione ellissoidale e la lama piatta, elemento che in Slovenia risulterebbe sistematicamente diffuso e si ritrova nell’orizzonte Gyermely in Ungheria e negli orizzonti IV e V dei Campi d’Urne in Croazia nordoccidentale30; in particolare, asce di struttura simile a quelle qui presentate, con imboccatura irrobustita ma prive di decorazione, sono ben documentate in Slovenia e datate verso la fine del BF (HaB1).
La decorazione dell’esemplare n. 1, costituita su entrambe le facce da solcature semicircolari a fasci concentrici contrapposti, trova rari confronti: un’ascia a cannone, compatibile anche per le proporzioni e la forma complessiva del manufatto e presentante una decorazione dallo schema analogo ottenuta da costolature, proviene come reperto sporadico da Gauderndorf, presso Horn (Niederösterreich), per il quale è proposta una datazione su base tipologica all’HaB1…
I tratti tipologici e strutturali delle tre asce qui presentate trovano infine punti assai generici di somiglianza con asce di diverse dimensioni prevalentemente del versante adriatico della penisola, inquadrate tra tardo BF e prima età del ferro, caratterizzate da ispessimento dell’imboccatura e dall’accenno più o meno marcato di distinzione della lama rispetto al fusto.
Nei primi secoli dell’età del ferro le asce a cannone in bronzo con imboccatura ellittica sembrano essere in uso in modo episodico, mentre si elaborano tipi basati sulla netta articolazione di una ampia lama trapezoidale.
Per i confronti citati si propone di inquadrare le tre asce qui presentate, in assenza di qualunque dato associativo, al momento estremo del BF (BF3), senza poterne escludere la pertinenza ad un arco di tempo leggermente maggiore (BF2-I Ferro 1A).

Fonte:
– Giovanni Tasca, Indizi di presenze del Bronzo Finale nel Sanvitese (XII-X sec. a.C.), in “Percorsi nel Passato”, Miscellanea di studi per i 35 anni del GRAVO e i 25 anni della Fondazione Colluto, a cura di Alberto Vigoni, Fondazione Colluto, 2018.
– AA.VV. VENETO E FRIULI VENEZIA GIULIA, Guide Archeologiche – Preistoria e protostoria in Italia – n. 7 – Museo Civico F. De Rocco (San Vito al Tagliamento) (Pn), al XIII Congresso Int. Scienze Preistoriche e Protostoriche, Forlì 1996, Edizioni ABACO, pp. 215-221.

Vedi elaborato completo: Indizi_di_presenze_del_Bronzo_finale

Periodo Storico: Preistoria
Localizzazione Geografica
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