Anno 1271, altarolo di marmo, cm. 35,8 x 24,9 x 6; attualmente si trova nel Museo Civico “Federico De Rocco” di San Vito al Tagliamento.
Nell’anno 1266, pare, il patriarca di Aquileia Gregorio di Montelongo consacrò l’altar maggiore della chiesa di San Francesco a Udine. Tre anni dopo, l’8 settembre 1269, venne a morire. La sua successione fu un problema difficile perchè anche il papato era vacante. Perciò Ulrico III, duca di Carinzia, approfittò per nominare il fratello Filippo, che era stato vescovo di Salisburgo, nuovo patriarca, ma la nomina non fu accolta nè dal capitolo di Aquileia nè da gran parte della popolazione. Filippo fu accettato come capitano generale, ma non come autorità spirituale. Un chiaro esempio di questo è nella scritta che circonda l’altarolo portatile fatto fare da Plasenterio de Caono, fedele al patriarca defunto.
L’altarolo nella parte superiore presenta quattro incavi agli angoli in cui evidentemente poggiavano le gambe di un tavolino e un vano rettangolare maggiore che probabilmente accoglieva lo scrigno o la cassettina in cui erano conservate le reliquie.
La scritta in tre righe che corre sui lati è distinta in due parti: la fascia alta sul lato obliquo (le due righe superiori) elenca le reliquie dei santi venerate dalla chiesa aquileiese in ordine di importanza gerarchica (dei Santi Andrea, Filippo, Giacomo, Bartolomeo, Pietro e Paolo, Ermacora e Fortunato, delle quattro vergini aquileiesi, dei Santi Canziani, Ellaro e Taziano) e quella inferiore, conformemente all’uso del tempo che nella decorazione parietale o nella miniatura riserva la parte bassa alla vita reale, reca il nome del committente e riporta la data in cui l’opera fu realizzata.
PLASENTERIVS DE CAONO FECIT FIERI HOC ALTARIOLUM IN ANNO DOMINI MCCLXXI MENSE DECEMBRE INDICIONE XIII POST MORTEM V(enerabilis?) DOMINI G(regorii) DE MONTELONGO PATRIARCE AQVILEGIE DVOS ANNOS ET MENSES TRES
L’altarolo fu pubblicato nel 1753 da Federico Altan che dice di averlo rinvenuto tenebricoso in scrinio misere delitescens, paucis ab hinc, diebus in Salvaroli Castro (p. 203) e fino a pochi anni fa si conservava presso la famiglia Altan di San Vito al Tagliamento.
Il personaggio che commissionò l’opera va certamente identificato – come mi suggerisce il prof. Scalon – con Plasenterio q.m. Vernardo de Caono citato in un documento del 16 ottobre 1264 (Bianchi, Doc. mss. n. 304; Marchetti-Longhi 1924, pp. 112-113) come testimone di un’investitura effettuata da Lando, nipote di Gregorio di Montelongo e signore di Morsano.
Il nostro Plasenterio apparteneva alla famiglia de Caono che nel corso del XIII secolo fu la più importante di Chions. Il padre Vernando compare nel 1220 senza titolo di dominus, che ottenne nel 1237 e 1234. Nel 1264 era dunque già morto e aveva lasciato almeno due figli, attestati dai documenti. Il nostro Plasenterio (che non era dominus) e il fratello Antonio (Mor 1983, Borghi-feudi comunità 1985, pp. 107-111).
Si tratta dunque di una famiglia di nobiltà recente, che fu anche vassalla del vescovo di Concordia e gravitava come altri ciociari e italiani nell’orbita di Gregorio di Montelongo (Paschini 1914).
Si conoscono altri altaroli portatili lapidei duecenteschi nell’ambito del patriarcato di Aquileia. Uno, presumibilmente dall’abbazia della Beligna, presso Aquileia, fa parte del tesoro della chiesa di Gorizia e altro, pressocchè identico si trova nell’abbazia di Melk, pure benedettina.

Autore: Maurizio Buora

Fonte: “Splendori del Gotico nel patriarcato di Aquileia“, Civici Musei di Udine, 2009, “Altarolo di Plasenterio”, pp. 178-180.

Info:
Museo Civico “Federico De Rocco”
Via Guglielmo Marconi, 13, 33078 San Vito al Tagliamento PN
Telefono: 0434 80405
Il Museo è temporaneamente chiuso.

Periodo Storico: Basso Medioevo
Localizzazione Geografica
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