Un castelliere preistorico si trova presso San Martino del Carso a quota 199 sopra Sdraussina (Poggio III Armata); oggi è completamente scomparso, ma fu indagato da Carlo Marchesetti (Trieste 1850-1926) e descritto nella sua opera “I Castellieri preistorici di Trieste e della Regione Giulia”, edita nel 1903 a cura del Museo Civico di Storia Naturale di Trieste.
Il Marchesetti nella sua pubblicazione accenna appena all’esistenza di questo castelliere, in quanto già all’epoca della sua ricognizione, ossia alla fine dell’ ‘800, era appena riconoscibile solo ad un occhio esperto.
Egli così descrive il sito: “Un castelliere, del quale però assai poche tracce sono visibili, trovasi presso San Martino (199 metri) al di sopra di Sdraussina. In un campo attiguo si rinvenne, un paio d’anni fa, un vaso con ossa combuste, senza alcuna aggiunta”.

Oggi, proprio nel punto in cui sorgeva il castelliere si trova una lapide che ricorda avvenimenti molto più recenti, ma sicuramente meritevoli di essere ricordati.
L’iscrizione precisa che proprio in quel sito si svolse una violenta battaglia durante il primo conflitto mondiale, che vide protagonisti italiani appartenenti ai due eserciti contrapposti.
Durante la prima battaglia dell’Isonzo (23 giugno – 7 luglio 1915) fu presente in prima linea a quota 199 sulle alture di Bosco Cappuccio sopra Sdraussina il 10° battaglione di marcia del 97° reggimento di fanteria austriaco che venne spedito con grande urgenza in zona per tentare di bloccare l’avanzata della brigata Sassari verso l’altopiano di Doberdò. Questa formazione era composta in maggioranza da italiani, sudditi austriaci, provenienti da Trieste e dintorni, dall’Istria e dai distretti di Monfalcone, Cervignano, Cormòns e Gradisca. Il comandante titolare del reggimento era il generale di artiglieria barone Georg von Waldstätten.
Il 10° battaglione di marcia del 97° reggimento di fanteria era una formazione ancora in via di addestramento, costituita da reclute con poca o nessuna esperienza bellica ed inoltre non aveva ancora completato il periodo d’istruzione.
Durante l’attacco italiano del 26 luglio 1915 a quota 199 di Bosco Cappuccio da parte della brigata Sassari, si trovarono quindi di fronte italiani di cittadinanza austriaca contro altri italiani di etnia sarda.
Dalla parte austriaca i fanti della Sassari udirono una voce che in italiano gridava: “Perché ammazzate i vostri fratelli ? Siamo italiani !”.
Si narra che un ufficiale sardo rispondesse: “Se siete italiani parlate sardo !”.
Naturalmente il combattimento continuò perché niente poteva fermare la strage.

Info:
La località del castelliere è facilmente raggiungibile partendo da Sdraussina per prendere la strada per San Martino al Carso. Dopo circa 2 km. di salita si raggiunge quota 157 dove sulla destra si stacca un largo sentiero, vietato alle auto, che porta dopo circa 15 minuti di cammino al punto più alto del settore dove si trovava il castelliere.

Autore: Giorgio Cerasoli

Periodo Storico: Preistoria
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza