Il nome Provesano è di origine romana e indica la proprietà fondiaria da Probus o Publicius. I primi documenti che ne riportano testimonianza risalgono al 1140, anno in cui il vescovo di Concordia Cervino firmò l’atto di nascita di Portogruaro ove era presente come testimone un certo Poppo filius Ottoni de Provisano. Dell’esistenza di un luogo di culto dedicato a San Leonardo a Provesano si ha notizia nella stessa epoca, benché probabilmente la sua origine affondi in tempi ancora più lontani. La parrocchia nacque distaccandosi dalla matrice di San Giorgio della Richinvelda, prima del 1392 quando è documentata la presenza di un parroco titolare.
Durante il “placito di cristianità” tenutosi a San Giorgio della Richinvelda nel 1494 i capifamiglia di Provesano furono esortati dagli inviati del capitolo concordiese ad affrettare il completamento della nuova chiesa parrocchiale attraverso l’ampliamento dell’edificio precedente.
Il campanile alto 25 metri fu costruito tra il 1729 e il 1732. La chiesa venne trasformata in forme neoclassiche nel 1828 e si presenta come una piccola costruzione dall’architettura semplice e austera. Fortunatamente le modifiche ottocentesche non toccarono il presbiterio e l’abside. La chiesa venne restaurata nuovamente a seguito del terremoto del 1976. Un tempo attorno alla parrocchiale si trovava il piccolo cimitero del paese. L’interno è ad aula unica terminante con un abside poligonale appartenente alla chiesa del XV secolo.
Questo modesto edificio è un vero scrigno che racchiude diversi tesori. Le pareti di fondo della chiesa ampliata vennero affrescate da Gianfrancesco del Zotto, meglio conosciuto come Gianfrancesco da Tolmezzo per come firmava le sue opere. Si tratta di dipinti di enorme valore per la storia artistica locale essendo il pittore uno dei grandi protagonisti della scena pittorica friulana degli ultimi decenni del Quattrocento e dei primi anni del secolo successivo.
Della formazione artistica di Gianfrancesco (nato a Socchieve attorno al 1450 e morto intorno al 1511) si sa poco e la disputa tra gli studiosi è ancora aperta. Alcuni vedono nella sua opera una prevalenza degli influssi dalla pittura “nordica” o meglio “carinziana”, altri una maggiore influenza della pittura “veneta”, altri ancora ritengono che si sia formato in una scuola artistica sviluppatasi in Carnia.
E’ verosimile che egli abbia attinto da tutti questi ambienti, arrivando ad una personale rielaborazione originale e di grande forza espressiva, che lo differenzia rispetto agli artisti locali contemporanei. E’ ritenuto che egli abbia avuto anche accesso alle incisioni nordiche che circolavano all’epoca, che ispirarono molte delle sue realizzazioni sia per l’iconografia che per lo stile e i disegni, adattandole ad un grande formato. Era usuale in quel periodo da parte dei pittori trarre spunti e ispirazione dalle incisioni.
Prima di arrivare a Provesano il pittore aveva già realizzato nel Friuli e nel Veneto dei cicli ad affresco ed altri ne realizzò in seguito. Sono opere di notevoli dimensioni e dal sicuro impatto visivo. Molte sue pitture, specie quelle su tavola, risultano purtroppo distrutte o disperse.
Negli affreschi l’aspetto grafico è assolutamente preminente, anche in conseguenza della tecnica di pittura impiegata: il pittore delineava le figure direttamente sull’intonaco fresco, poi stendeva il colore e infine definiva i contorni delle figure. Non sono infatti state trovate tracce di sinopie mentre sono evidenti le preparazioni “a giornata” dell’intonaco per la pittura a fresco. Alcune zone, anche di vaste dimensioni, erano finite a tempera.
Fin dagli anni Trenta del secolo scorso, gli studiosi hanno individuato nelle scene affrescate da Gianfrancesco la traduzione quasi letterale di opere di Martin Schongauer (Colmar 1450 ca -Breisach am Rhein 1491) e del maestro “I.A.M. di Zwolle”, attivo nei Paesi Bassi meridionali, del quale si sa molto poco. Si tratta di due grandi incisori, le cui realizzazioni hanno goduto di enorme fortuna tra il Quattrocento e il Cinquecento.
L’intervento a Provesano, datato al 1496, si colloca nella piena maturità di Gianfrancesco e indubbiamente rappresenta una delle sue migliori realizzazioni. L’attribuzione e la cronologia di questo ciclo è certa derivando da un’iscrizione apposta sopra l’immagine di San Sebastiano che riporta: «Zuane Francesco D. Tolmezzo depenzeva… mexe… 1496». Non esistono invece testimonianze documentarie riguardanti questi affreschi né si hanno indicazioni sulla loro committenza.
Nell’abside campeggia una grandiosa Crocifissione che occupa l’intero spazio. Colpiscono il volto sofferente ma sereno del Cristo, la cui figura sulla croce domina l’intero quadro stagliata sullo sfondo del cielo e isolata dai due corpi contorti dei ladroni che sono ai suoi lati, ma spostati più indietro. Quello pentito appare con il capo reclinato e sembra spirato tranquillamente mentre l’altro è ancora in lotta con il demonio. Sotto la croce è rappresentato l’episodio dello svenimento della Vergine: intorno al suo viso si dispongono i volti dei dolenti colmi di sofferenza. L’insieme della scena è densamente popolato da armigeri, gente a cavallo, soldati che disputano ai dadi le vesti del Cristo. Sullo sfondo, fra i monti, compare la città di Gerusalemme.
E certamente una composizione di potente impatto e, come è stato osservato, rappresenta l’indiscusso precedente delle analoghe scene che verranno sviluppate da Pellegrino da San Daniele e dal Pordenone.
Le scene sulle pareti laterali sono suddivise in tre registri sovrapposti, che contengono nella fascia centrale e nelle lunette episodi della Passione e la Resurrezione. Il racconto inizia sulla parte superiore della parete destra con nella lunetta l’Ultima cena e l’Orazione nell’orto. Nella fascia sottostante si vedono la cattura di Cristo e Cristo davanti a Caifa. Le scene proseguono sulla parete sinistra, con nella fascia centrale Cristo davanti a Pilato, la Flagellazione e la Salita al Calvario e nella lunetta la Deposizione e la Resurrezione.
Nelle fasce inferiori si vedono sulla parete sinistra gli Apostoli e su quella a destra un Giudizio Universale che presenta ampie lacune. Sotto la Crocifissione ed in basso sulla parete destra vi sono scene con scheletri, diavoli, dannati, mostri e altre simili figure, che alludono al destino che attende il peccatore se non si converte, un autentico unicum nella produzione del pittore.
Sulla volta sono raffigurati i quattro dottori della Chiesa (Agostino, Ambrogio, Girolamo e Gregorio), assisi su splendide cattedre di gusto tardogotico e figure di profeti. Mancano invece gli Evangelisti solitamente presenti in queste composizioni. Al di sotto dell’arcosanto sono rappresentate dieci figure a mezzobusto di sante, contraddistinte dagli attributi tradizionali (Orsola, Margherita, Apollonia, Lucia, Agata, Maria Maddalena, Agnese, Rosa, Barbara e Caterina d’Alessandria) e, in basso, le immagini di San Rocco a sinistra e San Sebastiano a destra, santi evocati in particolare contro le pestilenze.
L’intero ciclo pittorico rappresentava un efficace strumento per far comprendere immediatamente, ai semplici abitanti di Provesano del XV secolo, concetti altrimenti incomprensibili, una vera e propria «Bibbia dei poveri».
Sulla parete su cui si apre l’arco trionfale si trova un affresco votivo di Pietro o Giampietro da San Vito (nato a San Vito al Tagliamento attorno al 1470 e vissuto fino al 1545 circa), che raffigura la Madonna in trono con il bambino, San Rocco e un angelo. Un’iscrizione riporta il nome del committente e la datazione 1513. Dello stesso autore è anche il San Sebastiano collocato sulla parete adiacente datato 1513.
Allo scultore Giovanni Antonio Bassini – detto il Pilacorte sono da attribuire una acquasantiera del 1497 con piacevoli elementi decorativi, il fonte battesimale del 1498 con un bel bassorilievo del Battesimo di Cristo ed un altorilievo raffigurante l’Eterno Padre, ora collocato nella vicina canonica.
Due statue settecentesche raffiguranti Sant’Andrea e San Leonardo, in origine collocate sull’altare maggiore e per molto tempo in facciata, dal 1973 sono collocate in una cappella laterale. L’altare risalente a fine 600 è opera attribuibile agli scultori veneti Bettanelli. Nella navata destra si trova la pala dei santi Floriano Rocco e Sebastiano di Luigi Bello datata 1846.
Gli affreschi hanno subito un intervento di carattere conservativo a cura della Soprintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici. Archeologici. Artistici e Storici del Friuli-Venezia Giulia, concluso nel 1981.

Fonti:
– Bergamini Giuseppe. Pitture e pittori a fresco in Friuli in Ciol Elio, Tramontin Virgilio, Mutinelli Carlo, Bergamini Giuseppe, Peirrinotto Luciano. Affreschi del Friuli. Istituto per l’Enciclopedia del Friuli Venezia Giulia, 1973
– Bonelli Massimo. Il restauro dei cicli di Barbeano e Provesano in M. Bonelli – P. Casadio, Gianfrancesco da Tolmezzo. Il restauro degli affreschi di Barbeano e Provesano, Udine, Arti grafiche friulane, 1983.
– Casadio Paolo Gianfrancesco da Tolmezzo a Barbeano e a Provesano in M. Bonelli – P. Casadio, Gianfrancesco da Tolmezzo. Il restauro degli affreschi di Barbeano e Provesano, Udine, Arti grafiche friulane, 1983.
– Francescutti Elisabetta. Bellunello, Gianfrancesco da Tolmezzo, Giovanni Martini e Pellegrino da San Daniele: la pittura dell’età “moderna” in Friuli. In Pastres Paolo (a cura di) Arte in Friuli dal Quattrocento al Settecento. Società Filologica Friulana, Udine 2008
– García Huerta Fabián – Le rappresentazioni sul giudizio universale nel Friuli Venezia Giuliahttps://www.academia.edu/38332233/Le_rappresentazioni_del_giudizio_universale_nel_Friuli_Venezia_Giulia.pdf
– Luchini Luigi. La Pieve di San Giorgio della Richinvelda (Plebs de Cosa). Tipolito Bianchettin Pordenone 1980.
– Pastres Paolo. La chiesa di San Leonardo a Provesano e gli affreschi di Gianfrancesco da Tolmezzo. Deputazione di Storia Patria per il Friuli. 2017
– Pastres Paolo. Quattrocento e Cinquecento in Pastres Paolo (a cura di) Arte in Friuli dal Quattrocento al Settecento. Società Filologica Friulana, Udine 2008
– Rizzi Aldo Profilo di storia dell’arte in Friuli. 2. Il Quattrocento e il Cinquecento. Del Bianco Editore 1979.

Localizzazione: San Giorgio della Richinvelda (PN). Frazione di Provesano. La chiesa di san Leonardo è la parrocchiale di Provesano,
Indirizzo: Piazza Risorta, 1, 33095 Provesano PN.
Data ultima verifica: maggio 2021
Autore: Marina Celegon
Galleria immagini: Marina Celegon.

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Periodo Storico: Basso Medioevo
Localizzazione Geografica
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