Il castelliere che sorge sulla vetta principale della catena, che si estende tra Basovizza e Roditti (Rodig), sul M. di Grociana (742 metri), conosciuto generalmente sotto il nome di Castellaro maggiore (T. I, f. 6).
Sebbene tutto intorno il terreno sia formato da calcare nummulitico, il cocuzzolo su cui venne costruito, consta di arenaria, la presenza della quale fa si ch’esso fruisca di quel raro benefìzio dei nostri monti, di possedere cioé sorgenti d’acqua, delle quali le due principali scaturiscono al suo lato orientale.
Questa particolarità oltre alla posizione elevata, d’onde si domina un vastissimo territorio, e la fertilità delle due valli che s’insinuano al suo piede, determinò i nostri progenitori a fissarvi la loro dimora.
Il muro di cinta, che a giudicare dai pochi avanzi aveva una grossezza di metri 1,40 andò completamente distrutto, ed anche i cocci alla superficie sono molto scarsi, essendo imboscato e ricoperto da lussureggiante vegetazione. Tuttavia il grosso strato di terriccio nero, in cui non difettano punto, ci dimostra che esso fu per lunghissimo tempo abitato.
Di forma irregolare, il castelliere ha una circonferenza di 870 metri e viene diviso in due parti da un’elevazione trasversale del terreno, sul cui vertice innalzasi un cono erboso, alto circa 10 metri, che ha tutta l’apparenza di un tumolo artificiale.
Dal lato nord-ovest vi si annoda un piccolo ripiano di circa 150 metri, che però causa la densa sterpaglia che al presente l’ingombra, non é possibile misurare con precisione.

L’altura posta a cavallo tra i limiti comunali di Trieste e San Dorligo della Valle è stata oggetto di recenti ricerche basate sulla tecnica di rilevamento Lidar. Venne già considerata da Carlo Marchesetti quale sede di castelliere “.. assai deteriorato e non permette una misurazione precisa non essendovi che solo poche tracce del vallo ed essendo stato recentemente imboscato di pini..”, dove permanevano anche testimonianze successive “…
All’apice si scorgono avanzi di costruzioni più recenti, dai quali derivano i cocci che qua e là si incontrano ed ai quali è frammisto qualche raro di epoca più antica”.
I dati acquisiti tramite il telerilevamento suggeriscono l’esistenza di un forte di età romana, inquadrabile, sulla base del materiale affiorante, ad età tardorepubblicana: sono stati riconosciuti gli areali di una struttura trapezoidale con angoli smussati, orientata in senso est-ovest, e di una struttura rettangolare minore.
Il sito si distingue per una visibilità straordinaria sulla Val Rosandra e sull’entroterra sloveno e si colloca subito a sud del tracciato viario di collegamento con Tarsatica (odierna Rjieka), riconosciuto circa 400 metri a nord della statale Basovizza-Pese/Pesek grazie a tracce di solchi carrai in un punto prossimo ad una zona che riporta il suggestivo toponimo di Ulica (strada) (cfr. Paesaggi costieri 2008, UT n. 136 e carta archeologica proposta in Flego, Župančič 1991).
Nel corso del sopralluogo per il PPR sono stati riconosciuti frammenti di anfore di produzione italica e di materiale edilizio di età romana.

Bibliografia:
Marchesetti 1903, p. 203; Flego, Župančič 1991; Flego, Rupel 1993, pp. 179-180; Paesaggi costieri 2008,
pp. 122-125; Degrassi 2014; Bernardini et alii 2015, pp. 2-3 (con bibliografia).

Fonte: www.triestestoria.ithttp://www.simfvg.it

Periodo Storico: Età Romana
Localizzazione Geografica
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