La prima citazione di questa fortificazione lo riporta come castro de Muchou nel 1233; infatti il vescovo di Trieste lo dava in feudo ai suoi ministeriali. Tuttavia, la famiglia de Mucho compare già nel 1166 e di conseguenza è ragionevole pensare che il castello esistesse già a quell’epoca.
Il castello, insieme a quello di Moncolano, nei pressi di Prosecco, presidiava la strada che collegava il litorale con la Carniola e l’Istria, fondamentale per i traffici mercantili e, pertanto, lungamente conteso tra Venezia e Trieste.
Sulla vetta del colle di Moccò, organizzata in terrazzi, rimangono scarsi lacerti murari sicuramente riconducibili al castello e in diversi punti sulla roccia calcarea si notano tagli artificiali per l’imposta di strutture murarie. Il declivio è caratterizzato dalla presenza di abbondanti residui di crollo.
Nel 1268 venne distrutto dai capodistriani, a seguito di una loro guerra contro la comunità di Trieste, e ricostruito dal Patriarca di Aquileia che in seguito lo cedette al Comune di Trieste. Preso dai veneziani nel 1287, ritornò in mano triestina nel 1291 sino al 1370, quando a seguito della pace di Lubiana il castello di Moccò venne consegnato a Venezia.
In un progetto di restauro del 1510 di Bernardin Cargnielo sono contenuti elementi che permettono di ricostruire alcuni aspetti della struttura: “doi torre che sono sovra la cisterna (…), i merli delle mure (…), doverse far un bastion che venga a brazar de fuora de li doi revelini (…), el qual se faza de piere se traterà de la torre” (1). 1 = I diarii di Martino Sanuto, Venezia 1883, vol. X, coll. 215-216; COLOMBO 1999, pp. 459-460.
Le colubrine tardo quattrocentesche del castello di Moccò sono state rimosse nel 1511 e attualmente conservate presso il castello di San Giusto.
Attualmente pochi resti rimangono, tuttavia una visita può beneficiare della vicinissima Val Rosandra.
Info:
Sant’Antonio in Bosco, 56, 34018 San Dorligo della Valle TS
Autore: William Sambo
Immagini:
triestestoria.altervista.org
