Il castelliere del Monte Carso è uno dei più grandi e più potentemente muniti del Carso triestino. Con queste parole Carlo Marchesetti descrisse il sito agli inizi del Novecento: “E su un mammellone dirupato immediatamente al disopra di Bagnoli, sul M. Grisa, alto 458 metri, giace uno de’ più vasti castellieri, misurando in circonferenza oltre a 1700 metri. Il suo vallo robustissimo, della lunghezza di 1700 metri, lo cinge solo da una parte (da sud-est), mentre dall’opposta riusciva del tutto superfluo, precipitando il monte ripidissimo o quasi a perpendicolo, con una serie di rocce, nella sottoposta valle di Bagnoli e nella stretta gola, che è l’unica via per cui si può accedere. Esso circonda un vasto altipiano di almeno 300.000 metri quadrati ed un monticello che ad un’estremità s’eleva di una quarantina di metri, il quale un proprio vallo interno della lunghezza di 80 metri”.
L’abitato fu dunque difeso da doppia cinta in pietrame a secco: in corrispondenza del versante sud-orientale venne allestita una poderosa struttura muraria, della larghezza di circa 2 metri, oggi ben conservata in territorio sloveno, mentre a nord e a ovest i ripidi pendii sovrastanti la Val Rosandra costituirono preziose difese naturali. Il materiale ceramico recuperato è ascrivibile a Bronzo recente e all’età del ferro (Flego, Rupel 1993, p. 190).
Costruito da grossi blocchi, ha presentemente un’altezza di un metro ad un metro e mezzo ed una larghezza di 20 a 30, permettendo ancora riconoscere il muro grosso 2 metri, d’onde trasse origine. Esso circonda un vasto altipiano di almeno 300.000 metri quadrati ed un monticello che ad un’ estremità s’eleva di una quarantina di metri, il quale alla sua volta possiede un proprio vallo interno della lunghezza di 80 metri. Questo era meno forte, non avendo il suo muro che una grossezza di un metro e mezzo ed essendo molto meno alto dell’esterno, come ci viene dimostrato dalla cinta di sassi rovesciati di appena 4 a 6 metri di larghezza. Tuttavia pare che questa parte interna del castelliere sia stata più a lungo e più densamente abitata, trovandosi quivi il terriccio nero ed i cocci copiosi, laddove nel resto del castelliere vi difetta quello e molto scarsi rinvengonsi i secondi. E quindi probabile che questo castelliere, almeno nella sua parte più estesa, servisse anziché d’abitazione precipuamente quale accampamento in tempo di guerra. E per vero come tale ci si presenta stupendamente scelto per la sua posizione eminentemente strategica.
Posto al margine d’un elevato altipiano e circondato da due lati da rocce perpendicolari o da ripidissimi pendii, esso non presentava che un solo lato accessibile a sud-est, ove si congiunge al vasto pianoro già accennato, che si estende verso S. Servolo ed a poco a poco va elevandosi verso le pendici dirupate dei monti Tajano e Coinig. Ma per giungere a questo altipiano fa mestieri sforzare la stretta valle della Rosandra, limitata da erte e rupestri montagne e nella quale non sboccano che due anguste gole, quella che mena direttamente al castelliere e quella di Becca, Ora la prima di queste, quantunque assai erta, era stata ancora fortificata per mezzo di una grossa muraglia trasversale. Questa muraglia, o piuttosto vallo tumultuario di blocchi gettativi alla rinfusa, largo 15 a 20 metri, scendeva giù dai fianchi della montagna e chiudeva perfettamente la gola fino alle rupi perpendicolari che la limitano a sinistra di chi vi ascende. Inoltre circa 30 metri innanzi di essa, si spingeva un corpo avanzato, forse una torre che accresceva ancora maggiormente la sua validità in caso di un attacco nemico. Che questo vallo sia antico e rimonti al tempo del castelliere, non é punto da mettersi in dubbio, essendo i cocci che vi si raccolgono, qua e là disseminati tra le pietre, d’una epoca anteriore alla dominazione romana, se anche forse di poco anteriore.

Tratto da: Carlo de Marchesetti, I castellieri preistorici di Trieste e della regione Giulia, in Atti del Museo civico di Storia naturale, Trieste 1903.

Bibliografia: Marchesetti 1903, pp. 57-59; Flego, Župancic 1991, pp. 34-36; Flego, Rupel 1993, pp. 189-192.

Fonte: www.trieste-di-ieri-e-di-oggi.it www.simfvg.it

Periodo Storico: Protostoria
Localizzazione Geografica
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