Il contesto archeologico è stato localizzato a sud del cimitero di San Luca, su terreno pianeggiante noto con il toponimo di Narivi o Nariva, in prossimità del torrente Corno. Le tre aree in cui si è rilevata una particolare concentrazione di materiali in superficie (complessivamente oltre 4000 mq) sono poste a poca distanza l’una dall’altra, a meridione rispetto alla stradina campestre che si snoda dal cimitero.
L’insediamento è noto dai primi del ‘900, quando nella zona si segnalava la presenza di “vasi, anfore e pregevoli mosaici di epoca romana”, ed ancora “vasi d’argento, utensili in bronzo, armi e monete … “.
Nel corso delle ricognizioni compiute verso la metà degli anni Ottanta (A. Tagliaferri) sono stati recuperati un anellino in bronzo, una fibula del tipo kraftig profilierte con staffa terminante a bottoncino – databile al II secolo d.C. -, ed una serratura in ferro (ora presso Museo di Cividale), oltre ad alcuni reperti conservati presso privati: due frammenti di macina in pietra, una moneta ed un vasetto in bronzo. Due sono i frammenti di tegola con bollo: uno reca il marchio [M’.PO]RCr.SC[Y] – riferibile al produttore M’. Porcius Scymnus -, è datato con buona probabilità al I secolo d.C. e si trova frequentemente nella zona di Zuglio; sul secondo frammento compare il bollo coevo [T.AE]MAX – riconducibile al fabbricante Titus Aemilius Maximus – i cui laterizi risultano particolarmente diffusi nell’agro concordiese e lungo l’asse del Tagliamento.
Dagli inizi del ‘900 in questa zona sono sempre stati indicati rinvenimenti di vasi, anfore e pregevoli mosaici d’epoca romana.
Durante le ricognizioni effettuate in occasione della sua tesi di laurea in Topografia dell’Italia Antica (università di Trieste, 1996-1997), E. Mian individuò materiale affiorante in tre distinte aree, poste a poca distanza tra loro nell’area a sud del cimitero: la prima su terrazzamento con un muretto in pietre e laterizi riutilizzati, la seconda con laterizi e ciottoli e la terza con concentrazione di laterizi.
Sulla scorta dei dati forniti dai ritrovamenti si è indotti a supporre l’esistenza di una struttura – tra il materiale edilizio si annoverano anche numerosi cubetti in cotto per pavimenti – articolata in più ambienti, ma di modesto livello architettonico.

Bibliografia:
Brozzi 1978, pp. 36-37, con riferimento a precedenti pubblicazioni; Piuzzi 1983, c. lO; Strazzulla Rusconi, Zaccaria 1984, n. 106, p. 162; Tagliaferri 1986, pp. 63-64, SD 796.

Fonte: www.ipac.regione.fvg.it e Il territorio di San Daniele in epoca romana : il punto sulle conoscenze, di Tiziana Cividini, in: San Denêl, vol. 1, p. 219-250, 2004.

Periodo Storico: Età Romana
Localizzazione Geografica
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