rondon

Nel sito sorgeva già dal 1300 il mulino del Rondon, alimentato dalla roggia di San Canziano e servito dalla strada medievale proveniente dal centro abitato (attuale via campestre Rondon).
Secondo il signor Braida, in quest’area sarebbe sorto il monastero di Santa Maria della Neve e vi sarebbero state rinvenute anche “bitte portuali”, ma ad oggi non ci sono conferme.
Nel settembre del 1971 si ebbe la notizia del rinvenimento di un mosaico che, nell’ottobre dello stesso anno, venne ricoperto da impianti agricoli; dopo intense ricerche e la consultazione di testimoni da parte di Gabriella Brumat Della Sorte e Luisa Bertacchi, si venne a sapere che il mosaico si trovava in località “Casale Rondon” (1). L’area precisa sarebbe stata, secondo una fonte orale, di fronte alle stalle, ma le ricerche di verifica portarono alla scoperta solo di frammenti di tegole e mattoni e testimoniarono la probabile profondità dei mosaici ricercati; dalla stessa zona proveniva anche un frammento con tessere nere, rinvenuto allora dal parroco del paese (2).
rondonI mosaici furono subito coperti dalla costruzione delle attuali stalle del Centro Zootecncico Villa Luisa; non è noto se, in quell’occasione, furono distrutti oppure preservati.
La loro descrizione è possibile solo grazie alle fotografie a colori conservate nell’archivio del Consorzio Culturale del Monfalconese e all’analisi pubblicata da Luisa Bertacchi nel 1988 e ripresa nel 1991.
Si sa che le fotografie furono scattate da un appassionato al momento della scoperta e che vennero in possesso dell’archeologa soltanto nel 1985; la studiosa riuscì ad individuare nel pavimento musivo tre campi figurati, contraddistinti da scene marine prive di cornici decorative (campo C) e da rappresentazioni di atleti ed iscrizioni entro medaglioni circolari inquadrati da nastri (campi A e B).
Quello indicato con la lettera A era caratterizzato da cordoni policromi che si intrecciano attorno ad almeno dodici medaglioni contenenti alternativamente figure di atleti e corone con iscrizioni; partendo dal margine meridionale, il ritratto indicato con il numero 2 è a mezzo busto con spalle nude e copricapo decorato da penne e raffigurerebbe un Trace. Il mosaico policromo con corona ad anello chiuso, decorata nella parte inferiore da due nastri e contenente un’iscrizione in bianco su fondo rosso (ΜΑΚΕΔΟΝΙΑ), viene indicato con il numero 9 ed è da riferirsi all’atleta rappresentato a mezzo busto con spalle nude nel medaglione n. 10. Sotto a questo, si vede una corona ad anello chiuso contenente un’iscrizione incompleta in bianco su fondo rosso (ΑΕΓ), indicata con il n. 11 e collegata alla figura n. 12, un atleta a mezzo busto con spalle nude. In base alle poche lettere che rimangono dell’iscrizione n. 11, si può ipotizzare che il personaggio raffigurato venga dall’Egitto.
Il ritratto di atleta a mezzo busto con spalle nude, ciuffo di capelli sulla tempia sinistra e orecchio sinistro coperto da una protezione in cuoio legata sotto il mento è il solo appartenente al campo indicato con la lettera B, caratterizzato, come la zona A, da cordoni policromi che si intrecciano attorno a medaglioni contenenti figure di atleti e corone con iscrizioni; l’unica differenza è il diverso modo di incrociarsi dei cordoni e il fatto che del campo B rimangono solo il ritratto di atleta (n. 14) e i nastri della corona n. 13. Vista la presenza della protezione in cuoio per l’orecchio, il personaggio è considerato un lottatore.
Un mosaico policromo con amorino e animali marini apparteneva al campo indicato con la lettera C, di cui rimane solo questa parte figurata; oltre all’erote che impugna un’asta o uno strumento sopra la testa, sono visibili la parte anteriore di un delfino e la testa di un mostro marino probabilmente cavalcato da una figura femminile di cui restano la mano destra e parte del braccio.
I ritratti degli atleti trovano puntuale confronto con mosaici dal soggetto analogo, venuti alla luce ad Antiochia (Casa del Portico), a Roma (Terme di Caracalla, Piscina presso Porta Maggiore) e ad Aquileia (Grandi terme); per questo motivo si è proposta la presenza in loco di un complesso termale, ma potrebbe trattarsi, più probabilmente. di un settore di un grande complesso residenziale.
La datazione dei mosaici rimanda alla metà del III sec. d.C., sebbene non si escluda che siano stati realizzati da maestranze attive ad Aquileia nella prima metà del IV sec. d.C. e influenzate da modelli provenienti dal mondo greco-orientale.
Nel 1993 nel sito si svolsero delle ricognizioni che rilevarono la presenza di un affioramento di materiali laterizi e ceramici, vasto 50.000 mq, mentre nel 2006, l’affioramento risultò più circoscritto (17.000 mq).
Tra i reperti rinvenuti spiccano frammenti di terra sigillata/ nord-italica, africana e ceramica comune, di anfore, di vetro, di metallo e monete.
Il materiale ceramico recuperato a nord del centro zootecnico evidenzia una netta predominanza di frammenti riferibili a produzioni della tarda età imperiale.

Note:
(1) La notizia del ritrovamento è riportata anche in una denuncia fatta agli organi competenti da parte dei cittadini di San Canzian d’Isonzo e conservata nell’archivio parrocchiale del paese (Denuncia di usurpazioni di diritti e spogliazioni di beni ai danni della località storica di San Canzian d’Isonzo non datata, p. 10).
(2) Secondo una testimonianza raccolta da Gabriella Brumat Della Sorte nello stesso luogo ci sarebbe anche un pavimento in mosaico bianco con un quadrato policromo decorato con la scena della lotta tra un gallo e una tartaruga.

Bibliografia e sitografia:
– L. Bertacchi, Uno straordinario mosaico figurato tardoantico nel territorio di S. Canzian d’Isonzo, “Aquileia Nostra”, LIX, 1988, cc. 221-240.
– L. Bertacchi, La Venetia orientale, in La Venetia nell’area padano-danubiana. Le vie di comunicazione, Atti del Convegno Internazionale, Venezia 6-10 aprile 1988, Padova 1990, p. 650.
– “L’Année épigraphique” 1991, p. 208 n. 790a, n. 790b.
– L. Bertacchi, Mosaico con atleti a S. Canzian d’Isonzo, in ‘Ad Aquas Gradatas’. Segni romani e paleocristiani a San Canzian d’Isonzo, Udine 1991, pp. 63-70.
– M. De Franceschini, Le ville romane della X regio Venetia et Histria, Roma, p. 379, n. 328.
– G. Brumat Dellasorte, I segni della storia a San Canzian d’Isonzo. Itinerario storico-archeologico, Monfalcone 2004, p. 4.
– G. Brumat Dellasorte, Aquileia e San Canzian, Venezia 2005, p. 80.
– G. Brumat Dellasorte, L’antiquarium canzianense, in I Santi Canziani nel XVII centenario del loro martirio, Atti del Convegno Internazionale di Studi, (Pieris, 19/10/2003, San Canzian d’Isonzo, 8/5/2004), a cura di G. Toplikar e S. Tavano, Ronchi dei Legionari 2005, pp. 296, 298 nota 21 (citati genericamente).
– S. Tavano, Architetture e mosaici paleocristiani a San Canzian d’Isonzo, in I Santi Canziani nel XVII centenario del loro martirio, Atti del Convegno Internazionale di Studi, (Pieris, 19/10/2003, San Canzian d’Isonzo, 8/5/2004), a cura di G. Toplikar e S. Tavano, Ronchi dei Legionari 2005, p. 256 (citati genericamente).
– L. Villa, Il vicus Sanctorum Cantianorum nel quadro del popolamento e della cristianizzazione tra antichità e medioevo, in I Santi Canziani nel XVII centenario del loro martirio, Atti del Convegno Internazionale di Studi, (Pieris, 19/10/2003, San Canzian d’Isonzo, 8/5/2004), a cura di G. Toplikar e S. Tavano, Ronchi dei Legionari 2005, p. 344 (citati genericamente),
– A. Gargiulo, Appunti inediti di monsignor Giovanni Battista Falzari sulle testimonianze archeologiche di San Canzian d’Isonzo, tesi di diploma di specializzazione, Università degli studi di Trieste, a.a. 2004-2005, pp. 304-317 con le fotografie dei mosaici.
– C. Tiussi, Ricerche archeologiche e topografiche nel territorio di San Canzian d’Isonzo, tesi di diploma di specializzazione, Università degli studi di Trieste, a.a. 2005-2006, pp. 41-42.
www.ipac.regione.fvg.it scheda SI 53
– G. Brugnolo, Tessellato policromo con busti di atleti da San Canziano, in TESS – scheda 4604 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=4604), 2007.
– F. Beltrame, Il patrimonio epigrafico greco nei musei d’Italia. Un progetto di valorizzazione per le iscrizioni di Aquileia, tesi di laurea magistrale in Epigrafia Greca, Università di Bologna, a.a. 2016-2017, pp. 118-120.  Vedi allegatoLe iscrizioni greche di Aquileia, di Francesca Beltrame.
www.ecomuseoterritori.it/territorio/turisti-a-km-zero/123-archeologia-romana/complesso-romano-di-rondon-san-canzian-d-isonzo.html
– V. Degrassi, Ipotesi sui limiti occidentali del Lacus Timavi (Mart, Ep. IV, 25). “…Et tu Ledaeo Felix Aquileia Timavo…” in Atti e Memorie della Commissione Grotte “E. Boegan”, Vol. 47 (2017), Trieste 2017, pp. 11-12.

Per alcune immagini si veda il sito http://siticar.units.it/div/scheda.faces?id=13

Autore: Alessandra Gargiulo

Periodo Storico: Età Romana
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza