Si vede nel piccolo centro uno dei piccolissimi vici conosciuti nel territorio di Aquileia: tale risulta da un’epigrafe del II sec. d.C. (Sule aius…negotiator vicanalis) e da un diploma di Ludovico il Pio (819).
Posto sulla via che da Aquileia portava a Tergeste e all’Oriente, fu forse praedium della famiglia dei Canziani: vi sono state scoperte tombe ed epigrafi relative alla sepoltura dei tre fratelli Canzio, Canziano e Canzianilla e dei martiri Proto e Crisogono (tutti colpiti dalla persecuzione di Diocleziano nel 303 o 304).
A loro si riferiscono anche edifici paleocristiani scoperti a NO della chiesa parrocchiale (basilica del IV e del VI sec.)  (vedi altra scheda) e a SO della chiesetta di San Proto (vedi altra scheda).
Fu sede di un monastero paleocristiano ed altomedievale dedicato a S. Maria, a cui Ludovico il Pio attribuì i beni confiscati al longobardo Ardulfo (819); ospitò Ludovico II (860).
E’ ancora pieve come lascia capire anche il battistero circolare (sec. VIII).

Ultima delle chiese presenti sul territorio, Santo Spirito è anche il luogo di culto di cui si conoscono meno le origini e la funzione a cui era stato dedicato. Gli scavi condotti dal Mirabella Roberti hanno per così dire sottovalutato questa chiesetta privilegiando i sicuri siti paleocristiani adiacenti alla parrocchiale e San Proto. L’edificio rimane dunque in attesa di un’indagine risolutiva che possa inquadrare pienamente la sua struttura nel panorama sancanzianese, di un serio restauro conservativo e di un’opportuna contestualizzazione urbanistica. É anche vero che proprio per il fatto di essere così poco conosciuto, questo tempietto potrebbe riservare delle sorprese interessanti dal punto di vista storico-archeologico.
Oggi l’edificio pare come decontestualizzato dal tessuto urbano a causa delle strade comunali che lo circondano e della sua atipicità. La pianta della struttura è circolare con un diametro approssimativo alla base di 6 metri circa. La quota massima raggiunta dalla copertura a cupola è di poco superiore ai 4 metri. Il tetto spiovente è coperto di coppi ed è delimitato da una cornice intonacata e modanata. Sulla sommità del tetto è posta  una piccola croce. Il portale è contornato da una semplice cornice modanata di pietra bianca ed è sormontato da una piccola nicchia rettangolare. Altre due finestrelle prive di cornice si aprono su un asse quasi perpendicolare a quello che congiunge il portale con la zona dell’altare.
Due particolari piuttosto interessanti sono lo spessore ragguardevole della parte inferiore della muratura (circa un metro) e il profondo interramento di tutta la struttura rispetto al piano stradale circostante, fatto che suggerisce una certa antichità del monumento. In effetti anche la pavimentazione interna mostra fasi successive di elevazione resesi evidentemente necessarie dall’innalzamento del piano di calpestio esterno.
L’interno si presenta oggi in uno stato di completo disordine dovuto al permanere degli sventramenti eseguiti dal Mirabella Roberti durante i saggi di scavo degli anni Sessanta. Le diverse fasi della pavimentazione e l’originale struttura che sorreggeva l’altare sono ormai di difficile lettura, così come il tessuto murario, nascosto da diversi strati di intonaco. Un tempo la mensa dell’altarolo di Santo Spirito era costituita da una stele parallelepipeda in calcare sorretta da un pilastrino che ora si trova murata presso la parrocchiale e che risulta essere appartenuta ad un monumento sepolcrale della fine dell’età repubblicana, come testimoniato dall’epigrafe ancora leggibile. Alcune tracce di affresco sono presenti sia sulle pareti laterali che sotto la cupola, ma per il momento sono di difficile lettura.
Per quanto riguarda la destinazione originaria dell’edificio e la collocazione temporale dell’intera struttura possiamo solo avanzare delle ipotesi, vista la scarsità di dati scientifici in nostro possesso al momento. Gli studiosi che sin qui si sono occupati di Santo Spirito optano per un periodo che va dal IX al XII secolo e con radici che comunque si rifanno ad un periodo alto-medioevale. Sin dagli anni Sessanta è stata proposta l’ipotesi che vuole identificare in Santo Spirito il battistero della comunità, ma le modeste dimensioni interne della rotonda sembrano poco compatibili sia con gli altri esempi architettonici a nostra disposizione, sia con la complessa liturgia battesimale dell’area aquileiese. Sembra più probabile quindi che l’eventuale utilizzo della chiesetta per il rito del battesimo si sia inserito solo in epoca più tarda rispetto l’edificazione della struttura originaria, dedicata probabilmente ad altra funzione cultuale.

Periodo Storico: Alto Medioevo
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza