remanzacco

La chiesa di San Martino è situata nei Campi di San Martino, lungo l’argine sinistro del torrente Torre, in Comune di Remanzacco. La chiesetta è conservata solo al livello delle fondazioni. Attorno all’edificio di culto, soprattutto lungo il lato nord, è stata rinvenuta un’area cimiteriale; una sepoltura è stata riportata alla luce anche all’interno di quello che era l’edificio di culto.
Gli scavi nei prati di San Martino sono iniziati nel 2000 e si sono conclusi nel 2014, sempre sotto la direzione del prof. Sandro Colussa.
Le indagini archeologiche nell’area occupata da una chiesetta rurale, visibile dalle fotografie aeree, hanno avuto lo scopo di riportare alla luce le strutture superstiti del sito, verificare l’esistenza di un’area cimiteriale, accertare la presenza di una cinta muraria e datare l’edificazione dell’edificio.
Con la prima campagna di scavo sono state riportate alla luce le fondazioni della chiesetta (m 4×8), con ingresso ad ovest ed abside semicircolare ad est, demolita intorno al 1813, e successivamente spogliata dei suoi materiali edilizi, al punto che si sono rinvenuti solo parte dei muri di fondazione, per un massimo di tre filari di altezza. Nonostante questo fatto il sito continuò ad essere frequentato: sono state riconosciute, per esempio, delle fosse militari della I e II Guerra Mondiale.
Le indagini archeologiche hanno riguardato l’esterno della chiesa, dove sono state individuate tracce della cinta muraria e sepolture, tutte in fossa terragna. Quasi tutti gli inumati erano orientati parallelamente al muro della chiesa, con la testa rivolta ad Ovest. I contesti stratigrafici e i pochi elementi di corredo datano queste sepolture tra il 1100 e il 1500 circa.
Sul lato lungo meridionale della chiesetta è stata scavata una sepoltura in fossa terragna contenente un individuo di sesso maschile dell’età di 25/35 anni, deposto con i piedi e le mani legate (anno 2001).
Sul lato settentrionale è stata individuata un’area cimiteriale che, fino al 2005, aveva restituito 7 sepolture.
Lo scavo del 2006 ha portato alla luce altre 5 inumazioni, tutte scavate nello strato di ghiaino alluvionale. Di particolare interesse risultava la Tomba 11, in fossa terragna, in cui il cranio dell’inumato era deposto in mezzo a due grosse pietre che lo sorreggevano; a fianco di una di esse era stato posto un catino contenente materiale combusto; all’altezza delle vertebre toraciche dell’inumato si è rinvenuto un coltellino di ferro. Per quanto riguarda le altre sepolture, l’inumato della Tomba 10, in fossa terragna, aveva una fibbia circolare in ferro sul coxale destro; la Tomba 14, delimitata da piccoli ciottoli conteneva un infante e la Tomba 13 era una deposizione in cassa lignea.
Nel 2009 lo scavo si è indirizzato ad est della chiesa (area absidale) e ad ovest (area ingresso).
La prosecuzione delle indagini ha portato alla luce una sepoltura ad inumazione (Tomba 20) scavata interamente nel ghiaino alluvionale e contenente un individuo di sesso maschile ed età stimata in circa 30/40 anni, con altezza di cm 174,1. Presso il cranio si è recuperata un’olla in ceramica grezza incompleta depositata ritualmente secondo modalità frequenti nell’area sepolcrale (altre 4 tombe contengono vasi deposti all’interno della sepoltura) e riscontrate anche in necropoli vicine (S. Pietro al Natisone, Cividale, Firmano, Romans d’Isonzo).
Nel 2010 lo scavo si è indirizzato davanti al lato ovest della chiesa e sono state portate alla luce 5 sepolture in fossa terragna (tombe 21-25), orientate in direzione est-ovest, con il cranio ad ovest. Si tratta di tre individui adulti e due infanti. Una delle sepolture (tomba 21) aveva un elemento di corredo costituito da una fibbia in bronzo, rinvenuta in corrispondenza del bacino. L’oggetto trova un preciso confronto con una fibbia rinvenuta in una tomba della necropoli longobarda di San Giovanni a Cividale, ed è databile alla fine del VI sec. d.C.. Le altre inumazioni erano prive di corredo.
Nel 2011 gli interventi sono stati condotti all’interno della chiesa e ad est della stessa, in prossimità dell’abside.
Internamente sono state scavate due trincee in direzione nord-sud. Una di esse ha portato alla luce la sepoltura in fossa terragna di un infante (tomba 26); l’altra ha avuto esito negativo.
Ad est della chiesa si sono rinvenute altre 4 tombe in fossa terragna (tombe 27-30) affiancate, anch’esse orientate in direzione est-ovest, con la testa ad est, con l’eccezione della tomba 28 (un individuo di età infantile) con la testa ad est. La tomba 29 risultava gravemente disturbata da una fossa moderna, tanto che dell’inumato si sono rinvenute solo le parti inferiori delle gambe. Tutte le sepolture sono scavate nel ghiaino alluvionale.
Il rinvenimento di una sepoltura all’interno della chiesa aveva aperto nuovi interrogativi sui rapporti tra l’edificio di culto e la necropoli che lo circondava.
Da qui la necessità di scavare in forma estensiva l’intera area interna della chiesa per definire i rapporti tra la sepoltura e le fondazioni murarie ed accertare in modo definitivo la presenza (o assenza) di altre tombe.
Per quanto riguarda l’esterno dell’edificio sacro, è stata indagata la parte ristretta del sedime ad est dell’abside, in cui teoricamente avrebbero potuto esserci spazio per una seconda fila di sepolture.
Sino al 2011 i corredi recuperati nelle tombe, un pettine in osso, una fusaiola in terracotta, due fibbie, un pendaglio di collana, coltelli in ferro e ben cinque vasi di terracotta rotti ritualmente e deposti nella fossa, documentavano particolari riti funerari che portavano alla conclusione che l’area sepolcrale fosse stata utilizzata a partire dalla prima metà del VII secolo d.C..
Parte del materiale rinvenuto fu esposto a Cividale del Friuli in una mostra relativa al Ducato Longobardo del Friuli.
I lavori del 2012 sono stati indirizzati a tre obiettivi: completamento dello scavo ad est dell’abside, scavo all’interno della chiesa e conduzione di due trincee parallele ai muri nord e sud.
Nel 2013 sono state trovate altre 5 sepolture in fossa terragna (Tombe 32-36).
remanzaccoNel 2014 l’intervento ha interessato il sedime della chiesa a sud del suo lato meridionale, nella parte non ancora indagata nella campagna del 2013; in particolare lo scavo ha verificato la situazione in contiguità con il muro meridionale della chiesa.
L’asportazione del ghiaino e del taglio negativo di un “muretto” risparmiato l’anno precedente ha portato alla luce 3 sepolture in fossa terragna (tombe nn. 38, 39, 40), due delle quali (nn. 38, 39) con corredo costituito da un’olla in ceramica grezza spezzata ritualmente, con una modalità attestata in altre sepolture esterne alla chiesa e in altre aree necropolari vicine (Firmano, San Pietro al Natisone, Cividale, Romans d’Isonzo).

Bibliografia:
– S. Colussa, Remanzacco, chiesa di San Martino. Scavi 2000, in Aquileia Nostra LXXI, 2000, cc. 639-644.
– S. Colussa, Chiesa di San Martino. Scavi 2001, in Aquileia Nostra LXXII, 2001, cc. 531-533.
– S. Colussa, Chiesa di San Martino. Scavi 2002, in Aquileia Nostra LXXIII, 2002, cc. 747-753.
– S. Colussa, Chiesa di San Martino. Scavi 2003, in Aquileia Nostra LXXIV, 2003, cc. 791-795.
– S. Colussa, Chiesa di San Martino. Scavi 2004, in Aquileia Nostra LXXV, cc. 696-700.
– S. Colussa, Remanzacco chiesa di San Martino. Scavi 2005, in Aquileia Nostra LXXVI, 2005, cc. 424-425.
– L. Travan, G. Gregoraci, D. Bagatto, P. Saccheri, Analisi dei resti scheletrici di San Martino di Remanzacco (anni 2001-2004), in Aquileia Nostra LXXXVI, 2005, cc. 425-438.
– S. Colussa, Remanzacco (Ud). Chiesa di San Martino, Forum Iulii, XXIX, 2005, p. 180.
– S. Colussa, Remanzacco. Chiesa di San Martino. Scavi 2005, in Aquileia Nostra LXXVII, 2006, cc. 371-375.
– S. Colussa, O. Marchese, Remanzacco. Chiesa di San Martino, in Notiziario della Soprintendenza per i beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia, 1, 2006, pp. 127-132.
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– S. Colussa, L. Travan, P. Saccheri, D. Bagatto, G. Gregoraci, Remanzacco (UD). La campagna di scavo del 2007 nella Chiesa di San Martino, in Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia, 2, 2007, pp. 111-117.
– S. Colussa, Chiesa di San Martino, Remanzacco, in Forum Iulii, XXXI, 2007, p. 189.
– E. Braidotti, S. Colussa, Remanzacco (Ud). Chiesa di San Martino, in Notiziario della Soprintendenza per i beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia, 3, 2008, pp. 133-135.
– S. Colussa, Remanzacco (Ud). Chiesa di San Martino, scavi 2008, in Forum Iulii, XXXIII, 2008, p. 213.
– S. Colussa, L. Travan, P. Saccheri, Brevi riflessioni sulle sepolture con corredo di vasi in ceramica grezza provenienti dall’area cimiteriale della chiesa di San Martino a Remanzacco (Ud), in Forum Iulii, XXXIII, 2009, pp. 149-166.
– S. Colussa, L. Travan, P. Saccheri, Remanzacco (UD). Chiesa di San Martino, Campagna di scavo 2009, in Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia, 4, 2009, pp. 96-102.
– S. Colussa, O. Marchese, L. Travan, P. Saccheri, San Martino di Remanzacco. Una chiesetta rurale nel Ducato Longobardo del Friuli, in Cividale longobarda e il suo ducato. Ricerche in corso, 2012, pp. 65-78.

L’immagine della sepoltura è tratta dal sito http://www.fastionline.org/
L’immagine dell’area è di Valentina Flapp

Info: Si può tranquillamente parcheggiare l’automobile presso la Zona Industriale B – 33047 Remanzacco UD vicino alla rotonda (c’è un piccolo spazio per posteggiare l’auto) ed è subito visibile una strada sterrata in buonissime condizioni sulla quale si può proseguire a piedi per 700 metri fino ad arrivare all’area archeologica situata sulla propria destra.
Il sito è visitabile, ma si possono osservare solamente le fondazioni della chiesa.

Autore: Alessandra Gargiulo, con contributi di Valentina Flapp

Periodo Storico: Alto Medioevo
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza