L’antica chiesetta di Santa Caterina si trova nel luogo in cui si svolgeva, a cavallo dei secoli XIV e XV, la più importante fiera di Udine, poi trasferita in piazza I Maggio a Udine[1]. Di notevole interesse culturale e degna di particolare tutela, è di impianto semplice, ad aula unica e a pianta rettangolare, misura 12,85 m di lunghezza e 8,37 m di larghezza con un’altezza di 6,70 m. Essa si trova prospiciente ad una strada comunale – denominata nei catasti napoleonico ed austriaco ”vecchia postale” – caratterizzata oggi da notevole passaggio automobilistico.
La ricerca archeologica e l’opera di restauro avvenuta tra il 1993 e il 2000[2], hanno consentito di delineare la sequenza storica dell’edificio di culto individuando tre periodi principali:

1) STRUTTURE PRECEDENTI ALLA COSTRUZIONE DELL’EDIFICIO DI CULTO.
Si riferisce alla fase precedente la costruzione della chiesetta che è, infatti, edificata sui resti di un precedente insediamento, probabilmente di età tardo antica o alto medievale, la cui funzione è ignota. È plausibile che i costruttori abbiano intenzionalmente voluto sovrapporre la chiesetta a ciò che rimaneva del più antico fabbricato già allora considerato pagano o comunque alieno alla tradizione cristiana.

2) PRIMO EDIFICIO DI CULTO.
Tra l’XI e XII secolo viene costruito il primo edificio di culto che consiste in una semplice aula rettangolare di 34 mq inizialmente priva di un ricco apparato liturgico (pavimento di malta, pareti intonacate, ma senza decorazioni affrescate, altarino a blocco unico); i motivi dell’edificazione potrebbero essere legati alla presenza di un’area di scambi (mercato) e, quindi, di una zona assai frequentata.
Durante il XIII sec. la chiesetta non muta nel volume, ma viene arricchita di un pavimento in cocciopesto e da un primo ciclo di affreschi a soggetto evangelico, con la figura in posizione eminente di San Biagio (fig.).

3) AMPLIAMENTO DELL’EDIFICIO DI CULTO.
Durante la metà del XIV secolo la chiesa assume le dimensioni attuali. L’interno è suddiviso in due parti: una, a ovest, pavimentata con terra battuta e adiacente all’ingresso principale, l’altra, a est, con pavimento in cocciopesto e separata dalla prima con balaustra; è fornita di due altari in muratura: uno a nord, ripreso dalla fase precedente, e uno nuovo a sud di dimensioni maggiori. Viene anche realizzato un sedile in muratura su un tratto della parete nord, su quella ovest e lungo quella sud. Le pareti interne sono arricchite da un secondo ciclo di affreschi dedicato alla vita e al martirio di S. Caterina d’Alessandria (fig.).
Durante questa fase di vita della chiesa a sud dell’aula[3] vengono seppelliti, in momenti diversi, due maschi adulti verosimilmente fratelli. Entrambi sembrano appartenere a un rango piuttosto elevato dato soprattutto dal luogo di sepoltura, nonostante l’inumazione in piena terra in un semplice sudario, cosa peraltro non infrequente nel XIV secolo anche a livello signorile. Si può ipotizzare che i due inumati siano i due committenti ritratti nell’affresco della parete ovest; a loro si potrebbe imputare il rifacimento della chiesa nella seconda metà del XIV sec. al termine del quale i due si fanno ritrarre ai piedi di Santa Caterina con le insegne e le vesti del loro stato[4].
Il periodo tra il 1540 e il 1607 è caratterizzato dalla trasformazione della zona presbiteriale: l’altare meridionale viene demolito e viene creato lo spazio per una sagrestia forse delimitata da semplici pareti lignee. Non si esclude che, in occasione di questo rinnovamento, venga eseguito il terzo ciclo di affreschi.
Dopo il 1628 si costruiscono un nuovo pavimento ed un altare più ampio, posto su basi di mattoni.
Durante la Prima Guerra Mondiale, l’edificio viene usato dagli Italiani come dormitorio per i soldati dell’aeroporto e nel 1918 è occupato dagli Austriaci come scuderia[5].

GLI AFFRESCHI
La piccola chiesa originaria con la sua semplice struttura a pianta rettangolare viene abbellita nel XIII secolo con un ciclo di pitture che, con ogni probabilità, si estendevano su tutte le pareti.
Gli affreschi della parete nord vengono in parte ricoperti dalla decorazione trecentesca e, più tardi, da strati di scialbo. Quelli della parete est sembrano essere stati in vista anche nel XIV secolo quando si eseguono i cicli con storie di Santa Caterina e Santa Lucia.

GLI AFFRESCHI DUCENTESCHI
La descrizione degli affreschi inizia dalla parete nord, in basso: l’affresco duecentesco è ridotto a brandelli facenti parte, con ogni probabilità, di una vasta scena con il martirio di San Lorenzo; l’episodio è riconoscibile dalla presenza, sul lato destro, di un giovinetto in tunica violacea (acefalo) intento ad attizzare le fiamme con un mantice, sotto ad una graticola (fig.).
La scena dipinta di seguito, all’attacco con la parete est, raffigura l’Annunciazione: l’angelo e la Vergine sono dipinti in piedi e sono ben leggibili nonostante l’ampia lacuna (fig.). L’Arcangelo Gabriele dalle grandi ali spiegate avanza maestoso con la destra levata in atto di saluto verso la Vergine che si è alzata da un alto scanno del quale si scorge lo schienale e il cuscino sul sedile. In vesti regali, con mantello di porpora e ricco abito, Maria riceve l’annuncio dell’Arcangelo all’interno di un edificio simbolicamente rappresentato da semplice fondale architettonico. Dall’alto cala simbolicamente verso Maria la colomba dello Spirito Santo.
Segue sulla parete dell’abside La nascita di Cristo quasi completamente perduta alla quale fa da cornice un paesaggio roccioso sui quali crescono rari ciuffi d’erba e pascola qualche animale. Rimane la figura di San Giuseppe (seduto sul lato destro) e di una figura femminile che potrebbe identificarsi con una delle nutrici citate dai Vangeli apocrifi. E’ probabile che la Vergine fosse raffigurata distesa, immediatamente sotto la culla del Bimbo e che la sua immagine sia andata perduta (fig.).
Segue il Miracolo di San Biagio (fig.) collocato quasi al centro della parete absidale presso la stretta monofora e che raffigura un miracolo assai popolare e ricorrente nella rappresentazione della vita del Santo il quale riceve il ringraziamento della povera vedova alla quale aveva fatto restituire il porcellino rubatole dal lupo. Accanto al santo, sono dipinti alcuni animali secondo un’iconografia seguita a lungo anche in area orientale. Le due figure sono rappresentate in piedi: il Santo con i paramenti vescovili, la donna in abiti dimessi.
Proseguendo, assai frammentaria è la rappresentazione de l’Adorazione dei Magi: è ben leggibile il volto della Vergine, si sono anche conservati i volti coronati e il ricco abito dei due Magi.
Solo in parte si è conservata la raffigurazione dell’Agnello mistico dipinto entro cornice semicircolare, sopra la monofora. L’Agnello è dipinto, come di consueto, accovacciato, con lo stendardo alludente alla Resurrezione.
Gli affreschi rientrano nel corpus di opere raggruppate sotto il nome di “Primo Maestro di Santa Maria in Castello di Udine”. L’autore prende il nome dal suo ciclo più importante e più esteso conservatosi nell’abside destra dell’antica pieve di Santa Maria in Castello di Udine. Il “Primo Maestro” fu attivo con la sua bottega a Udine e nel territorio intorno alla città. Si può ipotizzare che la sua attività sia iniziata nel terzo decennio del secolo e si sia forse protratta negli anni successivi alla morte di Bertoldo di Andechs (1218-1251), sotto il patriarca Gregorio di Montelongo (1251-1269)[6].

GLI AFFRESCHI DEL XIV SECOLO CON STORIE DI SANTA CATERINA E DI SANTA LUCIA
La seconda fase di decorazione pittorica è riferibile al Trecento e riguarda tutte e quattro le pareti. Non si tratta, però, di un’unica campagna di lavori, ma di interventi avvenuti in più riprese successive, in modo a volte anche poco organico con ripetizioni di soggetti dipinti ed una distribuzione dei cicli irregolare. Inoltre, vi sono all’opera più mani frescanti.
Le scene relative a Santa Caterina d’Alessandria (fig.) si dispiegano sulla parete laterale destra (6 episodi) per continuare sulla parete laterale opposta (ultimi 3 episodi, con il martirio), mentre sulla retrofacciata ricompaiono 4 scene, scelte tra quelle salienti dell’iconografia della Santa. Inoltre, al di sotto del primo episodio sul fianco sud, ne è stato rinvenuto un altro che rappresenta la medesima scena. La sequenza narrativa procede in direzione est-ovest.

PARETE LATERALE SUD
A1 L’imperatore Massenzio.

Si tratta della scena di primo strato rinvenuta al di sotto di quella tipologicamente corrispondente, che è stata staccata e appesa al muro nella zona a fianco. Presenta la figura regale seduta entro una struttura lignea, vestita con elegante manto rosso porpora, presentato di profilo con corona sul capo, la gamba destra accavallata nel tipico atteggiamento di comando, sul ginocchio appoggia la mano sinistra guantata di bianco mentre nel braccio destro, al di là dell’ampia lacuna, si è conservato il dito indice alzato, in segno di comando. Ai suoi piedi un moretto vestito di verde si gira a guardarlo. Vista l’ampia lacuna si può solo ipotizzare che la scena tratti di Massenzio che in Alessandria ordina di sacrificare agli idoli pagani oppure Massenzio che viene informato su Santa Caterina.
B1 L’imperatore Massenzio e astanti.

Si tratta del primo episodio, staccato durante il restauro e attaccato su pannello e appeso nella zona adiacente. Molto frammentario, con l’imperatore vestito di rosso, il volto e le mani alzate verso un gruppetto di astanti e probabilmente l’imperatrice identificabile nel busto in alto accanto al marito.

B2 Caterina viene condotta dalla madre presso l’eremita (fig.). La giovane in abito chiaro viene condotta dalla madre, che indossa abiti principeschi, presso un eremita raffigurato sulla destra, seduto entro un edificio in laterizio di colore amaranto come il mantello. Altri personaggi accompagnano i tre protagonisti, ma la grossa lacuna ci priva dei loro volti.

B3 Battesimo di Caterina (fig.). L’eremita si è alzato per battezzare Caterina, che, nuda, si è inginocchiata dinanzi a lui e china il capo. La accompagna tenendole le spalle un personaggio maschile con abito rosso scuro. Alle loro spalle un gruppetto di astanti tra cui spiccano parecchi personaggi femminili.

B4 Matrimonio mistico di Santa Caterina (fig.). D’ora in poi Caterina viene raffigurata con l’aureola e in questi ultimi episodi sulla parete destra indossa sempre il medesimo abito a vistosi scaglioni a zig zag in colori alternati. Sulla destra del riquadro la Madonna è seduta su una panca e il piccolo Gesù si sporge sulle sue ginocchia per dare l’anello alla giovane Caterina che sta in piedi lì davanti, accompagnata sul retro dalla madre (riconoscibile dalla corona) e dalle altre dame.

B5 Caterina alla presenza della madre disputa con l’imperatore.

Caterina è dipinta al centro con il viso rivolto verso la madre posta sulla sinistra del riquadro. Accanto alla madre, scalati verso il centro della scena alle spalle di Caterina, sono dipinti degli astanti. Sulla destra la figura intera di quello che pare essere l’imperatore che, vestito di rosso, guarda verso Caterina.
B6 Caterina disputa con i filosofi (fig.). La Santa occupa l’estremità sinistra della scena, mentre tutto il resto del riquadro è riservato al nutrito gruppo di filosofi, convocati dall’imperatore. I quattro al centro sono abbigliati con lungo mantello rosso scuro, con cappuccio alzato sul capo e bordato di ermellino, sulla destra in alto si intravedono ulteriori teste di astanti.

PARETE LATERALE NORD
Le storie di Santa Caterina proseguono sulla parete di fronte, con tre episodi dipinti nella zona più orientale dell’aula (di fronte c’era, all’epoca, il vano sacrestia) (fig.). I riquadri prevedevano in alto, in una fascia bianca, iscrizioni didascaliche riferite alle singole scene.

C1 Massenzio condanna Santa Caterina al supplizio della ruota (?) (fig.). La scena si presenta estremamente lacunosa. Sicuramente l’imperatore seduto in trono con gesto di comando verso un soldato che gli sta di fronte è Massenzio. Il frammento di ali di angelo in alto è l’indizio che fa propendere per la scena indicata.

C2 Trasporto di Santa Caterina sul Sinai (?) (fig.). Rimangono solamente i due lembi estremi della scena che raffigurano due angeli, dalle ali riccamente rese nel piumaggio.

C3 Decapitazione di Santa Caterina (fig.).
L’imperatore in trono ordina ad un soldato l’uccisione di Santa Caterina, che viene decapitata da uno sgherro sulla destra, che aveva sfoderato la spada, mentre sul collo della giovane si vede la ferita sanguinante.

STORIE DI SANTA LUCIA.
I quattro episodi relativi a Santa Lucia iniziano sulla parete nord dopo una netta cesura indicata da una fascia decorativa verticale.
C4 Santa Lucia condotta al lupanare.

La Santa, andata in gran parte perduta a causa di una vasta lacuna, viene trascinata a forza da un paio di buoi e dalla corde tirate da tre personaggi; un altro cerca di spingerla da dietro, ma, in alto, un piccolo angelo la soccorre e conforta.

C5 Santa Lucia dinanzi al governatore Pascasio che la condanna a morte (fig.). Il governatore viene qui raffigurato come un re; davanti a lui il carnefice, un energumeno in veste giallodorata che con un pugnale in mano colpisce al collo Lucia, presentata frontalmente a mani giunte (il volto è andato perduto).

C6 Comunione di Santa Lucia (fig.). La Santa, inginocchiata, riceve la comunione da un vescovo, accompagnato da un chierico. La Santa è già stata trafitta al collo e dalla ferita esce copioso il sangue.

C7 Seppellimento di Santa Lucia (fig.). Il corpo della Santa viene deposto entro un’urna di marmo verde. Al rito partecipano un Santo vescovo, ancora accompagnato dal diacono vestito di bianco, e due personaggi maschili, uno dei quali regge una croce.

STORIE DI SANTA CATERINA SULLA CONTROFACCIATA
Il “mini-ciclo” si svolge da sinistra verso destra (fig.).
D1 Matrimonio mistico di Santa Caterina (fig.).

Viene ripetuta la scena già presente sulla parete destra. Il gruppo della Madonna seduta con il Bambino è posto dinanzi la facciata di una chiesa a tre navate. La giovane Caterina è inginocchiata e dietro a lei sta la madre orante, accompagnata da altri due personaggi femminili.

D2 Tortura della ruota (fig.). Ci è rimasta solo la parte sinistra della scena che raffigura Caterina sorvegliata da due soldati, mentre al centro un’enorme ruota lignea munita di lame viene azionata con una leva dal basso da un addetto alla tortura.

D3 Martirio di Santa Caterina (?) (fig.). L’ipotesi si basa sul fatto che l’episodio non può mancare, ma, in realtà, la porzione di affresco sopravvissuta è minima. Si individuano due personaggi maschili sul bordo e, forse, parte di Caterina inginocchiata.

D4 Seppellimento di Santa Caterina sul Sinai (fig.). La parte alta del riquadro mostra l’episodio di Caterina trasportata da tre angeli sul Sinai, dove viene sepolta entro un’arca. Alla base compaiono due figure di committenti oranti, rivolti verso il centro. Quello a sinistra indossa una veste rossa; dirimpetto gli sta un cavaliere armato con scudo davanti a sé e stemma ripetuto (una rapa rossa con larghe foglie verdi).

AFFRESCHI NELL’ORIGINARIA SACRESTIA
Nella parete corrispondente all’angolo est-sud, c’era all’epoca una sorta di piccola sacrestia illuminata da due strette monofore; in questo spazio troviamo una serie di riquadri, semplicemente contornati da una riga rossa raffiguranti da sinistra verso destra: un primo soggetto incomprensibile in quanto perduto; il Profeta Daniele identificabile in base all’aspetto molto giovane e al caratteristico copricapo; Santa Lucia raffigurata frontalmente; un Santo Vescovo in abiti pontificali; un ultimo riquadro molto rovinato e in gran parte perduto che raffigura, al centro, probabilmente, un Vescovo incoronato da piccoli angeli in volo.
Sulla parete sud un unico riquadro raffigura una Crocifissione (fig.). In piedi, ai lati della croce, presenziano Maria e San Giovanni; inginocchiati vi sono Santa Maria Maddalena e San Francesco.
Questi affreschi sono di qualità alquanto più scadente rispetto a quelli sulle altri pareti. Potrebbero essere stati affidati, appunto perché situati in posizione poco visibile, ad un aiuto dei frescanti attivi all’interno dell’aula[7].

Bibliografia:
AA.VV. La chiesa di Santa Caterina a Pasian di Prato nella parrocchia di Basaldella. Storia, indagine archeologica e restauro, a cura di Paolo Casadio e Rossella Fagiani, Udine, Forum 2009 (Relazioni della Soprintend€enza per i Beni storici artistici ed etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia; 15).

Info:
Via Santa Caterina
0432 561990; parrocchia.basaldella@alice.it


[1] Cfr. cartello esplicativo all’esterno della chiesetta.

[2] Cfr. Rossella Fabiani, Il recupero dell’edificio: la scoperta e il restauro degli affreschi, p. 137.

[3] Cfr. Fabio Piuzzi, La chiesa di Santa Caterina. Indagine archeologica, pp. 37 – 46.

[4] Cfr. Fabio Cavalli, Le indagini sui resti umani, pp. 60 – 61.

[5] Cfr. F. Piuzzi, La chiesa di Santa Caterina. Indagine archeologica. pp. 42 – 46.

[6] Cfr. Paolo Casadio, Gli affreschi duecenteschi del sacello primitivo. pp. 79 – 85.

[7] Enrica Cozzi, Gli affreschi del XIV secolo con storie di santa Caterina e di Santa Lucia. Analisi iconografica e stilistica. pp. 89 – 95.


Altre immagini
:

Annunciazione

Annunciazione, particolare

Miracolo di San Biagio e della vedova

– Miracolo di San Biagio e della vedova, particolare.

– B2 Caterina viene condotta dalla madre presso l’eremita.

– B3 Battesimo di Santa Caterina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

– B4 Matrimonio mistico di Santa Caterina.

– B5 Caterina alla presenza della madre disputa con l’imperatore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

– B6 Caterina disputa con i filosofi.

– C1 Massenzio condanna Santa Caterina al supplizio della ruota.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

– C5 Santa Lucia davanti al governatore Pascasio che la condanna a morte.

– C6 Comunione di Santa Lucia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

– C7 Seppellimento di Santa Lucia.

– D2 La tortura della ruota.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

– D4 Seppellimento di Santa Caterina sul Sinai e due offerenti in preghiera.

– In sacrestia: teoria dei Santi (Daniele profeta, Santa Lucia, Santo e Santo    Vescovo).

Periodo Storico: Basso Medioevo
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza