L’abitato di Cella è una piccola frazione del comune di Ovaro (Ud); si trova al fondo valle (494 m slm), sulla destra orografica del torrente Degano. Proprio come il vicino villaggio di Agrons, Cella oggi conta appena una cinquantina di abitanti.
Tutto lascia supporre che questi villaggi avessero dimensioni assai modeste anche in età medievale, tuttavia bisogna osservare che nelle vicinanze vi erano due edifici religiosi di notevole importanza: circa 300 m a sud del paese, infatti, sorge il colle dell’antica pieve matrice di Santa Maria di Gorto, e a poco più di 1 km di distanza in direzione nord, presso la chiesetta tardo gotica di San Martino, recenti scavi archeologici hanno portato alla luce una basilica paleocristiana risalente alla prima metà del V secolo e una necropoli altomedievale
Il rinvenimento del sarcofago di Cella di Ovaro, del tutto fortuito, risale al novembre 1972, ed è avvenuto nel corso dei lavori di sistemazione della viabilità interna.
La chiesa di San Rocco di Cella, accanto alla quale è stato rinvenuto il sarcofago, oggi presenta una struttura tardo gotica, ma sin dal XIV secolo risulta attestata la presenza di un edificio più antico dedicato a Santo Stefano; più precisamente, va detto che la chiesa attuale fu consacrata il 22 ottobre 1497 nel nome di Santo Stefano Protomartire e di San Rocco Confessore, e che per alcuni secoli l’edificio fu menzionato indifferentemente con l’uno o con l’altro titolo, finché nel corso dell’Ottocento prevalse quello del Confessore.

Nel corso degli anni Ottanta, durante un lavoro di sistemazione del terreno all’esterno dell’abside della chiesa di Cella, Virgilio Grazioso raccolse alcuni frammenti di pluteo in calcare grigio e un frammento di capitello in dolomia cariata risalenti ai secoli VIII-IX, ora conservati entro il Museo della Pieve di Gorto e probabilmente appartenuti all’antica chiesa di Santo Stefano di Cella, così che pare logico porli in relazione con la presenza del sarcofago; alcuni anni più tardi, egli dispose di consegnare al sacerdote anche un calco in argilla di età moderna recante un’immagine sacra, ora conservato presso il Museo della Fornace di Cella, riferendo di averlo raccolto all’interno della sepoltura altomedievale.

Nel settembre 2003, il sarcofago è stato restaurato a cura del Centro Regionale di Catalogazione e Restauro dei Beni Culturali e successivamente collocato entro la chiesa di San Martino di Ovaro, dove ancora oggi si trova.

Vedi allegato: Il sarcofago altomedievale dell’HUMILIS SERVUS di Cella di Ovaro

Periodo Storico: Alto Medioevo
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza