La grotta di Torlano, nota come Sliep di Torlano o Buse dal Corvazz, si trova allo sbocco della valle del Cornappo e la sua apertura è visibile sulla parete del monte Plaiul, dalla strada che da Chialminis porta a Nimis. La grotta si trova sopra Torlano, sul fianco Nord-Ovest del Monte Plaiul, ed è visibile dalla strada della valle del Cornappo.
Scavata nei calcari cretacei, ha una bocca larga 13m e si addentra nella montagna per 22m, finendo in un cunicolo che continua ancora per qualche metro e diviene, dopo poco, impraticabile.
Questa grotta, che attualmente è di difficile accesso, presenta condizioni ottimali di visuale, esposizione alla luce, adattabile gestione dello spazio interno (è costituita da un’unica ampia sala centrale di m.20×10, a quota 390), presenza di rosorse idriche.
Visitata per la prima volta nel 1879, è stata oggetto di successive esplorazioni, ma risale all’inverno del 1985 un significativo recupero di materiale ceramico, a cura dell’Associazione Friulana Ricerche di Tarcento. In questa occasione si mise in luce un muro (spessore cm. 85, conservato per una lunghezza di m. 6), realizzato in pietre legate da malta di calce frammista a laterizi, costruito per chiudere l’apertura ampliando leggermente lo spazio di accesso alla grotta. L’approfondimento fu effettuato proprio presso l’ingresso, parzialmente occupato dal crollo della struttura, dove si portò alla luce un livello di terra molto organiza ricca di frammenti ceramici; lo scavo restituì anche una catena in ferro, una cote, frammenti lignei e laterizi.
Il contesto fu ricondotto all’epoca medievale e datato fra il XII e il XIV secolo, dai confronti di alcuni reperti rinvenuti nell’ambito della chiesa di San Gervasio e Protasio a Nimis.
Una revisione di questo materiale, effettuata alla luce delle acquisizioni degli ultimi trenta anni, ha permesso di individuare un preciso ambito culturale e cronologico di appartenenza, sulla base di una serie di valutazioni complessive che tengono conto dei repertori formati, ma anche del sapere tecnologico espresso dall’intero contesto.
Il campione è costituito da un centinaio di pezzi con un repertorio costituito da olle, alcune delle quali recano i segni da fuoco e dunque utilizzate anche per cuocere, ciotole, un probabile tegame alto e un catino, per un totale stimato di una ventina di esemplari. Interessante notare che alcune forme sono stati individuati frammenti combacianti, a indicare una scarsa dispersione del materiale a vantaggio dell’affidabilità del contesto. Nel complesso il materiale si presenta omogeneo per impasti (con inclusi calcarei di varia granulometria) e per analogia nella rifinitura delle superfici, attestandosi ad una cronologia di VI-VII secolo (in ogni caso entro il VII secolo), alla quale riconducono anche pochi frammenti di anfore di produzione africana. I manufatti, che rispecchiano parte dell’apprestamento domestico di questo sito di altura, esprimono una cultura materiale che trova puntuali contorni in siti altomedievali noti in bibliografia, in particolare Invillino, ma soprattutto Pristava, Tonovcov grad, trattandosi dei siti più prossimi che sono parte dello stesso ambito culturale. Questa collocazione cronologica enfatizza il ruolo della Grotta di Torlano nell’ambito del quadro insediativo tracciato e ne sottolinea il ruolo complementare e connesso con gli altri elementi del paesaggio fortificato.
Il materiale rinvenuto rientra tra i contesti ipogei con evidenze tardoantiche-medievali passati in rassegna, indicativi di un rinnovato interesse per le cavità da parte dell’uomo, dopo un periodo di sostanziale abbandono durante l’epoca romana, rispondente a nuove modalità insediative ed a diversi criteri di organizzazione della viabilità nel territorio, in cui grotte e ripari insieme a castra e castella contribuiscono a formare un sistema difensivo integrato.
Vengono citati, infatti, per confronto, anche altri due insediamenti ipogei del Friuli con tracce di frequentazione in epoca medievale: la ben nota Grotta di S. Giovanni d’Antro e la Chiase dai Corvas (Gemona).

Il materiale è stato depositato presso il Museo Friulano di Storia Naturale (via Sabbadini n. 22-32, 33100-Udine).

Fonte:
Angela Borzacconi. La frequentazione delle grotte in età medievale. Spunti per uno studio territoriale, in AA.VV. Antichi abitatori delle grotte in Friuli, Comune di Udine, 2021, pg. 72-74

Per approfondimenti, vai a:
https://catastogrotte.regione.fvg.it/criga/scheda/17-Busa_dai_Corvazz

 

Periodo Storico: Basso Medioevo
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza