monrupino

La grotta si trova nei pressi della strada che da Fernetti conduce a Monrupino, vicino ad una dolina (Località Fernetti, 34016 Monrupino TS).
Il pittoresco imbocco della grotta ha la forma di una larga fenditura, interrotta all’estremità SE da un piccolo ponte di roccia.
La discesa del pozzo, le cui pareti sono accidentate da numerose nicchie nelle quali nidificano i colombi selvatici e che è senza dubbio uno dei più belli del Carso triestino, da qualunque punto la si faccia partire avviene sempre nel vuoto.
Negli ultimi metri si apre la volta di una spaziosa caverna e dopo un piccolo ed erto cono detritico ricco il suolo è occupato da grandi massi di crollo coperti di concrezioni; più avanti appaiono numerosi e suggestivi gruppi di stalagmiti e di colonne di grandi proporzioni.
A ridosso delle pareti e tra gli enormi massi si aprono alcuni stretti pozzi verticali.
La caverna termina con un piano d’argilla asciutta, ma in tutto il resto della cavità lo stillicidio è abbondante.

monrupinoNel corso della prima esplorazione, nel 1929, ai piedi del cono detritico venne trovato un elmo di bronzo risalente al IV-V secolo a.C., in parte ricoperto da una crosta di calcite e analogo a quello raccolto nella Grotta delle Mosche nei pressi di S. Canziano (Slovenia).
E’ in ottimo stato di conservazione ed appartiene alla produzione etrusco-italica in uso nei secoli VII-IV a.C. che prende il nome dalla cittadina slovena di Negau, nella quale nel 1811 furono rinvenuti molti di questi elmi.

Fonte: http://www.catastogrotte.fvg.it

Immagine: Antoniazzi Gigliola – gigliola.antonazzi@gmail.com

Il materiale rinvenuto si trova al Civico Museo d’Antichità “J.J.Winckelmann” di Trieste.

Ritrovamente di un secondo elmo protostorico:
Un secondo elmo è stato recuperato durante un’attività speleologica sul fondo della grotta a pozzo a un’ottantina di metri di profondità ed è simile a un primo esemplare, ora esposto nel Civico Museo d’Antichità “J. J. Winckelmann” di Trieste, che fu rinvenuto nel 1929 nella medesima cavità carsica situata nei pressi dell’importante castelliere di Monrupino, attivo a partire dalla seconda metà del II millennio a.C. fino al V sec. a.C.
Al rinvenimento sono seguite alcune ricerche preliminari di verifica per meglio inquadrare il contesto, realizzate sotto la Direzione scientifica della Soprintendenza, che hanno apportato maggiori elementi di approfondimento per la conoscenza del reperto.
Nel corso di una delle verifiche effettuate sul fondo della grotta in corrispondenza del cono detritico alla base dell’inghiottitoio, sono state individuate anche un’ascia in ferro del tipo ad alette superiori (probabilmente non più tarda del VI sec. a.C.) e abbondanti tracce di fauna antica.
L’elmo è stato quindi sottoposto ad un intervento di restauro nel laboratorio della Soprintendenza finalizzato, oltre che alla conservazione, alla restituzione della leggibilità dei particolari della superficie attraverso operazioni di pulitura. Grazie a questi interventi è stato possibile scoprire, sotto lo spesso strato di incrostazioni, la decorazione presente alla base della calotta.
I dettagli emersi rendono questo oggetto un unicum nel suo genere: si differenzia infatti dai simili esemplari sloveni e dall’altro elmo “gemello” per l’assenza dei comuni motivi a palmetta.
Per il tipo di lavorazione il manufatto è attribuibile ad una bottega artigianale di alto livello, analogamente ad altri esemplari sloveni, e fa parte di una tipologia di elmi diffusi nella zona alpina sud-orientale, considerati una derivazione dall’elmo italo-etrusco. Tipologie simili si attestano a partire dal tardo V sec. a.C. in numerose località dell’attuale Slovenia.
Anche questo elmo, come il primo rinvenuto nella grotta, mostra tracce di un colpo inferto, probabilmente con un’ascia, o nel corso di uno scontro oppure a seguito di un atto intenzionale di defunzionalizzazione rituale.

Questo nuovo ritrovamento quindi ha permesso di rivalutare l’importanza della Grotta dell’Elmo, che va probabilmente inserita tra le cavità usate come ripostigli votivi di armi, di cui l’esempio più eclatante in area carsica è la Grotta delle Mosche di S. Canziano del Carso / Škocjan in Slovenia.

Fonte:
Soprintendenza del FVG, 14 dic 2023

Periodo Storico: Protostoria
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza