La villa è stata distrutta dalla costruzione della statale 14 e poi da quella della centrale ENEL, durante i lavori della quale andò perduto un intero mosaico. Nel 1965, su segnalazione del Gruppo Archeologico Monfalconese, la Soprintendenza di Padova condusse gli scavi nell’area tra la recinzione della centrale e la strada: l’indagine portò alla luce muri e pavimenti in mosaico, nonchè “diversi recipienti vinari di terracotta di grandi dimensioni profondamente ancorati al suolo”. Da notizie orali infine, durante i lavori di recinzione dell’ex officina Bon, si rinvennero, sempre lungo la statale, alcuni “orci” che furono distrutti durante la notte: controlli effettuati durante la costruzione dell’attuale Coop, che occupa attualmente l’area dell’officina Bon, non hanno tuttavia portato a risultati.
Ricognizioni in questa zona ne compì il Puschi negli anni tra il 1890 ed il 1907 ca. In un suo manoscritto, conservato nella biblioteca dei Civici Musei di Trieste, egli riferisce di un “lungo muro” leggibile tra casa Bonavia e le Fontanelle, che potrebbe, in via puramente ipotetica, collegare l’area di Via Colombo a questa.
Anche per questa villa, oltre al rilievo, esiste una buona documentazione fotografica conservata presso il Laboratorio fotografico del Museo di Aquileia. Tra i negativi ne va segnalato uno in particolare, dove appare chiaramente visibile un ambiente, troncato dal piano della strada statale, più bassa rispetto le quote di calpestio della villa, pavimentato con un mosaico nero a crocette (quattro tessere bianche accostate per i vertici), inquadrato da una fascia a triangoli alternati in bianco-nero e da ulteriori due fasce di collegamento alle strutture perimetrali, la prima bianca e la seconda nera ad ordito diagonale.
Il motivo a crocette, nella variante a crocette bianche su fondo nero, appare ben attestato in tutta l’area limitrofa in contesti tardo-repubblicani ed augustei: in particolare, si segnalano confronti stringenti nella villa del Randaccio, nella villa di Ronchi dei Legionari, dove appare databile nella seconda metà del I a.C. sulla base di associazioni con tassellati ad inserzioni di scaglie, e nella villa di Barcola, dove lo si ritrova in contesti di seconda metà del I sec. a.C.

Bibliografia:
– A. DEPETRIS 1991, Attività del gruppo di ricerche archeologiche di Monfalcone negli anni sessanta, in Ad Aquas Gradatas, Segni romani e paleocristiani a S. Canzian d’Isonzo, S. Canzian d’Isonzo, pp. 71-72
– F. FONTANA 1993, La villa romana di Barcola, a proposito delle villae maritimae della Regio X, “Studi e Ricerche sulla Gallia Cisalpina” 4, Roma
– F. MASELLI SCOTTI 1978, Scavi della Soprintendenza archeologica di Trieste, “AMSIA” 78, pp. 385-386
– F. MASELLI SCOTTI, P. VENTURA 1991, Notiziario archeologico. Ronchi dei Legionari. Scavo di una villa romana, “Aq.N” 62, cc. 237 e ss.
– F. MASELLI SCOTTI 1995, Mosaici dell’Agro sud-orientale di Aquileia, “AISCOM”, Atti del II Colloquio, Bordighera, pp.9-16

Fonte:
– Valentina Degrassi, Abitare sul Lacus Timavi.

Periodo Storico: Età Romana
Localizzazione Geografica
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