Questo castelliere è il più grande dell’area isontina. Lo testimoniano i reperti databili tra il 1500 e il 500 a.C., costituiti da frammenti ceramici, ossa di animali e oggetti in bronzo.
Nel secolo scorso C. Marchesetti lo descriveva così:
“Un quarto castelliere, il più vasto ed il meglio conservato sulla vetta adiacente, quello della Gradiscata o di S. Polo, é a duplice cinta, di cui l’esterna lunga 510 metri, l’interna 390, con bei ripiani circolari larghi 10 a 15 metri. Il vallo é assai robusto, specialmente dalla parte di sud-ovest, ove ha un’ altezza di 2 a 5 metri. Nello scavo che vi praticai alcuni anni or sono, raccolsi parecchi frammenti di stoviglie preistoriche ornate e resti d’animali. Nel ripiano della cinta esterna m’imbattei in un gruppo d’inumati d’epoca romana (vi apersi cinque tombe, in cui gli scheletri giacevano supini col capo rivolto a nord-ovest e con le braccia incrociate sul ventre, senza alcuno schermo né ai lati né di sopra. Solamente sotto la testa eravi posta una pietra. La prima tomba conteneva uno scheletro bene conservato, fornito di una fibula di bronzo a cerniera, di un orecchino d’argento, di una fusaiuola di argilla e di un pezzo d’osso lavorato. Un’altra tomba aveva pure uno scheletro in buono stato con una perla d’ambra, mentre delle altre tre tombe, senza aggiunte, una non conteneva che la parte inferiore dello scheletro, e due solamente resti di ossa decomposte. In ciascuna delle cinque tombe si rinvennero frammenti di pentole sfracellate di fine pasta).
Al piede del castelliere esiste un pianoro con piccola grotta, al cui fondo trovasi una raccolta d’acqua perenne, comunicante con un grande deposito sotterraneo, come ce lo dimostra l’apparire reiterato di protei. Così gli antichi abitanti non erano costretti a scendere fin alla pianura per attingere l’acqua, trovandone di eccellente in questa caverna.”
Attualmente le due cinte sono riconoscibili lungo il loro perimetro.
La cinta inferiore si interrompe all’angolo di sud-ovest, probabile accesso al castelliere.
Nel pianoro sommitale si riconoscono ricoveri e trincee della prima guerra mondiale.
Il castelliere è considerato, per la qualità e la quantità dei materiali rinvenuti, l’abitato principale dell’intera area isontina.
La sua frequentazione, ininterrotta, è documentata dal Bronzo medio al Ferro avanzato.

Fonte: www.triestestoria.it

Tratto da:
– Carlo de Marchesetti, I castellieri preistorici di Trieste e della regione Giulia, in Atti del Museo civico di Storia naturale, Trieste 1903.

Info: Estensione: 2.5 ettari Perimetro del sistema difensivo: 390 + 510 m Quota: 60 m slm.

Periodo Storico: Protostoria
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza