Il percorso che porta al castello di Maniago è una bella e suggestiva passeggiata che in una decina di minuti lascia alle spalle il centro città per condurre al colle di San Giacomo, toccando con mano la storia del paese. Una serie di cartelli turistici accompagna lungo l’itinerario, fornendo spiegazioni anche in lingua friulana.
Si parte da piazza Italia imboccando via Castello; pochi passi, e sulla destra è visibile la Casa della contadinanza, l’unico esempio conservato nel centro cittadino di casa a loggia; risalente al XVII secolo, era sede della Contadinanza, istituzione che permetteva ai contadini il controllo sulle tasse imposte dai nobili locali.
Proseguendo, sempre sul lato destro della strada si apre la Centa dei Conti, ampia area oggi adibita parzialmente a parcheggio, circondata da mura merlate, erette per proteggere persone ed armenti.
Arrivati alla fine di via Castello, siamo sul luogo detto di Voltapicàra, dove, secondo la tradizione popolare, fin dal Medioevo avvenivano le impiccagioni dei condannati.
Nelle vicinanze si trova la Chiesa della Santissima Trinità (sec. XVIII), pertinenza della residenza signorile dei conti di Maniago.
Svoltando a sinistra, dopo aver oltrepassato un arco in sasso di recente costruzione, incomincia la salita al colle di San Giacomo lungo la Strada Valpiccola, totalmente asfaltata e facilmente percorribile, immersa nel rigoglioso bosco pedemontano.
All’altezza del primo tornante era collocata la porta castri, l’accesso principale sul giro di mura castellane più esterno (secondo zirone). Da questo punto iniziava il borgo castellano, dove gli habitatores vivevano nelle piccole case le cui fondamenta sono ancora parzialmente visibili. Continuando la salita e raggiunto il secondo tornante, lo sguardo si apre su uno splendido punto panoramico che consente di vedere i più importanti edifici della città e l’ampia pianura sottostante.
I resti più consistenti del secondo zirone, circondati da imponenti faggi, coprono il lato orientale del tornante per poi collegarsi ai ruderi dell’ala est del castello.
Il castello sorse probabilmente al posto di una torre di avvistamento romana, che divenne poi un presidio longobardo. Le prime notizie risalgono al 981, quando l’imperatore Ottone II donava all’allora patriarca di Aquileia il monte di Maniago. Del castello però non viene fatto cenno; questo dovrebbe essere stato costruito verso l’anno Mille.
Dal 1325 al 1338 Galvano acquista a più riprese la totale proprietà del castello.
Successivamente il castello subì numerosi attacchi, ed in seguito ad alcuni di essi rimase danneggiato, ma resistette sino al 1420, anno dell’occupazione del Friuli e quindi anche di Maniago da parte della Repubblica Veneta.
Il castello venne in parte danneggiato dal terremoto del 1511, ed in seguito ad altri sismi anche la parte ancora abitata diventò
inagibile, per cui a partire dal 1630 venne abbandonato.
Doveva trattarsi di un grosso fortilizio, del quale oggi rimane solamente una cinta muraria di forma semicircolare fornita di feritoie. L’unico edificio rimasto integro è la chiesetta di San Giacomo costruita davanti alla facciata del castello.
In origine questa chiesetta si trovava nell’alta corte, all’interno del maniero; ricostruita all’esterno del primo giro di mura, è oggi una cappella privata che accoglie le sepolture di alcuni membri dell’estinta casata dei Signori di Maniago. Il castello, costruito probabilmente nel XII secolo, quando il Patriarca di Aquileja Pellegrino II concede l’investitura a feudo di abitanza ad alcune famiglie nobili della zona, nella sua fase di massimo sviluppo architettonico, si componeva di torri e di edifici affiancati gli uni agli altri a formare un perimetro chiuso, chiamato nei documenti primo zirone, il primo giro di mura.
Il secondo giro (secondo zirone), il più esterno, proteggeva invece il borgo castellano. Le strutture del maniero furono costruite utilizzando ciottoli di fiume e di torrente, riservando la pietra agli elementi decorativi e di rinforzo.
I documenti antichi tramandano i nomi dei singoli edifici che iniziano a comparire nelle carte tra la metà del XIII e la fine del XIV secolo. Si accede entro il primo giro di mura oltrepassando la porta zironis, un arco rinascimentale a tutto sesto che mostra ancora i cardini in pietra per il portone in legno a due battenti, oggi perduto, e i fori per l’inserimento dei chiavistelli.
Oltrepassata la lozuta (piccola loggia) – probabilmente una torre scudata col piano di calpestio in salita -, a destra si trovano i resti della domus de medio, della domus inferior e della turris alba, a sinistra le vestigia delle imponenti domus magna e turris maior.
Salendo nell’alta corte, attraverso una stretta porticina, si giunge alla curia castri, dove si trovava il probabile palatium del patriarca, affiancato dalla turris fracta, strutture oggi andate in rovina. L’imponente facciata della domus magna conserva, su due piani, i finestroni aperti in epoca rinascimentale, quando la funzione bellica del maniero venne meno cedendo il passo a quella prettamente residenziale.
Il castello di Maniago subì diversi assedi: il più antico nel 1216, altri nel corso del XIV secolo, l’ultimo nel 1420, quando la Repubblica di Venezia, determinata a conquistare il Friuli, costrinse i maniaghesi alla resa firmata il 5 giugno dello stesso anno dal nobile Bartolomeo di Maniago. Il violento terremoto che colpì la regione nel 1511 danneggiò anche il maniero maniaghese compromettendone le strutture – verosimilmente non più riattate – e portando così all’abbandono del castello, avvenuto nei primi decenni del XVII secolo.

 

Dipinto di Raffaello De Gottardo (https://www.ilfotomatico.com/pordenone-castelli-libro/)

 

Periodo Storico: Basso Medioevo
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza