grado

L’isola, in linea d’aria, dista da Grado circa nove chilometri e mezzo. Attualmente ricopre una superficie di circa 14 ettari, a cui se ne devono aggiungere quasi altrettanti di una valle da pesca ora bonificata ed è di proprietà della famiglia De Colle.
L’Isola di San Giuliano è situata in posizione centrale nella parte occidentale della laguna di Grado (ossia di quella porzione compresa tra Grado a est e Porto Buso/Foce Aussa Corno a ovest). Questa porzione di laguna – oltre ad essere la più bella, caratteristica ed apprezzata – è anche quella che storicamente ha avuto la massima importanza nella storia bimillenaria della chiesa aquileiese e delle popolazioni romane.
Sono ancora presenti vestigia romane e l’arco di Sant’Elia. L’arco è ora inglobato nel corpo centrale della villa padronale mentre originariamente apparteneva alla basilica di Sant’Elia. Molteplici memorie documentali dell’importanza dell’isola e delle sue strutture si trovano oggi nell’Archivio Capitolare della diocesi di Udine/Aquileia.
Adiacente alla villa padronale vi è la chiesa di San Giuliano, da sempre patrono della laguna.
Con sufficiente certezza si può far risalire al patriarca Elia (571-586) la costruzione di un “monastero” affidato ai benedettini. All’inizio dell’800, il monastero era già in rovina e veniva riedificato dal Patriarca Gradese Fortunato II (810).
L’attuale chiesa è stata benedetta il 12 luglio 1727.
La famiglia De Colle ha provveduto recentemente a dei restauri e nella chiesa viene celebrata una Santa Messa in occasione della ricorrenza di San Giuliano.

In tutta la vasta area la ricerca di superficie condotta alcuni anni fa non ha dato esiti, fatta eccezione per il ritrovamento di qualche tessera musiva bianca e nera e di alcuni cubetti di cotto pavimentali.
Questi resti potrebbero essere pertinenti alla chiesa paleocristiana, la cui esistenza è attestata dal Chronicon Altinate e dal testamento del vescovo Fortunato (802/3-826). Nello stesso passo in cui il Chronicon Altinate ci informa dell’esistenza dell’edificio eliano, compare la notizia della preesistenza in quel luogo di un tempio consacrato a Beleno.
Attualmente sull’isola rimane una sola testimonianza di epoca romana: si tratta di un frammento di iscrizione funeraria, murato nell’angolo della chiesetta, da pochi anni ricostruita. La lapide è conservata per 36 cm in altezza e 32 cm in larghezza ed ha un spessore di 16 cm; le lettere sono alte 4 cm. Sono leggibili quattro righe: _ _ _ ? / [_]ai / [her]edes / [in] fr(onte) p(edes) XX / [in] agr(o) p(edes) L.
Dal testo conservato è possibile comprendere come l’iscrizione venisse posta da più persone che, in qualità di eredi, dedicarono il sepolcro ad un loro caro; è indicata l’estensione del recinto funerario, mentre la perdita di elementi onomastici non consente di ricavare alcuna informazione sull’identità del defunto.
Alcune interessanti informazioni sono state reperite consultando gli inventari del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia: provengono da San Giuliano un piccolo vaso cratere (cm 9 x 6) in diaspro rosso, con il corpo composto da maschere, delle quali ne rimangono ancora due (n. inv. 48604); un “nicolo” inciso (mm 7 x 8) raffigurante Ercole che lotta con l’Idra (n. inv. 48605); una pasta vitrea (mm 10 x 8) che reca incisa una figura stante volta a sinistra (n. inv. 48606); una corniola (mm 10 x 7) raffigurante Atena gradiente a destra che reca lo scudo a sinistra (n. inv. 48607). Questi reperti, assieme al frammento di iscrizione, suggeriscono la possibilità che l’area avesse una destinazione funeraria, come i siti di Montaron e Isola di Gorgo.
Da San Giuliano provengono anche tre monete, la cui lettura ci indica almeno approssimativamente un termine post quem per il periodo di frequentazione dell’isola. Sulla base degli inventari del Museo di Aquileia la prima è una moneta bronzea di Domiziano datata agli anni 80-81 d.C. (n. inv. 48601): D/ CAES DIVI VESP F DOMITIANVS COS VII; R/ S C; la seconda è un denarius d’argento di Adriano emesso negli anni 132-134 d.C. (n. inv. N.I. 48602): D/ HADRIANVS AVG COS III P P; R/ SALVVS AVG; la terza è un’emissione bronzea di Commodo coniata nel 191 d.C. (n. inv. 48603): D/ L AEL AVREL COMM AVG P P; R/ HERCVL ROMAN AVG S C.

Sulla base dell’iscrizione e dei reperti conservati al Museo di Aquileia è possibile proporre per l’isola di San Giuliano una destinazione funeraria. I dati archeologici in nostro possesso consentono di collocare la frequentazione dell’area nel corso del I e del II secolo d.C.

Bibliografia:
– Gaddi D., Approdi nella laguna di Grado, in Antichità Altoadriatiche XLVI. Strutture portuali e rotte marittime nell’Adriatico di età romana, Atti della XXIX Settimana di Studi Aquileiesi (Aquileia, 20-23 maggio 1998), Trieste – Roma 2001.
– Aurora Cagnana. Luoghi di culto e organizzazione del territorio in Friuli Venezia Giulia tra VII e VIII secolo, pp. 93-122, in “Le chiese rurali tra VII e VIII secolo in Italia settentrionale” a cura di Gian Pietro Brogiolo.

Fonte: https://patrimonioculturale.regione.fvg.it/

Info:
L’isola è raggiungibile in ogni momento dell’anno ed in qualsiasi condizione di marea anche da piccole navi. Vi è un porto principale con una darsena, una bella cavana protetta ed altri punti secondari per l’attracco

Periodo Storico: Alto Medioevo
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza