mostra

In un locale al piano terra sotto il Museo della Pieve e Tesoro del Duomo (Vicolo delle Mura, 33013 Gemona del Friuli), vicino al Duomo, in un palazzo trecentesco dell’antica canonica (al locale si accede direttamente da via Bini), è esposta una mostra temporanea di reperti rinvenuti durante i lavori di svuotamento dell’Ossario rivenuto sotto il Duomo.
mostraIl materiale rinvenuto: Per lo svuotamento del vano a torre che costituiva l’Ossario del Duomo sono stati scavati circa 180 mc di materiale di cui circa 60 mc di frammenti osteologici umani. Tutto il materiale terroso è stato setacciato ed ha restituito 707 reperti registrati tra i quali: 326 catalogati come materiale vario; 123 medaglie devozionali; 56 monete di varie zecche dal XII al XIX secolo oltre ad una moneta romana; 24 crocefissi; 30 gruppi di vaghi di collana e grani di rosario oltre ad una decina di parti di rosario ancora integri; 36 fibbie di ferro e in bronzo, alcune con tracce di doratura e decorazioni< 36 anelli ed orecchini di varia foggia e materiale oltre ad un centinaio di anelli piatti in lamina bronzea; 20 frammenti di tessuto od ornamento di paramenti sacri; 75 manufatti in ceramica ricostruiti parzialmente.
mostraSono catalogati e custoditi dall’Associazione “V. Ostermann”: c. 145 kg. di chiodi in ferro; c. 30 kg. di denti provenienti dalla setacciatura del materiale di scavo; 25 frammenti di colonnine da palaustra in pietra; oltre 150 frammenti lapidei e laterizi; c. 20 kg. di frammenti di ceramica suddivisa per US e tipologia; c. 10 kg. di frammenti di intonaco dipinto e/o affrescato; c. 6 kg. di frammenti di vetro e c. 3 kg. di frammenti di legno.
L’esposizione: Una grande bacheca esagonale e otto espositori verticali accolgono, nel locale della vecchia canonica di via Bini, una parte dei reperti riportati in luce dall’Ossario, nei vani ipogei del Duomo. Un campionario di oggetti tra i più svariati che, da un contesto particolare, testimoniano almeno cinque secoli di devozione, fede e tradizione di una Gemona più antica che riposa sepolta da metri di ghiaie alluvionali e macerie di terremoti, il cui ricordo, a partire dal Duecento, si perde nella notte dei tempi.
Il percorso: Sulla sinistra, dopo l’ingresso, un pannello illustra sinteticamente l’intervento eseguito nei vani ipogei del Duomo e, a seguire, un plastico in scala 1:30 lo traduce in forme e dimensioni.
mostraNella prima bacheca sono esposti frammenti di tessuto, probabilmente di paramenti e/o arredi sacri, oltre ad altri effetti sostanzialmente affini.
Altri oggetti, più prettamente personali, sono stati esposti nella seconda bacheca che si incontra. Troviamo orecchini e anelli, di varie fogge e materiali diversi; si fa notare tra gli altri l’anello, di fattura fiorentina del XIV secolo, con matrice per sigillo a forma di giglio.
Il terzo è l’espositore dei reperti numismatici. La varietà delle monete raccolte, in generale spiccioli di uso quotidiano di argento spesso impoverito e leghe bronzee, rispetta l’ambito di circolazione in quest’area geografica per l’età medievale e quella moderna. Con l’eccezione di una moneta romana, per la prima fase dell’ossario (XIII-XIV sec.) si attesta dapprima la moneta veronese e veneziana, quindi del Patriarcato di Aquileia e delle altre aree vicine, compresi esemplari di zecca tedesca e ungherese che venivano utilizzati in ambito commerciale.
mostraAltri reperti di varia tipologia sono esposti anche nella quarta bacheca: tra piccole lame e utensili, fa spicco un dado da gioco in osso di soli sette millimetri di lato.
Di notevole interesse sono i rosari, esposti nella quinta bacheca. Per questi reperti è stato possibile un confronto con ritrovamenti analoghi che sono tutt’ora oggetto di studio.
Sono poi esposti alcuni pannelli riguardanti i reperti osteologici umani, dei quali alcuni frammenti significativi sono esposti nel sesto espositore e per i quali si stanno approfondendo gli studi. Trattandosi di un ossario, quindi di un deposito, di resti di individui precedentemente seppelliti altrove, non si tratterà di studi antropologici finalizzati alla caratterizzazione dei singoli individui, ma fornirà certamente utili informazioni sull’identità della comunità. E’ comunque già emerso che gli uomini dell’antica Gemona erano alti e robusti, non sembrano discostarsi di molto da altre comunità coeve e geograficamente prossime e che, tra le patologie più frequenti, figurano fratture e gli esiti del rachitismo.
Le ultime due bacheche verticali sono dedicate all’esposizione di reperti in ceramica. La ceramica rinvenuta copre praticamente l’intera gamma tipologica dell’età medievale e moderna. Da quella acroma grezza, custodita dagli strati inferiori del vano, collocabile al XIII e XIV secolo, a quella rinascimentale degli strati intermedi. La parziale ricomposizione di frammenti coerenti tra loro ha permesso di individuare manufatti in ceramica grafita policroma, in maiolica arcaica o in ceramica pregiata di importazione. Queste tipologie stanno anche ad indicare uno stato sociale abbastanza agiato che, almeno alcuni dei gemonesi del XIII-XIV secolo, potevano ostentare.
Conclude il percorso la grande bacheca centrale che espone, oltre ad alcuni esemplari di fibbie tra cui, almeno due, di foggia longobarda, diversi esemplari di reperti strettamente religiosi: dalle medaglie votive in bronzo, a volte dorato, di svariate forme e dimensioni, ai crocefissi, pure in bronzo, a rilievo o piatti, ai reliquari in vetro, in osso o metallo.

Fonte: Associazione Storico-Archeologica-Culturale “V. Ostermann”

Periodo Storico: Alto Medioevo
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza