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ossarioSotto la sagrestia del Duomo, a pochi metri da una porta dell’antica cinta muraria (porta Udine), è stato aperto al pubblico un complesso sotterraneo nascosto per secoli tra le fondamenta della chiesa: una scoperta per gli archeologi e per gli abitanti della cittadina friulana. Una porticina lungo il muro della sagrestia porta alla scala che scende verso alcuni ambienti ipogei già attrezzati. I primi sono due spettacolari stanze rivestite di affreschi della prima metà del Trecento raffiguranti storie di san Michele Arcangelo e san Giovanni Battista e una Crocifissione probabile opera del gemonese Nicolò di Marcuccio che stava contribuendo alla decorazione del Duomo.
ossarioIl restauro delle pitture è avvenuto, sponsorizzato dal Rotary Club di Gemona e seguito direttamente dalla Soprintendenza (vedi articolo in calce). Intanto sono stati terminati l’ambiente inferiore del lapidario e quello, assai complesso, nel quale si è recuperato l’ossario, una cripta inglobata nelle fondamenta del Duomo otto metri sotto il sagrato. In quello spazio rimasto vuoto per secoli erano state accumulate alla rinfusa le ossa riesumate dal vecchio cimitero del Duomo. All’inizio dell’Ottocento le leggi napoleoniche avevano imposto la chiusura delle aree cimiteriali urbane e così, nel 1825, l’ossario fu riempito di terra, sigillato e dimenticato.

 

ossarioIl sisma del 1976 in Friuli fece crollare l’intera navata destra e il tetto del Duomo: durante lo scavo per il consolidamento delle strutture e delle fondamenta venne scoperta l’esistenza della cripta, rimasta interrata in attesa che la ricostruzione di Gemona, distrutta, fosse terminata. Nel 2008 cominciarono i lavori per mettere in luce e studiare quel tesoro nascosto che conserva anche elementi inediti della storia locale. Il Duomo ha un lungo passato segnato da terremoti e ricostruzioni. L’edificio attuale, consacrato nel 1337 e tra i massimi esempi di architettura gotica medievale in Friuli, sostituisce e amplia una chiesa precedente edificata tra X e XI secolo.

La facciata, opera del maestro Giovanni Giglio, venne rimaneggiata dopo il grave terremoto del 1348 e ancora nel 1429 e in epoche successive. Gli ultimi interventi di manutenzione sono terminati da poco. In questi anni la comunità di Gemona è stata alla base di tutto il lavoro: protagonisti i volontari, sempre affiancati dalla Soprintendenza. Lo scavo dell’ossario si è rivelato particolarmente lungo e laborioso: sondaggi preventivi, rimozione strato per strato, terra setacciata, ogni reperto catalogato e studiato. Nei 180 metri quadrati di terra rimossi erano mescolate migliaia di ossa e tra queste frammenti ceramici di epoche diverse che hanno dato informazioni sulle origini delle persone sepolte.

 

 

ossarioTra i resti umani sono emerse anche piccole monete di vari metalli prodotte nelle zecche venete, ma anche tedesche e ungheresi, che rivelano le vie del commercio di allora: gli spiccioli in uso dal XII secolo in poi. A tutto questo lavoro hanno provveduto i volontari dell’Associazione Osterman con il suo segretario Enzo Forgiarini. Fin dall’inizio con i suoi progetti e la direzione di tutti i lavori ha avuto un ruolo chiave un altro volontario, l’architetto Alberto Antonelli che lo scorso anno ha realizzato anche la demolizione e il rifacimento del pavimento in pietra del sacello. Era infatti urgente ridurre l’umidità sui muri affrescati e compiere le necessarie indagini archeologiche.
Ora il complesso ipogeo è già pronto a ricevere i visitatori: pochi gradini sotto la superficie il sacello, più in basso il lapidario e in fondo a una scala a chiocciola la cripta ossario risanata. Su una parete verticale di diversi metri sono composti e ordinati centinaia di teschi e migliaia di ossa: quasi un’installazione di arte contemporanea.

 

Autore: Edek Osser,

Fonte: Il Giornale dell’Arte numero 393, gennaio 2019

Bibliografia:
Sotto il Duomo una torre antica
Gemona-Duomo-Cappella-di-San-Michele
La decorazione del sacello di San Michele e la pittura friulana “pre-vitalesca”, di Clara Santini, in Pordenone Gemona. L’antica strada verso l’Austria, AA.VV., Pordenone 1997. p. 89-99.

GEMONA DEL FRIULI (Ud). Gli affreschi delle cripte tornano al loro splendore.
Sono terminati gli interventi per il restauro degli affreschi nel sacello sotterraneo di San Giovanni Battista e San Michele Arcangelo del duomo, avviati negli ultimi mesi dalla parrocchia di Santa Maria Assunta grazie a un contributo del Rotary club gemonese e collinare.
Ora che le opere sono state recuperate, sarà realizzato un ulteriore intervento per ridurre l’umidità che si ritiene di poter terminare in un mese per inaugurare il restauro a maggio.
«È emerso – spiega Mauro Vale della fabbriceria della parrocchia – che la parete disposta verso il monte Glemine su cui sono presenti gli affreschi è molto esposta all’umidità e ciò può rovinare gli affreschi. Per questo si è reso necessario un altro intervento finalizzato allo smantellamento dell’intonaco presente su quella parete che alimenta tale umidità. Questo lavoro è stato ovviamente concordato con la Soprintendenza ed è finalizzato a permettere una migliore traspirazione dello stesso muro».
Per il resto, il restauro realizzato permette ora una migliore visione degli affreschi presenti nel sacello: a riemergere è in particolare un giudizio universale realizzato tra la fine del 1100 e l’inizio del 1200 presente nel sacello, di fatto già scolpito nella lunetta che si trova sulla facciata del duomo. Pur essendo l’opera molto rovinata dal tempo, è possibile percepire la Madonna tra le anime che devono essere giudicate.
«Nella parte superiore dell’ossario – spiega ancora Vale – e più precisamente nella copertura a volta a botte ci sono ancora due affreschi: un San Nicolò e una Crocifissione datata 1473. In questo caso il restauro ha permesso di migliorare di molto la leggibilità dell’opera aumentando la definizione delle figure e il suo fondale».
Alcuni ritocchi sono stati effettuati anche sui lacerti degli affreschi che si trovano nell’atrio mentre un ultima opera interessata dal restauro si trova nella parte terminale del percorso collegato al lapidario: anche in quel caso si tratta di una Crocifissione.
Questi interventi, realizzati grazie al Rotary club gemonese e collinare, vanno a migliorare ancora di più il sacello in cui è presente l’ossario realizzato negli ultimi anni grazie ai volontari dell’associazione Valentino Osterman.
«Contiamo – dice Mauro Vale – di aprire al pubblico il sacello con le opere restaurate a maggio: il lavoro che porterà alle eliminazione dell’intonaco per ridurre l’umidità sarà a carico della parrocchia e sarà realizzato con tutte le attenzioni per fare in modo che la polvere non si depositi sulle opere».

Autore: Pietro Cargnelutti,

Fonte: www.messaggeroveneto.it, 7 apr 2019

Periodo Storico: Alto Medioevo
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza