In località Andrazza, è stata scavata una porzione consistente di una necropoli altomedievale. Dal 2007 ad oggi diverse aree in cui sono state rinvenute 20 tombe in tutto. La piccola necropoli di Andrazza, relativa ad una comunità rurale stanziata in questa zona tra VI e VII secolo, costituisce un contesto di particolare utilità perché rappresenta un nuovo spazio su cui testare paradigmi di analisi differenti da quelli che hanno caratterizzato finora l’archeologia delle necropoli di epoca longobarda in Italia (autoctoni/non autoctoni; pagani/cristiani).
I materiali provenienti dalle sepolture della necropoli di Andrazza possono datarsi tra la fine del VI e il VII secolo. Il responso di un’analisi radiometrica ha offerto una datazione oscillante tra il 580 e il 625, quindi in sostanziale coincidenza con la cronologia alta del cimitero desumibile dagli altri materiali di corredo. In ogni modo, nulla vieta di pensare che sia la sepoltura più tarda del cimitero.
Possiamo quindi ipotizzare che l’insediamento in epoca romana e tardoromana fosse organizzato in maniera diversa. Inoltre, queste comunità che vivono nell’attuale sito di Andrazza (chiamata Forni?) ed in quello di Ampezzo (Ampicium) sembrano usare simili pratiche funerarie e probabilmente avere una simile evoluzione durante il VII secolo. Dopo quel periodo le informazioni archeologiche tacciono.
La fonte materiale sembra chiara nell’indicare questo segmento di territorio come al centro di un cambiamento verso la fine del VI secolo, dopo cioè che queste zone erano passate a far parte del ducato longobardo di Forum Iulii.
C’è da chiedersi, ora, quali siano le motivazioni che generarono questi nuovi insediamenti. Ci sono almeno tre possibili spiegazioni.
La prima rimanda ad un interesse verso le risorse minerarie di queste zone. Il fatto che se ne parli espressamente nel documento del 788 potrebbe essere un indizio in tal senso, anche se il comportamento nei confronti dello sfruttamento di questo tipo di risorse non è facilmente determinabile sulla scorta della documentazione scritta e, per le fasi ancora più antiche, neppure di quella archeologica. La seconda motivazione potrebbe riconoscersi in un processo di colonizzazione di spazi periferici, collegato ad una valorizzazione di quelle risorse economiche tipiche del paesaggio di altura, che hanno da sempre qualificato questi territori (allevamento, legname) e che non è necessario leggere in antitesi. Un terzo motivo potrebbe anche essere quello relativo alla sicurezza dei confini: il confinante Cadore passò dai Franci ai Bizantini e poi ai Longobardi del ducato di Ceneda e quindi ritenuto meno vulnerabile e di conseguenza fu causa di uno sviluppo dell’interesse minerario.

Da:
– Sauro Gelichi, Storie di periferia. L’Alta Valle del Tagliamento tra la tarda antichità e l’Alto Medioevo in Aristocrazie e Società fra transizione romano-germanica e Alto Medioevo, convegno a Cimitile 2012, Tavolaro Edizioni 2015. Vedi: Gelichi Storie di periferia

– “ANDRAZZA. La riscoperta di una necropoli ai margini del Ducato”, di GELICHI Sauro, PIUZZI Fabio, BERTOLDI Francesca, BESTETTI Fiorella, 2011.

Vedi anche il video: La zecca clandestina del castello di Sacuidic, di Fabio Piuzzi

Periodo Storico: Longobardi
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza