Del tumulo oggi sul terreno non resta assolutamente traccia a causa dei lavori di riordino fondiario condotti nella zona nel 1981, che portarono al completo spianamento della struttura. In quell’occasione la Soprintendenza intervenne effettuando uno scavo di emergenza, atto almeno a documentare la struttura nel suo complesso prima della demolizione.
Fino ad allora la Tomba Marangoni di Sopra insieme alla Marangoni di Sotto, posta a pochissima distanza, era stata un elemento caratterizzante di questa porzione di paesaggio dell’alta pianura e costituiva uno dei più grandi tumuli friulani, come si evince anche dalle foto effettuate nel corso delle ricognizioni svolte negli anni precedenti la II Guerra mondiale, dal Quarina in cui la struttura, priva di vegetazione, si stagliava evidente nella campagna.
In particolare, nella foto del versante Nord-Ovest, si coglie la sommità appiattita e il profilo “ a gradoni”, forse relitto di un sentiero elicoidale che portava in cima. Il Quarina, rilevava una base del tumulo di m 30×30 ed un elevato di m 5,30 rispetto al piano di campagna. Lo studioso riteneva, inoltre, che la tomba fosse stata violata (QUARINA 1943, p. 84). Dalle foto e dal rilievo effettuati all’epoca, si nota, infatti, come fosse stato in parte intaccato il versante meridionale. Tale ipotesi è stata confermata dagli scavi della Soprintendenza in occasione dei quali sono state riscontrate tracce di scavi clandestini.
Nel corso dell’indagine archeologica, per comprendere la struttura della tomba, si decise di realizzare due trincee (E-O, N-S) perpendicolari. Fu così possibile individuare nella parte centrale del tumulo, in corrispondenza del piano di campagna, una piattaforma costituita da grossi ciottoli scelti, del diametro di circa m 20 ed uno spessore al centro di circa m 1; al di sopra, si trovavano le consuete falde alternate di ghiaia e terra di riporto, necessarie per conferire la voluta monumentalità alla struttura (VITRI 1984, fig. 9). L’esistenza della camera funeraria al momento dello scavo era attestata solo dalla traccia di un palo conficcato nel suolo antico, il resto era stato asportato dal mezzo meccanico utilizzato per lo sbancamento. Non fu possibile recuperare alcun elemento pertinente al defunto o ad un eventuale corredo funebre. Tuttavia, nella parte periferica occidentale del tumulo, di notevole rilievo fu la scoperta di una piccola fossa circolare, interpretata come pozzetto rituale per la presenza al suo interno di ossa di giovani caprovini e di frammenti di bicchieri tronconici, probabili avanzi del banchetto funebre.
La ceramica è attribuibile al Bronzo Medio-Recente, (XVI-XIII sec. a.C.).
Il materiale è attualmente conservato nel Museo Nazionale di Aquileia (VITRI 1984, p. 84).

Bibliografia:
Càssola Guida – Montagnari Kokelj – Ruaro Loseri 1984, p. 31; Quarina 1943, p. 76; Gnesotto, Vitri 1981, cc. 241 2; Vitri1984, pp. 84-85.

Fonte:
DVD – Terra di Castellieri – Archeologia e Territorio nel Medio Friuli – Sezione B – L’età protostorica, SIAE – cre@ttiva 2004

Vedi anche: – La vita quotidiana nei villaggi protostorici – 2.1

Vedi anche: https://www.protostoriainfriuli.it/siti/tumuli-di-santodorico/

Periodo Storico: Protostoria
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza