La Cortina Sancti Jacobi probabilmente sorse nel XIV secolo, a seguito dell’ingente crescita della popolazione che interessò l’agglomerato del Borgo: viene menzionata molte volte nelle minute di un notaio fagagnese già nel 1344. Sempre nel 1344 sono presenti alcune case e nel 1352 viene citata l’esistenza di un «macetorium».
L’esistenza della Cortina Sancti Jacobi è testimoniata già nel 1326, quando il notaio Rodolfo di Moruzzo riporta il contratto matrimoniale tra Bernardo di Caporiacco e Benedetta di Fagagna.
Il Catasto Napoleonico fornisce, in questo senso, importanti notizie: in epoca settecentesca il numero degli edifici era rimasto pressoché invariato dal Quattrocento, e la maggior parte delle costruzioni era dotata da coperture in paglia o piante palustri, a differenza degli edifici presenti nel Borgo. Questo fatto è assai significativo: indica che gli edifici arroccati sulla morena erano di proprietà di persone di estrazione sociale medio-alta e con una disponibilità economica ben maggiore degli abitanti della centa.
Inoltre sulla mappa si localizza precisamente ove era situato il pozzo, che ancora oggi è visibile, situato entro l’abitato compreso tra la Morchiute e la Cecconaia. Purtroppo l’integrità contestuale del manufatto è stata recentemente danneggiata dalla costruzione, nelle immediatissime adiacenze, di un condominio.
Attualmente è molto difficile riuscire a risalire all’esatto percorso della cinta muraria fortificata in quanto sono del tutto assenti fonti iconografiche o documentarie che ne indichino il tracciato. Inoltre, nel tessuto urbano circostante la Chiesa di San Giacomo, al momento non sono riconoscibili elementi che presentino spiccate caratteristiche di fortificazione. Tuttavia, il fatto che esistano documenti, risalenti alla seconda metà del Trecento, nei quali vengono nominate un gran numero di canipe e sedimi, induce a pensare che la centa in oggetto abbia rappresentato, e rappresenti tutt’ora, una realtà anomala nel panorama dei borghi fortificati friulani.
Secondo il Miotti e il Tomai, l’area circoscrittadalla Cortina fagagnese risultava molto vasta rispetto alle cortine di pianura, dato dal gran numero di canipe individuate dal Corgnali e l’abitato poteva essere stato concentrato solo nella parte occidentale dell’area racchiusa per lasciare spazio anche alle coltivazioni. I sedimi interni alla cinta munita e il gran numero di magazzini, denotano, secondo gli studiosi, la grande preoccupazione degli abitanti di poter fruire in ogni momento di riserve di cibo.
La parte orientale del recinto, presumibilmente, percorreva un breve tratto di Via San Giacomo, piegava in corrispondenza di Vicolo Cinelli ove poi, probabilmente, si ricollegava alla Porta Sinagoga.
A occidente, invece, partendo dalla citata entrata al Castello, le fortificazioni, adeguandosi all’orografia, scendevano fino a ricongiungersi al Vicolo Morchiute. Le due distinte porzioni, seguendo queste ipotesi, si sarebbero ricollegate in corrispondenza della Via Cecconaia, al cui imbocco probabilmente era situata la porta di accesso alla Cortina.
La presenza del toponimo «Vicolo Cortina» fa presumere che il percorso di questa strada fosse in stretta relazionecon la centa di San Giacomo.
I resti dell’ipotetico tracciato murario individuato, fanno pensare all’esistenza, in passato, di una doppia linea di difesa costituita da un massiccio muro esterno e, internamente, oltre a una stretta via di collegamento, da un susseguirsi di canipe e abitazioni. Questo semplice schema ripetuto lungo tutta la perimetrazione, suggerisce la possibilità che, secondo le classificazioni date dal Quarina la Cortina di San Giacomo rientri tra le cente «a tenaglia».
La Chiesa di San Giacomo, racchiusa all’interno del circuito murato a est di Via Cecconaia, sorse probabilmente prima della Cortina stessa, in quanto si ritiene possa risalire alla seconda metà del 1100, periodo in cui si diffuse in Europa il culto di San Giacomo a seguito della scoperta del suo sepolcro a Compostela, in Spagna.
L’odierna Chiesa è il risultato di diverse trasformazioni dell’edificio originale che verosimilmente può essere ricondotto, in origine, all’attuale sacrestia.
Oggi l’area, che fu probabilmente racchiusa entro la Cortina di San Giacomo conserva luoghi di notevole interesse architettonico e paesaggistico, ad esempio una casa che affaccia sulla Cecconaia, situata di fronte al viottolo che conduce alla Chiesa, presenta in facciata un altorilievo cinquecentesco attribuito al lombardo Giovanni Antonio Pilacorte, lo stesso lapicida che scolpì, nel 1504, il fonte battesimale per la Pieve di Santa Maria Assunta di Fagagna. L’opera, scolpita su una formella di pietra giallo-rosata, murata sulla facciata di un’abitazione che affaccia su Via Cecconaia, è posta a circa 2,5 metri di quota rispetto al livello stradale. Ha dimenioni contenute: misura 10 centimetri di base per 20 centimetri di altezza. Lo scultore, era, al tempo, molto conosciutoe apprezzato in Friuli per la sua capacità. Per questo motivo, è possibile che l’edificio su cui è murato il piccolo altorilievo possa essere appartenuto a un personaggio abbiente, quale poteva essere un alto prelato.
Tuttavia, secondo le ipotesi di delimitazione dell’area fortificata, risulta alquanto improbabile che la centa in oggetto venisse usata per scopi puramente difensivi in quanto dotata di un perimetro troppo esteso da presidiare. Significativo è il fatto che, sul Sommarione Napoleonico, gli unici territori nominati come cortina sono quelli racchiusi all’interno del recinto fortifica todel borgo. Probabilmente, nella memoria popolare settecentesca, era rimasto il micro toponimo «cortina» solamente per la zona fortificata del borgo in quanto fu la sola prettamente utilizzata a scopo difensivo.

Vedi: Il castello e le cortine di Fagagna, di Mariasilvia Bruno

Periodo Storico: Basso Medioevo
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza