Posto su un panoramico rilievo, il castello di Scharfemberg (Soffumbergo – monte aguzzo) fu, sin dal sec. XII, una delle sedi di residenza dei Patriarchi di Aquileia, utilizzata soprattutto durante i periodi estivi.
La famiglia feudataria del maniero era una delle schiatte nobili di origine germanica che scesero in Friuli con gli imperatori ottoniani già dal X sec. a garantire la percorribilità delle vie d’accesso dalla Germania. Il territorio su cui dominava comprendeva Campeglio, Raschiacco, Colloredo, Valle e Canale.
Sede temporanea dell’ultimo patriarca di Aquileia, per questo fu completamente distrutto dai Veneziani nel 1441 con l’aiuto dei Cividalesi.
Varie campagne di scavo archeologico svolte negli anni ’70 e ’90 del secolo scorso hanno permesso di rimettere in luce i resti di una torre-mastio ed ampie parti di strutture murarie appartenenti alla più antica cinta muraria del castello forse anteriore al XIII sec.
L’antica cappella castellana, dedicata a San Rocco, invece, grazie ai numerosi rifacimenti e restauri, è ancora totalmente integra. La storia della chiesetta è collegata a quella del castello. Infatti, nel periodo post-ottoniano, era abitudine edificare una chiesa all’interno del castello per le esigenze spirituali dei Signori e dei villici “sottani”.
Originariamente la chiesetta era intitolata a San Giovanni evangelista, fu forse costruita tra il XII e XIII secolo. L’attuale costruzione invece potrebbe risalire alla metà del ‘400. L’intitolazione a San Rocco probabilmente avviene tra il XVI sec. e XVII sec.. L’edificio in pietra presenta un’aula rettangolare ed un’abside quadrata con il soffitto a crociera.

Tra le strutture superstiti del castello medievale di Sharfenberg-Soffumbergo, tra gli anni ’70 e ’90 del secolo scorso furono recuperati diversi elementi di armamento difensivo virile in ferro, oggi custoditi nel Museo archeologico medievale di Attimis.
Si tratta di placche e lame di corazza, sproni, protezioni per gli arti, tra cui una manopola “a clessidra”, resti di un bacinetto e di una visiera “a ribalta”. Sebbene appartenenti con ogni probabilità a corredi diversi e variamente databili negli ultimi decenni del XIV secolo, questi elementi sono stati utilizzati nella ricostruzione museale di un raro esempio di vestimento corazzato dell’epoca, il cosiddetto “cavaliere di Soffumbergo”.
Dal medesimo contesto provengono anche diversi tipi di armi tardomedievali, quali frammenti di pugnali, cuspidi di frecce e parte di un meccanismo per balestra.

Info:
Il castello di Soffumbergo è raggiungibile attraverso via Castellana a Campeglio, una laterale della strada per Raschiacco.

Un’ampia carellata di reperti, custoditi nel Museo archeologico medievale di Attimis, la si può vedere al seguente indirizzo, vai >>>>>>>>>>>

Vedi anche: Gilberto Bertolutti, Il Castello di Soffumbergo

Periodo Storico: Basso Medioevo
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza