L’edificio, oggi interrato, si trova sul lato destro dell’attuale strada provinciale Sistiana – Prosecco, in prossimità del bivio che conduce ad Aurisina Cave, nei fondi Rolich e Caharija. L’edificio sorgeva lungo la via che già in antichità si dirigeva dal Lisert verso Trieste, seguendo il costone carsico.
Durante gli scavi, vennero messi in luce tre vani contigui, con muri in conci calcarei legati da malta; uno degli ambienti (B) era pavimentato con tessere in cotto e riquadro centrale a mosaico bianco-nero ornamentale, i due adiacenti (C-D) rispettivamente in tessellato di cotto e in cocciopesto. Dal vano B si dipartiva una canaletta che, passando sotto il piano pavimentale, conduceva ad un’area scoperta posta ad ovest degli ambienti. Ulteriormente più ad Ovest sorgeva un altro vano di maggiori dimensioni (A), di cui è nota solo parte del perimetro, probabilmente da collegare ai tre già menzionati. Si segnala il rinvenimento nell’angolo Nord del vano B, di una struttura forse interpretabile come basamento per una stufa: l’incasso, caratterizzato da un lato stondato, è più profondo del pavimento di c.ca 17 cm. Un cordolo alto cm.8, accuratamente rispettato dal pavimento, la separa dalla stanza. L’alimentazione doveva avvenire dall’esterno del muro nord, come lascia supporre l’utilizzo eccezionale su questo lato e in corrispondenza del basamento, di mattoni.
Di particolare interesse è il rinvenimento di una gemma incisa con figura femminile (forse Diana o Nemesi), databile agli inizi del I sec. a.C., e di due elementi decorativi bronzei (una cornice curvilinea ed un elemento circolare a decorazione vegetale), recuperati in una buca a breve distanza dall’area di scavo. Blocchi e rocchi di colonna semilavorati in calcare di Aurisina, rinvenuti nelle vicinanze, hanno fatto supporre il legame tra questa villa e l’attività estrattiva delle vicine cave. Per lo stesso motivo è stato segnalato il sentiero che corre a sud della villa, il quale avrebbe potuto mettere il relazione quest’area con la strada repubblicana che, seguendo la via dei castellieri, per Prepotto raggiungeva S. Pelagio.
Una datazione piuttosto antica dell’impianto, oltreché dal tipo di pavimentazione del primo vano, è resa possibile dai frammenti di ceramica a vernice nera trovati nelle fondazioni, che rimandano al I sec. a.C.; la durata dell’edificio, o almeno di questa sua parte, è limitata a pochi decenni, in quanto nello strato di crollo si è rinvenuta una moneta di Augusto, databile fra 10 e 3 a.C.
I restanti materiali rinvenuti negli strati di frequentazione – particolarmente abbondante la sigillata nord-italica – confermano una datazione entro la metà del I sec. d.C.; allo stesso ambito cronologico rimanda una fibula di tradizione tardo La Tène.

Fonte:
http://siticar.units.it/ca/adriatico/sito.jsp?id=1_A

Vedi anche: Ledilizia residenziale tra Lacus Timavi e Grignano, di Valentina Degrassi e Rita Auriemma, in “L’architettura privata ad Aquileia in età romana“, Antenor Quaderni 24, Università di Padova, 2011, ppgg. 20/22.

Periodo Storico: Età Romana
Localizzazione Geografica
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