La villa doveva coprire una superfice di almeno 200 mq, come stimato da A. Puschi in seguito al suo sopralluogo e al successivo intervento di scavo.
Gli ambienti della villa erano disposti su un terrazzo artificiale, le cui pareti erano in parte decorate con marmi policromi (rosso con venature nere e macchie bianche); due di questi vani erano pavimentati in tessellato bianco con cornice in tessere nere ed uno in tessellato bianco con decorazione a stelle nere (Puschi 1892, p. 264, in Flego et al. 2001, p. 169). In un altro settore della villa si rintracciarono 5 dolia interrati, dal diametro di ca. 1 m.
Al momento della segnalazione dell’esistenza del sito, i contadini proprietari del terreno avevano già in gran parte asportato le evidenze strutturali per lasciare posto alle colture.
Attualmente si osservano frammenti di dolia e di tegole nei muri di sostegno di alcuni ripiani.
Dopo la seconda guerra mondiale gli operai occupati nell’ampliamento della strada che portava verso la costa cementarono una fornace, nel timore che la Soprintendenza bloccasse i lavori (Flego 2001, pp. 168-169).
Cronologia: secc. I a.C. – III d.C.

Fonte: www.ipac.regione.fvg.it

Vedi: Ledilizia residenziale tra Lacus Timavi e Grignano  di Valentina Degrassi e Rita Auriemma, in “L’architettura privata ad Aquileia in età romana“, Antenor Quaderni 24, Università di Padova, 2011, ppgg. 18/19.

Periodo Storico: Età Romana
Localizzazione Geografica
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