La grotta si trova risalendo il bosco lungo l’ultimo rio prima di giungere all’abitato di Paciuch, dove la strada di apre in un piccolo parcheggio. Questo rio fuoriesce dalla grotta stessa, che si trova ai piedi di una piccola parete rocciosa.
La grotta si presenta come una risorgiva permanente, che si sviluppa quasi interamente lungo un ramo principale sul fondo del quale scorre il torrente interno, le cui acque sono presenti per quasi tutta la lunghezza della grotta. All’inizio si trova un meandro abbastanza ampio, tale da permettere allo speleologo di procedere in posizione eretta; per le prime decine di metri l’acqua è assente, all’abbassarsi della volta della galleria si incontra il torrente. Da questo punto la grotta assume l’aspetto che conserverà per tutta la sua lunghezza: un’altezza media di 40cm, la maggior parte dei quali occupata dall’acqua, ed una larghezza che varia da 1 a 3m.
La prosecuzione è ulteriormente ostacolata dalla presenza di concrezioni sul fondo della grotta, che formano una sorta di piccoli ponticelli disposti trasversalmente alla galleria. Dopo 200m si giunge in un piccolo vano asciutto, dal quale la galleria prosegue per alcune decine di metri senza più seguire il torrente.
In questo breve tratto la grotta cambia morfologia, assumendo il tipico aspetto di un meandro fossile, largo circa 1m e lato 2-4m. Poco dopo aver nuovamente incontrato il torrente si trova l’unica biforcazione della grotta: sulla sinistra risalendo una piccola venuta d’acqua, attraverso un breve meandro, si arriva in un’ampia sala. Questo ambiente, il cui fondo è interamente occupato da un laghetto profondo circa 1m, è il più ampio della grotta, misurando 4m X 8m x 10m di altezza, ed è caratterizzato da alcune concrezioni molto spettacolari.
Il ramo principale prosegue risalendo il torrente sul fondo del meandro e assume nuovamente l’aspetto caratteristico di una galleria larga e molto bassa. A questo punto inizia la parte più difficile della grotta per la presenza di alcuni passaggi semi-sifonanti molto bassi, il più lungo dei quali misura ben 30m.
Successivamente si arriva in un meandro, alto circa 3m, dove si vede uscire il torrente da un piccolo sifone. Questo può venire superato risalendo il meandro per circa 3m e percorrendo quello che, evidentemente, era il vecchio ramo attivo. Dopo aver percorso pochi metri ci si trova di fronte ad un salto di circa 4m, sul cui fondo un piccolo laghetto pone fine della cavità.
Questa grotta con i suoi 529m di sviluppo è la terza per estensione delle Valli del Natisone. Una nota tratta da Leben (1967) riporta che “nel vestibolo della grotta, sin dove arriva la luce diurna, sono stati trovati, a 30cm dalla superficie, resti di carboni e di ossa animali”.
Non lungi da questo punto sono state trovate altre ossa con frammenti di un grande vaso liscio e rotondo dalla bocca stretta e fondo non rilevato (Desio 1920, 28). Sul dorso porta un piccolo manico e rilievi plastici che si incrociano fra di loro. Il recipiente si avvicina tipologicamente alle forme presenti nel tardo neolitico padano. Analogie tipologiche con questo recipiente le troviamo nel Ciondar del Paganis, dove hanno presumibilmente trovato – tra l’altro – anche reperti del tardo neolitico (Feruglio 1916, 3).

Fonte: https://www.catastogrotte.it/grotta/1113

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Periodo Storico: Preistoria
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza