In una piazza tranquilla poco distante dal borgo fortificato di Cordovado, si può ammirare la chiesa dedicata a Sant’Andrea Apostolo, qualificata popolarmente come Duomo vecchio, costituita in parrocchia prima del 1186 dato che Papa Urbano III la annoverò fra le pievi in una bolla di quell’anno. Non si hanno notizie precise sulla sua costruzione. Alcuni studiosi ipotizzano la fondazione di una prima chiesa nel IV-V secolo, periodo di formazione dei primi nuclei di organizzazione religiosa dopo la fine delle persecuzioni. Sulla base di notizie storiche sulle vicende di Cordovado, sono state avanzate ipotesi sul fatto che la chiesa attuale sia stata eretta alla fine del quattrocento su un edificio preesistente.
Il centro di Cordovado conobbe distruzioni e incendi da parte dei carraresi nel 1387, degli ungheresi nel 1412, e dei veneziani nel 1418. La devastazione peggiore arrivò però nel 1454 quando la peste colpì inesorabilmente il paese sterminando quasi del tutto la popolazione. La data incisa sull’architrave del portale maggiore del Duomo vecchio, 1477, è ritenuta indizio del fatto che il paese si fosse nel frattempo ripreso e che la nuova chiesa fosse stata ultimata.
Attualmente l’edificio si presenta con una struttura architettonica molto semplice e nel complesso ben proporzionata. La chiesa era in origine ad aula unica, con presbiterio quadrato con volta a crociera. Verso la fine del XVI secolo, epoca stabilita in base alla data scolpita sul portale presente sul lato settentrionale, vennero aggiunte le due navate laterali. Il colmo della facciata è sopraelevato rispetto al tetto. La muratura è interamente composta da mattoni cotti mentre tracce di intonaco fanno ritenere che l’esterno fosse un tempo intonacato e, forse, dipinto.
La facciata a capanna, priva di decorazioni, presenta l’originale rosone quattrocentesco, con una decorazione in cotto ad anelli in parte ripresa in alto sulle pareti, al di sotto del tetto. Sono chiaramente visibili i punti di congiunzione tra la navata principale e le navate laterali. Sotto il rosone si trova il portale maggiore, di forma rettangolare con l’inquadratura caratteristica quattrocentesca in pietra lavorata e un motivo continuo a tortiglione che riprende quello della soprastante lunetta ogivale in cotto di foggia quattrocentesca. L’architrave reca un’iscrizione: “.M.CCCCLXXVII./ ADI. XXI .ÇVGNO.” La data del 21 giugno 1477, festività di Sant’Andrea, registra molto probabilmente la data dell’ultimazione del portale stesso e, forse, della consacrazione dell’edificio.
Sulla cornice sono presenti alcuni stemmi che si ritiene ricordino i maggiori finanziatori della costruzione: quello con l’aquila bicipite del vescovo Antonio Feletto (1455-1488); quello con il cuore, emblema civico di Cordovado; quelli delle famiglie più importanti del paese all’epoca, la rosa rossa dei Ridolfi e le due stelle con una testa di bue dei Beccaris-Nonis. Nella lunetta uno sbiadito affresco di foggia quattrocentesca, da alcuni attribuito alla bottega del Bellunello, con la Vergine seduta su un trono con il bambino sulle ginocchia ed avvolta in un manto azzurro.
Sul lato meridionale si trovano tre finestre rettangolari aperte nella navata laterale, due sul muro della sacrestia, e un finestrone semicircolare. Le attuali aperture sull’abside sono rettangolari, ricavate dalle precedenti finestre gotiche. Sul lato settentrionale si aprono due finestre rettangolari ed un portale minore rettangolare con, al di sopra dell’architrave l’iscrizione “ESSENDO CAMERARO SER FILIPPO AIUTA / DE CORDO MDLXXXI ADI XVIII SETEMBRIO”. Come detto il 1581, in mancanza di una specifica documentazione d’archivio, viene preso come punto di riferimento non solo per la sistemazione del portale ma anche per l’ampliamento del duomo con la costruzione delle navate laterali.
Il campanile è separato dalla chiesa, ha pianta quadrata di 3,60 metri per lato ed un’altezza di 20 metri. Venne realizzato contemporaneamente alla chiesa, vista la presenza nella parte più bassa originale dello stesso tipo di mattone utilizzato per la costruzione del corpo centrale della pieve. La parte più alta del campanile è invece di recente costruzione.
Entrando in chiesa si può osservare il soffitto ligneo con dieci capriate. L’interno della chiesa, completamente intonacato è rischiarato solo in parte dalla luce che filtra dalle finestre. Le tre navate sono suddivise da ampie arcate sorrette da pilastri ottagonali con capitelli quadri e sagomati. Lungo i muri delle navate laterali rimangono deboli tracce di decorazioni a stampo a “finta stoffa”.
Sul primo pilastro a destra entrando si vede un affresco, parzialmente leggibile, con una rappresentazione della Santissima Trinità dipinta a filo entro il lato del pilastro, affrescata quindi dopo l’innalzamento degli archi. Si identifica ancora chiaramente la sagoma del Padre Eterno mentre regge il crocifisso, con il volto barbuto e seduto su un trono stagliato contro un cielo blu. E’ considerata opera del XVI secolo, di un seguace del Bellunello e di Pietro da S. Vito.
Un ulteriore affresco, dipinto scentrato rispetto la navata minore, venne ritrovato quando fu spostata una pala d’altare. Riferibile al XVI secolo avanzato, si ritiene fosse dipinto sul muro esterno della sacrestia che, per effetto dell’ampliamento della chiesa, si ritrovò all’interno dell’edificio. Il dipinto, parzialmente rovinato, mostra la figura di San Martino a cavallo che taglia in due il suo mantello per donarlo ad un povero. Dietro il santo vi è un Crocefisso, probabile riferimento all’imminente conversione del cavaliere.
Più estesi sono gli affreschi della cappella maggiore, datati ai primi anni del XVI secolo (1503/1511), sui quali è visibile una fittissima picchettatura. Restaurati nei primi anni del secolo, sono recentemente stati attribuiti a Gianfrancesco da Tolmezzo e bottega, in collaborazione con un secondo pittore, cui è attribuita in particolare la decorazione delle pareti dell’abside. Sono stati suggeriti i nomi di Pietro de Fadelo da Vicenza o di un giovanissimo Giovanni Antonio De Sacchis, detto il Pordenone, la cui presenza a Cordovado nel 1507 è documentata.
Nella volta a crociera gli affreschi ritraggono Dottori della chiesa, seduti in cattedre aventi funzione di troni e di scrittoi, raffigurati in atteggiamenti di studio o di meditazione. Ai lati di queste figure principali compaiono, a sinistra gli Evangelisti con i loro simboli e a destra quattro Profeti. Figure di Angeli circondano le figure principali e sono inseriti nei pennacchi alla base delle vele. Le figure sono così distribuite:
– Sulla vela settentrionale San Girolamo con l’evangelista Matteo, un profeta e un angelo che suona una ribeca;
– Sulla vela orientale San Gregorio con l’evangelista Giovanni, il profeta Davide che suona il salterio e un angelo;
– Sulla vela meridionale Sant’Ambrogio con l’evangelista Luca, un profeta e un angelo musico;
– Sulla vela occidentale, molto lacunosa, Sant’Agostino con l’evangelista Matteo, un profeta e un angelo che suona il triangolo.
La chiave di volta reca scolpito un sole racchiuso entro un motivo a torciglione simile a quello sul rosone in facciata.
In origine le pareti della cappella erano dipinte. Prima del restauro erano visibili solo lacerti di una scena della preparazione alla crocifissione di Sant’Andrea, con il santo disteso sul legno posto a terra, un devoto inginocchiato in preghiera ed un secondo in piedi. I restauri hanno messo in luce anche la sinopia di un’ulteriore scena con la crocifissione del santo. Sulla parete di fondo rimane solo parte della figura di un santo francescano.
Dietro l’altare maggiore, in una nicchia, vi è una statua lignea di Sant’Andrea di scuola tolmezzina. In altre due nicchie, collocate più in alto, sono inserite altre due statue lignee seicentesche raffiguranti S. Domenico di Guzman e Santa Caterina da Siena. Tra queste un crocefisso ligneo di epoca più tarda. Gli stalli del coro ligneo risalgono al Settecento.
Nella chiesa sono presenti anche otto lastre tombali con consunti stemmi ed iscrizioni, importanti per la storia delle famiglie importanti del paese. Le lapidi sono posizionate per lo più lungo la navata centrale e, attualmente, sono in buona parte oscurate dai banchi.
Negli atti delle visite apostoliche che periodicamente hanno interessato la chiesa, è attestata costantemente la presenza dell’altare maggiore, riccamente abbellito da un tabernacolo in legno dorato, mentre gli altri altari sembrano aver cambiato nel tempo sia l’ubicazione che la dedicazione, mentre alcuni vennero eliminati o sostituiti. Ad oggi rimangono due altari a sinistra ed uno a destra dell’altare principale.
Alcune opere d’arte vennero trasferite nella vicina nuova parrocchiale in stile romanico-gotico dedicata anch’essa a Sant’Andrea, consacrata nel 1966. Tra le opere trasferite le tele con i SS. Lorenzo e Stefano, e i SS. Pietro e Paolo, realizzate da un giovanissimo Bernardino Blaceo (1530) e la Madonna del rosario di Giuseppe Morello (1586 circa). La chiesa nuova è un’interessante testimonianza d’arte contemporanea, specie per le opere plastiche, pittoriche e vetrarie del veronese Pino Casarini.
                                                                                                                                                                                                                                                     Autore: Marina Celegon

Fonti:
– Bergamini Giuseppe. Dal XIV al XVI secolo in Bergamini Giuseppe, Goi Paolo, Leandrin Adalberto. La pittura a Cordovado. Edizioni Pro Cordovado 1983
– Bigattin Dario (a cura di). Duomo Antico Sant’Andrea Cordovado. Circolo culturale Gino Bozza ONLUS-Parrocchia Sant’Andrea Apostolo 2018.
– Furlan Caterina – Francescutti Elisabetta. Introduzione agli affreschi di Marzinis. Nuove riflessioni sulla giovinezza di Pordenone In Sopula: 92. Congrès, Sopula, ai 27 di Setembar dal 2015 (92° Congresso della Società Filologica Friulana, Zoppola Settembre 2015) Società Filologica Friulana 2015.
– Marchetti Giuseppe (a cura di Gian Carlo Menis). Le chiesette votive del Friuli. Società Filologica Friulana. Arti Grafiche Friulane, Udine riedizione 1990
– Pecoraro Patrizia. Pitture a Cordovado dal Trecento agli inizi del Cinquecento. Comune di Cordovado. 2007.

Galleria immagini, a cura di Marina Celegon:

Periodo Storico: Basso Medioevo
Localizzazione Geografica
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