cividale

Si tratta di un significativo esempio di sepoltura inserita nello spazio urbano. Tradizionalmente è attribuita a Gisulfo, primo duca longobardo del Friuli, come indicherebbe anche la scritta Cisul incisa sul coperchio del sarcofago.

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Bottiglia di vetro da Piazzale Paolo Diacono, VII sec. d.C.

Fu rinvenuta casualmente nel 1874, nella piazza Paolo Diacono durante scavi fatti eseguire dal Comune. Oltre alla tomba furono individuate altre strutture murarie variamente interpretate nel corso degli anni. Scavi eseguiti nel 1991-1992 hanno portato alla luce altre murature e ulteriori quattro sepolture. Si è accertato inoltre la natura civile del complesso, attribuito a età tardo antica, dove, dopo la distruzione per incendio del medesimo, erano state scavate sia la tomba principesca che le altre.
Il corredo è uno dei più ricchi rinvenuti a Cividale. I resti di fili aurei che ricamavano la sontuosa veste, la celebre croce d’oro e pietre dure, l’anello sigillare con incastonata una moneta aurea dell’imperatore romano Tiberio e la guarnizione reliquario decorata a smalti policromi, indicano l’importanza e l’alto grado sociale del guerriero sepolto.
La datazione degli oggetti, specialmente dello scudo da parata in ferro e bronzo dorato, ci portano a poco più tardi della metà del VII secolo quindi ad epoca successiva alla morte di Gisulfo. Rimane pertanto aperto il dubbio sull’identità dell’altolocato personaggio a cui appartenevano.

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Croce in oro sbalzato, VII sec. d.C.

Si deve notare la cura speciale usata nella costruzione della tomba. L’inumato era sepolto all’interno di un sarcofago in pietra calcarea, con coperchio in marmo, del tipo a tetto con quattro acroteri. Il sarcofago era inserito in una struttura muraria, di pietre e laterizi, ed era ricoperto da un elemento architettonico romano.
La sala accoglie sia il magnifico corredo, che il sarcofago e la lastra che sigillava la struttura tombale dell’alto dignitario longobardo.

Fonte: www.museoarcheologicocividale.beniculturali.it

 

Elementi del corredo:

Anello in oro con castone – Metà circa del VII secolo
Tomba detta di Gisulfo – Defunto di sesso maschile
Ø cm 2,8; peso gr 25 – N. inv. 169
Museo Archeologico Nazionale (Cividale del Friuli) in “Simbologia e iconografia degli anelli nell’Italia Altomedievale“, Marta Maria Lina Grassino, 2016, Università di Torino.
É un anello costituito da una verga liscia a sezione circolare e da un castone a disco, bordato da ovuli appiattiti, ai lati del quale, all’innesto della vera, è presente una coppia di sferette auree, soluzione stilistica tipica del VII secolo. Il castone ospita un solido aureo dell’imperatore Tiberio (42 a.C.-37 d.C.), aspetto che permette di riconoscere nel defunto un alto dignitario longobardo, in quanto portatore di un prezioso anello forse cosegnato dal sovrano a figure di alto rango ricoprenti un ruolo di spicco.
Pochi sono gli esemplari rinvenuti di questa tipologia di monile, tra di essi trovano un diretto confronto con quello di Gisulfo l’anello di Magnano (scheda 3) e la coppia di Trezzo sull’Adda, che manca però del bordo a sferette.
L’anello è parte del ricco corredo della tomba attribuita a Gisulfo, primo duca longobardo del Friuli e nipote di Alboino, fortuitamente rinvenuta nel 1874 in Piazza Paolo Diacono a Cividale nel corso di scavi promossi dal Comune.
Bibliografia: ZORZI 1899, p. 125; AOBERG 1923, p. 152; CECCHELLI 1943, p. 196; VON HESSEN 1978, p. 268; BROZZI 1980, I, p. 332; MENIS 1990, p. 470, fig. X.191c; LUSUARDI SIENA 2004, tav. I.8

 

Periodo Storico: Longobardi
Localizzazione Geografica
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