L’edificio si trova in via San Giacomo, un tempo chiamata Via Tramiz, e risale circa al XIV-XV secolo.
A seguito del terremoto del 1976 l’edificio è stato restaurato anche con la rimozione di quasi tutto l’intonaco esterno.
I restauri hanno portato alla luce le originarie due monofore ogivali che inducono a rapportare l’edificio ad una prima fase Trecentesca oppure Quattrocentesca.
Edificio di medie dimensioni ad aula rettangolare, orientato, su sedime sopraelevato di uno, due gradini sulla quota stradale; presbiterio di volume rettangolare leggermente inferiore; muratura in pietrame a vista su tutto l’edificio esterno, tranne il prospetto principale; nella facciata di destra, in cui si aprono l’ingresso laterale e una finestra rettangolare, state messe in luce due piccole monofore ogivali più antiche.
Prospetto principale a facciata piana con ampio portale dagli stipiti lapidei affiancato da due finestre, sull’apice il campaniletto a vela, decorazione a dentelli in mattone lungo le falde.
Interno con capriate a vista. Il presbiterio, sopraelevato di un gradino, prospetta con ampia arcata ogivale dalla struttura a vista in mattoni e alla base in conci lapidei; nicchietta rettangolare all’apice; interno dal soffitto a crociera ogivale, una finestra rettangolare a destra, parete di fondo piana. Pavimentazione omogenea in piastrelle di cotto marrone disposte a losanga.
L’altare è fatto in legno come la statua del Santo.
La tradizione vuole che la chiesa sia stata edificata da un sacerdote che era impossibilitato a recarsi alla parrocchia di San Floriano, che trovavasi all’interno della centa del paese.
Il 25 luglio, in cui si festeggia San Giacomo, si celebra la Santa Messa durante la quale ai piedi della statua del santo si mettono le primizie: pannocchie, grappoli d’uva e noci mature.

Fonte: www.chieseitaliane.chiesacattolica.it

Periodo Storico: Basso Medioevo
Localizzazione Geografica
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