Borgo Brossana si sviluppa lungo il percorso che in passato costituiva la via principale di accesso alla città per il transito proveniente da oriente.

Sull’importante via si trovano tre porte: una romana, una patriarcale e infine la porta “veneziana”, ora distrutta, che costituiva il simbolico confine etnico tra la città e la Schiavonia, ossia il territorio abitato da popolazioni slovene.

Torre di Porta Brossana di fondazione romana.

Il borgo conserva inalterati alcuni caratteri della città medievale con strette vie delimitate da edifici e alti muri di cinta.
All’interno del borgo ricordiamo il Monastero Maggiore, già delle suore Orsoline (ora acquisito dall’Amministrazione comunale), di fondazione longobarda, la casa artigiana medievale, considerata la più antica bottega medievale della città, la casa dell’artigianato, costruzione che risale al XIV secolo.

Borgo Broxana, la porta romana, verso l’esterno della città.

Porta Brossana è una delle cinque porte medievali che un tempo davano accesso alla città. Si trova nella parte nord-orientale della cinta muraria, ed è l’unica delle cinque porte ad essere sopravvissuta intatta fino ai giorni nostri.
L’edificio fa parte della seconda cinta muraria d’epoca romana. E’ la porta più antica di borgo Brossana ed è uno degli elementi ordinatori del tessuto urbano. Fu innalzata a ridosso del complesso delle Orsoline.
L’edificio è inserito in una cortina edilizia continua. Muri perimetrali portanti in pietra; passaggio ad arco a tutto sesto al piano terra in pietra con volta a botte. L’apparecchiatura muraria della volta è a vista. Tetto a falde con struttura lignea e manto di copertura in coppi di laterizio. L’edificio a torre con pianta rettangolare, si innalza per quattro piani fuori terra.

Dalla “Historìa Langobardorum ” di Paolo Diacono (c. 720-799) libro V, cap. XXIII: “…Avendo la gente degli Slavi saputo che egli (il duca Vettari, ndr) era partito per andare dal re in Ticino, radunarono un gran numero di uomini per assalire la città di Cividale; avvicinandosi (alla città) si accamparono in una località detta Broxas non lontana da Cividale”.

Porta Brossana di epoca patriarcale, dall’esterno

Probabilmente la Porta Brossana di Cividale e l’omonimo borgo traggono origine dalla località di Broxas; infatti dalla porta Brossana iniziava la strada che conduceva alla località di Ponte S. Quirino ed alle Valli del Natisone. Un tempo era consuetudine dare alle porte delle città il nome delle località più importanti verso cui erano orientate (ad es. a Udine abbiamo, tra le altre, la “porta Aquileja” che ha dato il nome all’omonimo borgo Aquileja).

Porta Brossana, di fondazione patriarcale, dall’interno della città.

Inoltre, sopra la porta della pubblica loggia del borgo Brossana di Cividale si trovava collocata una lapide in marmo con la seguente iscrizione: “Non procul hinc Broxas est in finibus Antri / Qui nomen tibi Porta dedit Broxana vetustum…”
La battaglia di Broxas la si ritrova sulla lapide di marmo, che si trova ora sopra la porta d’ingresso della casa canonica della chiesa di piazza San Biagio.
Carlo Podrecca scriveva che “sopra la porta della pubblica loggia del borgo Brossana di Cividale” c’era una lapide di marmo con una iscrizione latina che ricordava la vittoria del duca Vectari sugli Slavi in una località chiamata Broxas, da cui derivò il nome di porta Brossana.
Attualmente questa lapide si trova sopra la porta d’ingresso della vicina casa canonica di piazza San Biagio, al n. 6, e fin dal 1750 circa.

 

NON PROCVL HINC BROXAS EST IN FINIBUS ANTRI
QVI NOMEN TIBI PORTA DEDIT BROXANA VETVSTVM
DVX IBI FINITIMOS PERCVSSIT VECTARIS HOSTES
CVM GALEAM ABIECIT CVRENS IN PRAELIA CALVVS
TESTES NATISO ET RVBICVNDI SANGVINE MONTES
IDC LXIV

Il che significa:

“Non lontano da qui si trova la località di Broxas posta nel territorio di Antro
che diede a te, porta, l’antico nome Broxana.
Qui il duca Vettari sconfisse i vicini nemici
quando, dopo essersi tolto l’elmo, col capo calvo si buttò nel combattimento.
Di questo fatto furono testimoni il Natisone e i monti rossi di sangue”.

     Lapide in piazza San Biagio, 6

Broxas fu una località importante, frequentata già in epoca celtica e sviluppatasi in epoca romana. All’origine era forse uno degli snodi principali in quest’area del Vallum o dei Claustra Alpium Iuliarum costruiti dai romani a difesa di Cividale e della pianura friulana, dai quali si diramavano muraglie, postazioni militari ed altre opere di difesa ancora rintracciabili in alcuni punti delle valli del Natisone.
Il tutto doveva «far parte del sistema difensivo romano di età alto-repubblicana (II-I secolo a. C.), in zona abitata da Gallo-Carni (Celti), certamente collegati con la postazione di Cividale, quale avamposto militare e logistico di Aquileia e probabilmente frequentato dalle stesse popolazioni preromane.
Probabilmente questo sistema difensivo faceva capo a Broxas, dove l’esistenza del ponte di pietra e la posizione alla confluenza delle valli e lungo la strada che portava oltre le Alpi favorirono la nascita di un mercato e di un centro abitato che vantava anche un tempio situato nell’area dove ora sorge la chiesa di San Quirino. Questa indicazione fa pensare che Broxas si trovasse appunto nell’area di Ponte San Quirino.
A sostegno di questa tesi viene portato anche il dato linguistico.
Sul significato del nome Broxas, il Zuanella avanza l’ipotesi che esso derivi dal latino brocchus (= dai denti sporgenti), un termine che ha dato origine ad alcune parole italiane (brocco=cavallo sfiatato dai denti sporgenti, broccolo, (dim. di brocco = germoglio, broccato, brossura) accomunate dall’idea di sporgenza, protuberanza, promlinenza, rilievo. «Che cosa siano state in realtà la broxae al Ponte San Quirino è difficile dirlo: forse si trattava effettivamente di sporgenze rocciose sulle sponde del Natisone sulle quali è stato gettato il ponte, oppure delle caratteristiche rocce emergenti in quel punto dal fondo del fiume anche se non possiamo escludere che si trattasse di qualche elemento dal ponte stesso ma questo e difficile da stabilire».

Casa medievale, recentemente restaurata, poco fuori Porta Brossana.

Ricordiamo anche che il toponimo Broxas compare anche nell’atto con il quale re Berengario nell’888 donava al diacono Felice la grotta di Antro, alcuni terreni e altre località della zona. Il documento cita «i campi nel territorio di Broxas. . .i pascoli ‘brossia­ni’ situati sui monti, nel piano e sulle sponde dei fiumi».
Le poche indicazioni geografiche contenute nella donazione possono facilmente identificarsi con la zona di Ponte San Quirino che all’epoca aveva una certa importanza strategica tale anche da giustificare il fatto che il vecchio toponimo Broxas ha dato il nome ad una porta di Cividale.
Si diceva che porta Brossana conserva alcune interessanti testimonianze che riquardano la storia della Slavia, la quale cinque secoli fa iniziava appena fuori le mura di Cividale, proprio oltre il rio Rossimigliano che, prima della deviazione dal 1530, lambiva la porta patriarcale e le mura del Monastero maggiore.
Marin Sanudo nell’”Itinerario per la Terraferma Veneziana”, scritto nel 1483, annota: «et fuora di la porta di Cividal è un aqua chiamata el Rossimian, va nel Nadixon, la qual, ut dicitur, parte l’Italia de la Schiavania, ergo in fino a la fin de l’Italia son stado».

Porta Brossana, dunque, era la porta di quanti si recavano o tornavano dalla valle dell’Isonzo e dai valichi alpini ma in particolare era la porta degli Sloveni delle valli del Natisone, che avevano anche degli obblighi militari nei suoi confronti: dovevano, cioè, assicurare il personale di guardia in cinque postazioni della zona.

FDM

Vedi anche: Da Ad Broxas a Porta Brossana un breve, lungo cammino, di Giovanni Roman

 

Periodo Storico: Età Romana
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza