Il territorio di Castelnovo era verosimilmente frequentato già in epoca protostorica, come testimonierebbero alcuni reperti archeologici di superficie rinvenuti in anni recenti, così come è verosimile pensare che la frequentazione dell’area sia perdurata, se pur con qualche soluzione di continuità, fino a età altomedievale, senza che però se ne possano riconoscere evidenti tracce a livello archeologico e documentale.
La storia più recente e più facilmente ricostruibile del territorio è legata alle vicende del suo castello, che sorgeva sul colle dove ora si trova la chiesa del “Borc” dedicata a San Nicolò, in località Vigna.
L’esatta data di costruzione del castello, voluto forse da una famiglia nobile bavarese, non è nota e potrebbe essere fatta risalire a un periodo precedente alla prima menzione del fortilizio de Castronovo, che data al 1150, ma ciò non sembra del tutto coerente con i dati dei documenti più antichi, che non riportano la denominazione tedesca Neuhaus, che sarebbe quindi più recente.
castelnovoIl castello, di cui oggi rimane soltanto parte di una torre trasformata in torre campanaria dall’ultimo quarto dell’Ottocento, è solo idealmente ricostruibile, in particolare sulla base di alcuni disegni: possedeva una torre (l’attuale campanile) e una prima cinta muraria; una seconda cinta a sud ospitava verosimilmente la parte propriamente abitativa del fortilizio, l’ingresso avveniva da ovest, tramite alcuni gradini e una scala retrattile. L’intero complesso doveva avere una forma ovoidale e un perimetro di circa 180 m.
Già dalla seconda metà del XVIII secolo il fortilizio di Castelnovo era in rovina: da un documento del 1776 risulta che molti materiali da costruzione erano stati prelevati dal sito e riutilizzati per altri scopi, come peraltro è accaduto a molti castelli friulani coevi.
Ancora nel 1881, oltre alla torre, rimanevano in piedi porzioni importanti delle mura, demolite però di lì a poco per ricavarne materiali per la costruzione della nuova chiesa di San Nicolò.

La Raccolta archeologica di Villa Sulis, “La ceramica di Castelnovo”
La Raccolta archeologica di Villa Sulis espone una selezione degli oltre 5000 frammenti ceramici, databili al periodo compreso tra la metà e la fine del XVI secolo, rinvenuti sul colle dei Crûz durante i sondaggi archeologici effettuati nel 1982 dall’allora Soprintendenza per i Beni A.A.A.S. del Friuli Venezia-Giulia, sotto la guida della dott.ssa Paola Lopreato. Il corpus ceramico è composto da scarti di fabbricazione, oggetti allo stato finito o semilavorato, prodotti dell’attività di botteghe artigianali: si tratta soprattutto di forme aperte in ceramica dipinta, graffita e rivestita (a ingobbio e/o vetrina), in mono- o policromia, il cui repertorio dei motivi ornamentali è riconducibile a quello della fase tarda della “graffita arcaica”. I reperti costituiscono testimonianza di un contesto produttivo: lo studio dei materiali e dei documenti d’archivio suggerisce infatti che a Castelnovo esistessero delle officine ceramiche verosimilmente organizzate per gestire l’intero ciclo produttivo e specializzate nella fabbricazione di stoviglie e recipienti a uso domestico legati, in particolare, alla mensa.
castelnovoTra 1999 e 2001, l’Amministrazione di Castelnovo del Friuli, in collaborazione con la Soprintendenza, si è spesa per realizzare il Progetto Castelnovo, un’operazione di grande significato culturale e sociale, che si è concretizzata nel 2001 con la costituzione della mostra “Scodelle.
La ceramica di Castelnovo del Friuli” presso Villa Sulis (con la creazione di uno spazio e un percorso espositivo appositamente pensati) e la pubblicazione del volume “Magistri Scodelari. Produzioni ceramiche a Castelnovo del Friuli nel Cinquecento” (a cura di S. Vitri e P. Casadio).
Villa Sulis ha anche ospitato, nello stesso anno, la “5a giornata di archeometria della ceramica: La produzione di ceramica a rivestimento vetroso piombico in Italia” (IRTC-CNR Faenza; Soprintendenza per i B.A.A.A.S. del Friuli Venezia-Giulia; Comune di Castelnovo).
Dal 2018, grazie all’impegno dell’Amministrazione comunale, in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, i reperti castellani costituiscono formalmente la “Raccolta archeologica di Villa Sulis, la ceramica di Castelnovo”, aperta regolarmente al pubblico.
Il progetto di valorizzazione dei reperti ceramici cinquecenteschi rinvenuti a Castelnovo del Friuli è ambizioso e condotto con la collaborazione dell’associazione Scuola per la Ceramica di Villa Sulis (SPCVS): l’intento è quello di utilizzare la sede espositiva come laboratorio permanente di studio, attività didattica e sperimentazione riguardante principalmente la produzione ceramica, ricollegando idealmente antico e moderno.

castelnovoBibliografia:
– A.A.V.V. (2001); Magistri scodelari: produzione ceramiche a Castelnuovo del Friuli nel Cinquecento; a cura di: Serena Vitri, Paolo Casadio; Castelnovo del Friuli: Comune di Castelnovo del Friuli; Roma: Ministero per i beni e le attività culturali.

Info:
Centro Culturale Villa Sulis, SP62, Località Costa 17, 33091 PN
Telefono: +39 328 6681 121 (ass. SPCVS, prenotazione visite guidate e laboratori, informazioni)
0427 90040 (centralino Comune Castelnovo del Friuli)
E-mail: spcvs@libero.it
Responsabile scientifico: dott.ssa Irene Sarcinelli
Orario al pubblico:
• la prima domenica del mese per tutto l’anno (15:30-18:30);
• il terzo sabato del mese da aprile e settembre (15:30-18:30).
Sono disponibili laboratori didattici per bambini e adulti di ceramica e archeologia. Possibilità di visita guidata alla Raccolta archeologica al di fuori delle date e degli orari indicati: SU PRENOTAZIONE (+39 328 6681 121 oppure spcvs@libero.it).
News ed eventi: @raccoltavillasulis (Facebook e Instagram) – raccoltavillasulis.com

Fonte
: www.raccoltavillasulis.com
www.comune.castelnovo-del-friuli.pn.it

Periodo Storico: Basso Medioevo
Localizzazione Geografica
Visualizzazione delle schede relative a contesti archeologici visibili nell'arco di 5 km dalla località di partenza